sigfrido ranucci

“IN RAI C’È ARIA DI CONTROLLO, MA NON SONO STATO CENSURATO” – SIGFRIDO RANUCCI RACCONTA DELLA BRUTTA ARIA CHE SI RESPIRA A VIALE MAZZINI, MA NON HA ALCUNA INTENZIONE DI MOLLARE IL SERVIZIO PUBBLICO: “LA RAI È UN LUOGO DI LIBERTÀ. IL PRIVATO? SE FAI UN’INCHIESTA E POI TI TOLGONO MILIONI DI PUBBLICITÀ NON È FACILE. LE REPLICHE DI “REPORT”? ERANO SPARITE, POI SONO RITORNATE. SOLO CINQUE, CON FUORTES ERANO 16. LE PRESSIONI DELLA POLITICA SULLA RAI CI SONO SEMPRE STATE, MA DALLA RIFORMA RENZI LA SITUAZIONE È PEGGIORATA…”

Estratto dell’articolo di Andrea Parrella per www.fanpage.it

 

sigfrido ranucci

Sigfrido Ranucci arriva nella redazione di Fanpage accompagnato, con lui c'è la scorta che lo segue da diversi anni e non è un aspetto irrilevante. Anzi, è un dettaglio di quelli presenti nel libro pubblicato di recente, in cui passa sostanzialmente in rassegna le inchieste e le vicende più complesse della sua vita in questi anni, quelle che hanno contribuito a portarlo alla guida di un programma televisivo che, in Italia, è di fatto sinonimo del concetto di giornalismo di inchiesta.

sigfrido ranucci report santanchè

 

Non c'è la volontà di sovrapporsi a Milena Gabanelli, ma in questo libro, dal titolo “La Scelta”, appare certamente evidente la volontà di Ranucci di dare una definizione maggiore a quella personalità che, dal 2017 in poi, ha dato vita al nuovo corso di una trasmissione pluridecennale […]

 

Questa "scelta" è un manifesto della tua carriera professionale che non si può scindere dalla vita privata.

MAURIZIO GASPARRI FIRMA DENUNCIA CONTRO SIGFRIDO RANUCCI

Il titolo non l'ho scelto io ma l'editore, però credo calzasse perfettamente con il dna del libro […] Ci vogliono le scelte, anche quelle che non fai. È un libro contributo a tutti quei personaggi importanti che hanno lasciato un segno sulle inchieste e la mia formazione, personaggi entrati nella mia vita che hanno lasciato qualcosa di importante, che qualcosa di importante hanno portato via. Qualcuno mi ha anche insegnato come non essere. E poi c'è la consapevolezza di vivere, in questo momento, in un paese che è un corpo malato, così abituato a convivere con una patologia che si considera normalità.

sigfrido ranucci report inchiesta su visibilia

 

Per esempio?

Penso all'intervista che avevo realizzato a Denis Verdini, che incarna perfettamente la metafora di questa patologia. Uomo di potere incredibile, coordinatore di Pdl e Forza Italia, l'uomo che sceglie la classe politica italiana e determina le nostre vite. Ebbene quest'uomo che era banchiere, titolare di un gruppo di editoria, ha il merito di aver bloccato il nostro paese, avendo concordato con l'opposizione quel sistema elettorale del listino bloccato per cui, se in parlamento non finiscono i migliori, è merito suo.

report sigfrido ranucci

 

Lui, in un'intervista di più di dieci anni fa, ammetteva candidamente di aver incassato 800mila euro in nero, mentre aveva la bandiera della Repubblica Italiana alle spalle, dicendo fosse normalità e sorprendendosi che io mi sorprendessi di questo. Ebbene, dopo le vicende giudiziarie io pensavo di aver risolto la questione con lui, condannato a oltre 11 anni di galera. Invece io me li sono ritrovato in questi giorni alle cronache perché, ai domiciliari, continuava ad incassare 20mila euro al mese mettendo a disposizione le sue conoscenze politiche. Questo, per me, è metafora della patologia di cui parlavo.

sigfrido ranucci

 

Questa di Verdini è una delle vicende che si intreccia con la tua vita personale, che si accavalla totalmente con il tuo lavoro.

È una sorta di debito che ho voluto saldare con il mio pubblico, che conosce più il Ranucci in televisione, meno quello che ha fatto le scelte, che ha sopportato certe cose per determinate scelte. Tutto nasce da un origami, che mi è stato donato in un viaggio da una signora incontrata in treno, mentre andavo a presentare i palinsesti Rai per la prima volta come conduttore di Report. Questa signora ha assistito in silenzio a tutte le mie telefonate e alla fine ha sentito il bisogno di donarmi questo origami a forma di airone, dicendomi di volare alto perché vedo cose che gli altri non vedono, ma come tutti i grandi uccelli io non ero programmato per le cose terrene e quindi saltella. Ho percepito avesse scoperto anche le mie fragilità, che ho voluto condividere col pubblico.

sigfrido ranucci report 1

 

La vicenda con Tosi, la scorta, i tentativi di delegittimazione. Questo libro è una confessione anche dei momenti difficili, sembra esserti utile a corazzarti.

Diciamo che la corazza l'ho fatta strada facendo e racconto anche perché. Dopodiché è vero, in questo libro si racconta il trappolone di Tosi, credo l'unico politico al mondo che ha utilizzato registrazioni fatte ai danni di giornalisti, accompagnate da tentativi non solo di denuncia, ma anche richieste di licenziamento nei miei confronti. A testimonianza di quella patologia di cui sopra, oggi Tosi viene candidato a governare la regione Veneto. Io non vorrei mai davanti un politico che abbia fatto una cosa del genere per bloccare un tentativo di inchiesta giornalistica.

 

SIGFRIDO RANUCCI

Arrivi anni fa a condurre un programma molto noto, condotto fino ad allora da una personalità nota. Questo libro serve a identificarti ancor più un parafulmine per Report?

Io credo che il conduttore di Report, come fu per Milena, debba essere in grado di sopportare certi attacchi perché è un parafulmine per il lavoro dei colleghi, è necessario. In questo libro provo a testimoniare che la battaglia per la libertà di informazione viene fatta quotidianamente, spesso lontano dai riflettori e con grandi sacrifici personali che però vanno fatti, perché le inchieste danno coraggio a chi le fa ma anche a chi le ascolta, danno l'impressione di poter fare qualcosa di importante.

[…]

 

VITTORIO SGARBI SBROCCA CON REPORT

Report sembra un avamposto di libertà anomala all'interno di questa Rai. La narrazione di quelli che lottano contro i mulini a vento è funzionale al successo di Report?

Noi non è che siamo bastian contrari a prescindere, sicuramente ci rendiamo conto di dare un contributo di originalità e di andare in profondità, perché trattiamo argomenti che nessun altro tratterebbe in televisione. Perché, parliamoci chiaro, ci sono degli argomenti che hanno il sex appeal di un manuale di una caldaia, dobbiamo renderli digeribili al pubblico […] Offrire un prodotto di qualità di profondità viene apprezzato. Questo io te lo dico perché noi vediamo il fenomeno delle repliche di Report, che anche mandate in onda quattro cinque volte, riescono a fare ascolti importantissimi perché? Perché la qualità è insita nella profondità e nella narrazione.

SIGFRIDO RANUCCI

 

Tra i temi delle ultime settimane c'è proprio quello delle repliche estive di Report, prima bloccate e poi dimezzate da Rai. Come è andata?

Erano sparite, diciamo così, improvvisamente. Poi sono ritornate. Cinque. Io ricordo che nell'ultima gestione dell'amministrazione Fuortes erano 16. Ne hanno tagliata qualcuna, insomma.

 

Questo è un po in linea con lo diciamo con il filo conduttore della stagione che state vivendo. Prima usati come tappabuchi di Fazio, poi osteggiati in un certo senso da diversi esponenti del della maggioranza.

Intanto voglio dire che noi non siamo stati mai censurati. L'unica censura, se la possiamo far passare come tale, poteva essere quella della sparizione delle repliche, che però in parte sono tornate. Parlare di censura sulle repliche è sempre complicato perché ti si dice che sei andato già in onda una volta. Qualcuno direbbe che perseverare è diabolico.

 

SIGFRIDO RANUCCI

Quindi qual è il problema del contesto Rai?

C'è un'ansia di controllo, questo sì. E poi c'è di diverso il cambio di passo. Noi l'abbiamo avvertito nel modo in cui ci tratta il governo, sentire la seconda carica dello Stato che ci dà dei calunniatori seriali nel momento in cui si fa un'inchiesta su di lui, Santanché che ci dà dei diffamatori e via dicendo.  Sgarbi addirittura ha minacciato gesti osceni per offendere tirando fuori e il suo gioiello di famiglia è finito così. Poi ci ha querelato.

 

SIGFRIDO RANUCCI DI REPORT

E poi quelli che ci hanno chiesto risarcimento danni, i figli di La Russa, la vicenda Urso, Gasparri che mi denuncia e fa le interrogazioni parlamentari, o il primo ministro Meloni che poco tempo fa, commentando una puntata che abbiamo fatto sull'Albania e la gestione dei migranti, un protocollo siglato tra il governo italiano e quello albanese, ha detto addirittura che l'inchiesta di Report era un linciaggio nei confronti del popolo albanese, quando neppure il popolo albanese pensa quali sono stati i sondaggi avvenuti successivamente alla trasmissione, in base ai quali il 60-80%, cioè percentuali alti del popolo albanese, riteneva che Report avesse ragione.

EDI RAMA - GIORGIA MELONI

 

 

Su questa questione il premier albanese Edi Rama vi aveva accusati, a quanto pare provando a mettersi in contatto con il direttore del genere approfondimenti Corsini. Ci sono novità?

Ma noi faremo il nostro. Continueremo a lavorare sull'Albania e speriamo di portare a casa anche un'intervista al premier. Si parlava di intervista riparatoria. Ma io non so quanto sarei arrivato alle interviste.

 

Negli ultimi anni, molti non se ne sono resi conto, è cambiato l'approccio che c'è da parte delle forze di maggioranza, visto che la Rai è diventata tecnicamente uno strumento di propaganda del governo dal 2015, con la riforma.

SIGFRIDO RANUCCI

Le pressioni della politica sulla Rai sono sempre state. Sicuramente io ricordo quelle di Berlusconi, quando parlava de "i farabutti di Rai3", oppure quando tentò di levare la tutela legale a Report, che  è come mandare di guerra dei soldati senza elmetti in mano. Però devo dire che dalla riforma Renzi in poi la situazione è peggiorata.

 

Lui ha fatto una battuta dicendo che da allora Report va più in onda di prima. Io vorrei ricordare che io vado in onda, e con scoop che hanno fatto il giro del mondo da quando lui lavorava nei boschi come scout. Che qualcosa che non vada bene nella sua riforma lo dice anche il fatto che proprio una sua rappresentante, Maria Elena Boschi, senatrice, è venuta sotto la Rai poco tempo fa a protestare insieme al Pd perché venisse riformata questa legge.

matteo renzi rai

 

[…] Per qualche motivo stare in Rai fa sentire più sicuro un programma come Report?

Io credo che la Rai sia un luogo di libertà. Dipende dai giornalisti, sta ai singoli giornalisti rispettarla. saperla conquistare e saperla difendere passo passo.

 

Un privato non potrebbe garantire questa libertà?

SIGFRIDO RANUCCI

Se tu fai un'inchiesta, come ha fatto Report su Fileni, che è un grande inserzionista, sulla Coca Cola, e il giorno dopo ti tolgono 6 milioni di euro di pubblicità, con il privato non è così semplice. La Rai ci ha consentito di continuare ad andare in onda ed è questa la forza della Rai.

ranucci gabanelliRENZI RAIrenzi cavallo rai LA RUSSA REPORT 12

[…]

LA RUSSA REPORT 44daniela santanchè reportL ANTICIPAZIONE DELLA SECONDA PARTE DEL SERVIZIO DI REPORT SU MAURIZIO GASPARRI

Ultimi Dagoreport

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…

john elkann theodore kyriakou leonardo maria del vecchio

DAGOREPORT - L’OSTACOLO PIÙ TOSTO DELLA TRATTATIVA IN CORSO TRA IL MAGNATE GRECO KIRIAKOU E JOHN ELKANN NON E' L'ACQUISIZIONE DEL GRUPPO GEDI BENSÌ COME “RISTRUTTURARE” UN ORGANICO DI 1300 DIPENDENTI, TRA TAGLI ALLE REDAZIONI LOCALI, PREPENSIONAMENTI E “SCIVOLI”, DI CUI CIRCA 280 GIORNALISTI FANNO CAPO A “REPUBBLICA” E ALTRI 170 A “LA STAMPA” - LA PARTITA SUL FUTURO DEL QUOTIDIANO TORINESE, ASSET CHE NON RIENTRA NEL PROGETTO DI KYRIAKOU, NON ACCELERA CON LA CORDATA VENETA MESSA SU DA ENRICO MARCHI - NEL CASO LA TRANSIZIONE ELLENICA NAUFRAGASSE, LEONARDINO DEL VECCHIO HA CONFERMATO DI ESSERE PRONTO: “NOI CI SIAMO” - “NOI” CHI? ESSENDO “QUEL RAGAZZO'' (COPY ELKANN), DEL TUTTO A DIGIUNO DI EDITORIA, I SOSPETTI DILAGANO SU CHI SI NASCONDE DIETRO LA CONTRO-OFFERTA CON RILANCIO DELL’AZIONISTA DELL’IMPERO DEL VECCHIO, IL CUI CEO MILLERI È STATO ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI CON CALTAGIRONE E LOVAGLIO, PER LA SCALATA DI MPS SU MEDIOBANCA-GENERALI - E DA TORINO, AVVISANO LE REDAZIONI IN RIVOLTA DI ROMA E TORINO DI STARE ATTENTI: DALLA PADELLA GRECA RISCHIANO DI FINIRE NELLA BRACE DI CHISSÀ CHI...

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)