benjamin netanyahu

TUTTA QUESTA TECNOLOGIA, E POI SI SONO FATTI FREGARE DA UN GRUPPO DI MILIZIANI COI DELTAPLANI  – PER SCOVARE I TUNNEL DEI TERRORISTI DI HAMAS, ISRAELE UTILIZZA UNA SORTA DI “MACCHINA DEL TEMPO”: UNA SCHEDATURA TOTALE, TRAMITE INTELLIGENZA ARTIFICIALE, BIG DATA E RICONOSCIMENTO FACCIALE, PER IDENTIFICARE I MILIZIANI, I LORO FAMILIARI E AMICI – OGNI METRO DELLA STRISCIA DI GAZA VIENE SORVEGLIATO ININTERROTTAMENTE. POTEVANO PENSARCI PRIMA DEL 7 OTTOBRE…

Estratto dell’articolo di Gianluca Di Feo per “la Repubblica”

 

L INTELLIGENZA ARTIFICIALE USATA DAGLI ISRAELIANI A GAZA

La caccia ai tunnel di Hamas è come un viaggio a ritroso nel tempo: ogni volta che i miliziani palestinesi lanciano un razzo, gli israeliani ripercorrono all’indietro le mosse degli artificieri per ricostruirne movimenti, rifugi e relazioni.

 

Un replay gestito dall’intelligenza artificiale, che analizza una massa enorme di video, foto, intercettazioni audio, immagini termiche degli edifici, scansioni radar del sottosuolo. È così che le Israeli Defence Forces hanno disegnato la mappa delle catacombe jihadiste, cercando di colmare la voragine nell’intelligence che ha permesso la carneficina del 7 ottobre.

 

Da quel giorno ogni metro della Striscia viene sorvegliato ininterrottamente, notte e giorno: satelliti, droni, aerei, navi, apparati di intercettazione registrano con dozzine di sensori diversi qualsiasi cosa avviene a Gaza Nord: spostamenti di persone e di auto, modifiche ai palazzi e al terreno. Tutto schedato con i Big Data per comporre una mappa digitale dinamica.

 

l attacco israeliano al campo profughi di jabalia striscia di gaza 1

Per tre settimane, le partenze dei razzi sono state il momento chiave. Sono state centinaia. Dopo l’accensione degli ordigni, gli aerei bombardavano le postazioni. Contemporaneamente però la “macchina del tempo” cibernetica ripercorreva i passi degli uomini che avevano piazzato le rampe: l’ingresso delle gallerie da dove erano partiti, i veicoli che avevano usato, il probabile percorso sotterraneo da quel punto.

 

i cadaveri dopo il bombardamento del campo profughi di jabalia

Queste informazioni venivano perfezionate dalle spie sul terreno o da controlli mirati dei droni. E la stessa procedura è stata ripetuta con ogni potenziale base di Hamas, spesso usando il riconoscimento facciale per identificare i miliziani, i loro familiari e i loro amici. Una schedatura totale di uomini e cose, andata avanti sotto il sole o nell’oscurità per 30.240 minuti prima di dare il via all’assalto dei carri armati. E che prosegue anche adesso mentre i soldati israeliani combattono nelle strade di Gaza, aggiornando con notizie ancora più dettagliate la radiografia del potenziale militare jihadista.

 

Gulfstream Oron

A gestire l’elaborazione dei dati provvedono centrali cibernetiche a terra e soprattutto il cervello elettronico a bordo dell’unico aereo Gulfstream Oron — molto simile ai Caew acquistati dall’Italia — che ha un sistema di intelligenza artificiale dal costo di oltre 400 milioni di euro: «È una macchina — hanno dichiarato i vertici dell’aviazione israeliana — che analizza e segnala migliaia di bersagli nel giro di secondi ».

 

Nei giorni scorsi l’Oron ha volteggiato per decine di ore ai margini della Striscia, mentre i suoi multipli occhi elettronici facevano incetta di informazioni, come «una spugna che assorbe informazioni da centinaia di chilometri di terreno».

 

bombardamento a jabalya 8

Questa mappa digitale però viene condivisa con tutte le forze impegnate nella battaglia, persino il singolo tank o plotone di incursori, in uno scambio dinamico di avvisi e immagini chiamato “Internet of battlefield thing”: il volto delle guerre di domani.

 

[…] Questa rete digitale è solo il punto di partenza: la terribile lezione del “sabato nero” ha mostrato a Israele quanto sia pericoloso l’eccesso di fiducia nella tecnologia. I fanti che avanzano tra le case sanno che si misureranno con infinite incognite, in cui dovranno vedersela da soli. Il suono della raffiche di armi automatiche che echeggia senza sosta dai quartieri di Gaza Nord testimonia come la lotta adesso sia soprattutto di uomini contro uomini. Non a caso, prima della battaglia i due ufficiali che comandano l’operazione nella Striscia — i generali Cohen e Bar-Khalifa, entrambi ex capi della Brigata Golani — hanno diffuso un messaggio manoscritto per spronare i loro soldati: lo hanno “vergato di proprio pugno”, come si faceva nell’Ottocento.T

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