
“GLI AMERICANI SPARANO CONTRO CHI CHIEDE CIBO” – DUE CONTRACTOR, INGAGGIATI PER FARE DA GUARDIA AI CENTRI DI DISTRIBUZIONE DEL CIBO DELLA “GAZA HUMANITARIAN FOUNDATION”, RIVELANO CHE I LORO COLLEGHI USANO MUNIZIONI VERE, GRANATE STORDENTI E SPRAY AL PEPERONCINO PER DISPERDERE LE FOLLE DI AFFAMATI: “SEMBRANO AVERE LA LICENZA PER FARE CIÒ CHE VOGLIONO. FANNO DEL MALE ALLA GENTE INNOCENTE, E SENZA MOTIVO” – LA FONDAZIONE AMERICANA RESPINGE LE ACCUSE E SOSTIENE CHE…
Estratto dell’articolo di Fabio Tonacci per "la Repubblica"
striscia di gaza - palestinesi in attesa di aiuti umanitari
A piccoli pezzi viene a galla la realtà di quel che accade, ogni giorno, nei pressi e dentro i centri di distribuzione del cibo della controversa Gaza Humanitarian Foundation (Ghf). Due contractor americani hanno riferito all'Associated Press che i loro colleghi di guardia ai quattro siti della Ghf (tre a Rafah, uno a sud di Gaza City) usano munizioni vere, granate stordenti e spray al peperoncino per disperdere le folle di affamati che cercano di arrivare allo scatolone col cibo.
[...] I due, che hanno chiesto di rimanere anonimi, sostengono che lo staff assunto dalla fondazione per la sicurezza il più delle volte è poco qualificato, inaffidabile e pesantemente armato. «Sembrano avere la licenza per fare ciò che vogliono».
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Secondo quanto riferiscono, i contractor lanciano abitualmente granate stordenti e spruzzano lo spray urticante «in direzione dei palestinesi». Uno dei due ha aggiunto che i proiettili, invece, vengono sparati «in tutte le direzioni», in aria e talvolta per terra verso i palestinesi, ma ricorda di un episodio dove è convinto che qualcuno sia stato effettivamente colpito. «Fanno del male alla gente innocente, molto male, e senza motivo». [...]
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Il racconto è coerente con le testimonianze oculari che si raccolgono da terreno e che Repubblica, in queste settimane, ha più volte pubblicato. «Ho visto uomini armati in divisa nel centro della Ghf a Rafah, uno di loro ci ha gettato contro una granata e ha usato lo spray al peperoncino sulla mia faccia», dichiara Nader Oda, 27 anni, sfollato da Jabalia. Lo abbiamo contattato ieri al telefono.
«Erano rimasti pochi scatoloni alle spalle dei guardiani, che erano vestiti di nero e con indumenti mimetici, volevano che me ne andassi ma io avevo fame. Parlavano inglese, alcuni sapevano anche l'arabo con accento dell'Iraq. Uno di loro mi ha spruzzato il peperoncino in faccia, gli occhi mi stavano prendendo fuoco. Quel giorno tanta gente è stata uccisa, ho visto un uomo preso da un proiettile sparato da una gru che gli ha diviso la testa in due parti».
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[...] I due contractor che hanno interloquito con l'Associated Press, mostrando anche dei filmati. [...] Affermano che lo staff americano dall'interno dei siti monitora tutto e segnala i sospetti alle Israeli defense forces (Idf), che si occupano invece della sicurezza esterna.
La fondazione americana comunica di aver aperto un'indagine interna immediata ma respinge le accuse bollandole come «totalmente false». Sostiene che gli spari che si sentono nei filmati non provengano dai contractor ma dai soldati israeliani, e che comunque non hanno preso di mira le persone.
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E afferma che una delle due fonti che si è rivolta all'Associated Press è un ex impiegato «deluso e arrabbiato, cacciato alcune settimane fa per via del suo comportamento». Infine, la fondazione mette in dubbio la buona fede dell'agenzia stampa internazionale perché lamenta di non aver ricevuto l'integrale dei filmati quando le è stata chiesta una replica alle contestazioni.
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