
L'ATTRICE PORNO, UN LAVORO USURANTE - BARBARA COSTA RACCONTA LA CARRIERA DI ANGEL YOUNGS, CHE HA DATO TUTTO FIN DALL'INIZIO: PER FARE GAVETTA, I PRIMI ANNI, GIRAVA QUATTRO SCENE AL GIORNO PER 25 GIORNI AL MESE - MA NON SI È MAI PENTITA: "È MEGLIO FARE PORNO PER SCELTA CHE STARE 5 GIORNI SU 7 A SGOBBARE DENTRO UN LAVORO CHE NON TI PIACE, CON COLLEGHI ODIOSI, E CON UN CAPO STRONZO E BAVOSO E CHE TI TOCCA IL FONDOSCHIENA"
Barbara Costa per Dagospia
Se vi capita di sentire divette porno che vi dicono che girano porno anche 25 giorni al mese… credeteci, è vero. E se sentite di divette porno che ostentano di fare anche 3, 4 scene di porno al giorno… credeteci, è la verità.
Ma pure la divetta che decanta che lei porna una sola, di scena, al giorno, e non sia mai tutti i giorni, non ci sta perc*lando. E pure quella che ridacchia che lei, di porno, ne fa solo se d’autore, su set elitari, non sta prendendo in giro nessuno.
Nel porno non c’è una unica chiave performativa, sicché non c’è da meravigliarsi che una attrice in ascesa come Angel Youngs si sia pentita, di tutto il porno girato senza criterio appena messo piede (e sesso) nel settore. Angel era una che la dava, si dava, di vulva, e di ano, di bocca e di pelle “fino a 25 giorni al mese, e più scene al giorno”, e fino a capire che un tal accumulo era a lei superfluo.
Ci sono invece sue colleghe che la pensano, e lo fanno, diversamente, perché hanno altri scopi: è fuorviante il detto che il porno usi le ragazze, le "spremi" sessualmente, per poi rimpiazzarle dopo un anno, o 2. E no. Esistono anche fanciulle, e non poche, che "usano" il porno come mezzo per arraffare più soldi possibile, e in fretta, e per impiegarli in altri fini.
Dopo il boom delle performer dell’est europeo che vedevano nel porno il posto più facile per fare denaro facile, e uscire dallo squallore post sovietico con grana sufficiente per metter su, che so, un negozietto, a tutt’oggi ci son pulzelle, ma non solo dell’est, bensì di mezzo mondo, che fanno porno col mirato intento di affrancarsi da uno status sociale di provenienza misero.
E sono ragazze che possono per ingenuità finire nelle "macellerie" porno che da sempre e che tuttora infestano il settore, lidi di porno senza tutele, lidi sordidi, lidi che ingrossano il porno del dark web.
Ma nel porno quello normato, quello di alta fascia, quello stellato, pure qui non c’è un ordine di… pornamento. È più giusto pornare tanto, o di meno, e quanto, e come fare, per farsi furba e svettare, e non stare ad ammuffire, nelle seconde file? Mah. Una performer può pornare 25 giorni al mese, e ogni dì, se le va. Non v’è chi glielo impedisce. O può farne, di porno, solo ciò che più le va a genio.
Tra le due, chi intasca di più? Non si sa. Perché il porno non ha tariffe fisse, tuttavia è indubitabile: le ragazze "prese" da agenti potenti – come Angel Youngs, e dopo il suo primo anno di porno massiccio – e che firmano contratti esclusivi per studios potenti (Brazzers, o uno del gruppo VMG), sono quelle che diventano note e che fanno soldi non girando più mese dopo mese, né più scene al giorno.
Sono ragazze – come Angel Youngs – che non mentono se rivelano che “è meglio fare porno per scelta che stare 5 giorni su 7 a sgobbare dentro un lavoro che non ti piace, con colleghi odiosi, e con un capo str*nzo e bavoso e che ti tocca il fondoschiena”. Sì, ma: avere un fisico naturale come Angel, tettone comprese, aiuta? No. E rifarlo da capo a piedi? Neanche. E avere, come Angel, “cominciato a 19 anni”? Nemmeno. Oggi nel porno una novizia 20enne, pelle fresca e senza rughe, è a pari grado e livello di partenza di una novizia 40enne, pure non rifatta, e con le forme reduci da più gravidanze.
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