drone ucraino bombarda

L’ESERCITO RUSSO È “RINDRONATO” DAI MILITARI UCRAINI - PER PRENDERE LE COORDINATE DELLE POSTAZIONI RUSSE E BOMBARDARLE, I SOLDATI UCRAINI FANNO DECOLLARE UN DRONE TELECOMANDATO CHE, GRAZIE A UNA TELECAMERA, PERMETTE DI INVIARE AGLI ARTIGLIERI LA POSIZIONE ESATTA DEI RUSSI - IL RACCONTO DELL'OPERAZIONE E IL RUOLO FONDAMENTALE DEI DRONI TELECOMANDATI DALL'INIZIO DELLA GUERRA...

 

Rick Mave per “la Stampa”

 

drone ucraino 8

Allo scoppio della guerra, dieci mesi fa, il corpo militare ucraino pubblicava un post su Facebook in cui chiedeva a tutti i cittadini che possedevano un drone di donarlo al governo per aiutare nelle operazioni di sorveglianza. Dai droni Bayraktar turchi a quelli kamikaze iraniani fino all'impiego di quelli civili dal costo di poche centinaia di euro, l'utilizzo dei droni ha cambiato il corso della guerra e il modo in cui i conflitti saranno combattuti nel futuro.

 

Dzhyhit, guerriero del Caucaso e Hagrid, il mezzogigante guardiacaccia della saga di Harry Potter, sono i due giovani soldati ucraini che incontriamo sulla strada all'entrata di Bakhmut, utilizzano solo nomi di battaglia per motivi di sicurezza. Ci lampeggiano con i fari del loro fuoristrada ricoperto di fango e senza fanali.

 

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Hagrid ha il passamontagna perché non vuole farsi riprendere in viso, ha paura che i militari russi possano riconoscerlo e accanirsi contro la sua famiglia che vive in un territorio occupato nella regione di Kherson. Saliamo sul loro fuoristrada e andiamo a circa tre chilometri dal fronte a far volare un drone super leggero verso le linee nemiche per comunicare le coordinate delle posizioni russe che l'artiglieria ucraina a sua volta bombarderà.

 

Le strade di campagna che percorriamo ad alta velocità sono una distesa di fango e pozzanghere, superiamo qualche postazione ucraina poi, dopo venti minuti, ci fermiamo, uno dei due scende per controllare che non ci siano pericoli. Quando torna alla macchina ci dice di seguirlo, cominciamo a correre tra gli alberi e gli arbusti imbiancati dalla neve, bisogna essere veloci per non essere individuati dai droni russi. Attraversiamo una radura ed entriamo in un avvallamento dove poterci riparare in caso di bombardamento.

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Dzyhit prepara il drone, Hagrid con un fucile automatico gli copre le spalle e sorveglia l'area. Lo fanno alzare in cielo e quindi lo dirigono verso le posizioni russe, ci spiegano che bisogna essere rapidi in quanto ci sono dei dispositivi che riescono ad identificare il controllo remoto del drone e a geolocalizzarlo, quindi a bombardarne la posizione.

 

D'improvviso, tra i costanti e ripetuti echi dei bombardamenti che ci sovrastano, sentiamo un sibilo di bomba vicinissimo che ci fa lanciare tutti a terra nel minor tempo possibile. Non succede nulla ma c'è apprensione tra i soldati, Hagrid si guarda intorno, Dzyhit è accovacciato per terra e attraverso una radiotrasmittente invia le coordinate. Poco dopo vediamo dallo schermo del telecomando del drone l'artiglieria ucraina colpire, missione compiuta, lo fanno rientrare.

 

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Appena atterrato il drone, un militare corre via verso l'auto, l'altro recupera il velivolo telecomandato, lo smonta e comincia a correre, questo è il momento più pericoloso, ci dicono, bisogna uscire il più in fretta possibile dall'area che potenzialmente può essere colpita.

 

Corriamo fino all'automobile che ci attende a motore acceso e con le portiere aperte. Saltiamo su. In quindici minuti di guida sfrenata, sgommate e derapate siamo fuori pericolo da un attacco russo. Ci riportano alla nostra auto e ci salutiamo. La mattina seguente andiamo a trovarli in una casa dove preparano esplosivi per il drone, delle piccole bombe - di tritolo e polvere da sparo - da attaccare al velivolo e sganciare sul nemico.

 

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Dzyhit è in una stanza con una luce frontale di colore rosso a smontare munizioni di lanciagranate AGS17 e AGS40, le modifica affinché queste una volta sganciate tocchino terra ed esplodano. Vediamo che su un comodino ne ha svariate da preparare, mentre sul davanzale di una finestra ci sono altri droni, alcuni, racconta, sono russi, colpiti e abbattuti. Finita la preparazione delle bombe, prende un elemento di plastica che si aggancia al drone per trattenere la bomba finché questa non venga sganciata, racconta che il pezzo è stato disegnato al computer e stampato in 3D.

 

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Per assicurarsi che tutto funzioni vi posiziona una bomba priva di carica esplosiva e fa delle prove di volo in casa, dice che il rischio maggiore è che la bomba si sganci mentre il drone sorvola le loro teste o le posizioni ucraine e colpisca il bersaglio sbagliato. I due ragazzi sono amici sin dall'infanzia, entrambi di Odessa, Hagrid ha raggiunto Dzyhit per aiutarlo e non lasciarlo da solo, ben sapendo, che se gli succederà qualcosa il suo amico si prenderà cura dei suoi quattro figli. Combattono una guerra tecnologica utilizzando computer, stampanti 3D, droni e iPad per la libertà della loro terra.

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