
“NOI GIOVANI ITALIANI SPESSO CI LAMENTIAMO MA QUANDO SI TRATTA DI RISCHIARE, IN POCHI AZZARDANO” – L’IMPRESA DI NICOLÒ GUARRERA, 31ENNE VICENTINO CHE HA FATTO IL GIRO DEL MONDO A PIEDI, PERCORRENDO 35MILA CHILOMETRI IN CINQUE ANNI: “LAVORAVO NEL MARKETING PER UN’AZIENDA MILANESE, MA HA MOLLATO TUTTO. NON ERO SODDISFATTO: ERA COME SE SENTISSI LA MANCANZA DI UNA STORIA CHE VALESSE LA PENA DI RACCONTARE” – “HO ATTRAVERSATO L’ATLANTICO IN CATAMARANO, UN VIAGGIO DIFFICILE: GLI ALTRI PASSEGGERI ERANO SPESSO UBRIACHI E IL CAPITANO SEMBRAVA MENTALMENTE INSTABILE…” - VIDEO
Estratto dell’articolo di Andrea Priante per il “Corriere della Sera”
«Noi giovani italiani spesso ci lamentiamo».
Molte volte a ragione: i problemi della scuola, il precariato, la mancanza di certezze sul futuro…
«Tutto vero. Ma quando si tratta di rischiare in prima persona, in pochi azzardano Invece è importante mettersi alla prova, dosare le proprie forze per poi scoprire che farcela da soli è possibile».
A 31 anni, per Nicolò Guarrera, alias @Pieroad […] è tempo di bilanci. Se si guarda indietro vede la lunga strada che ha percorso negli ultimi cinque anni. Letteralmente: 35 mila chilometri, qualcosa come 40 milioni di passi. Il 9 agosto del 2020 (in pieno Covid) lavorava nel marketing per un’azienda milanese, ma ha mollato tutto: lavoro, famiglia e amici. È partito dalla casa dei genitori a Malo (Vicenza) per fare il giro del mondo a piedi. Ieri, 1.849 giorni dopo, ha finalmente rimesso piede in Italia. L’arrivo a casa è fissato per il 13 settembre, con una grande festa.
il giro del mondo a piedi di nicolo' guarrera
Com’è nata l’idea di partire?
«La vita è una sola, dovrebbe essere la migliore possibile. Ma non ero soddisfatto: era come se sentissi la mancanza di una storia che valesse la pena di raccontare».
Prima meta, Genova. Poi la Francia, il Cammino di Santiago e la Via de la Plata fino a Huelva, da dove si è imbarcato per le Canarie.
«Ho attraversato l’Atlantico in catamarano, un viaggio difficile: gli altri passeggeri erano spesso ubriachi e il capitano sembrava mentalmente instabile. Per fortuna siamo arrivati sani e salvi. Qui ho attraversato lo stretto di Panama a piedi. Al confine tra Perù e Cile ho rischiato di finire nei guai, con la polizia cilena che voleva portarmi via tutto ciò che avevo…».
[…] Anche in Australia è stata dura…
«Nel deserto ho avuto momenti di grande sconforto: per attraversarlo mi sono serviti sei mesi. Lì ho imparato una grande lezione: siamo nell’era della velocità, del tutto e subito, ma se ti sposti a piedi non puoi evitare quel che sta in mezzo. Sei costretto ad affrontarlo. E spesso scopri che il percorso è più bello della destinazione».
Dopo tre anni di cammino, ecco l’Asia: l’India, l’Oman, l’Iraq, fino in Turchia. Il ponte per l’Europa e l’Italia. […]
Quanto ha speso?
«Direi circa 10 euro al giorno, ma dipende molto dal Paese. L’Europa è costosissima».
Durante il viaggio le è capitato di innamorarsi?
«Sì, di una biologa cilena. Mentre attraversavo la sua terra, mi raggiungeva ogni due settimane per fare un pezzo di strada insieme, in mezzo alla natura. È stato bello».
Vi sentite ancora?
«Al momento di lasciare il Cile, la storia non poteva continuare: lei ha sempre saputo quanto importante è, per me, finire questo viaggio».
E adesso?
«Voglio godermi gli ultimi giorni di cammino: non vedo l’ora di tornare ma non ho fretta. Rivedrò le persone a cui voglio bene, scriverò un libro e in futuro spero che la passione per il viaggio si trasformi in un lavoro». […]
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