roberto cingolani gas

PUTIN HA CHIUSO I RUB(L)INETTI DEL GAS E L'INCUBO RAZIONAMENTI SI AVVICINA - TRA DUE GIORNI IL MINISTRO DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA CINGOLANI FARA' UNA PRIMA VALUTAZIONE - GLI STOCCAGGI SONO SOLO AL 54% (L'OBIETTIVO E' L'80% ENTRO OTTOBRE): LE RISERVE DI GAS ACCANTONATE FINORA NON COPRONO NEANCHE META' STAGIONE INVERNALE, MA SI DOVRA' FORZARE LA MANO CON LE SOCIETA' DEL SETTORE - E INTANTO CINGOLANI STA CERCANDO DI RECUPERARE PIU' GAS DA TUTTI I PAESI DISPONIBILI A FORNIRLO, IN PARTICOLARE DALL'ALGERIA...

Roberta Amoruso per "il Messaggero"
 

I GASDOTTI CHE INTERESSANO L'ITALIA

I razionamenti si avvicinano. Tagli ai consumi di gas e di energia elettrica. Tra due giorni il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, farà una prima valutazione. E deciderà i passi da compiere. Intanto sale l'allarme stoccaggi.
 
L'amministratore delegato dell'Eni Claudio Descalzi, ha ribadito che è necessario arrivare all'80% entro ottobre. In questo momento, ha detto, non c'è un problema di domanda, anche se ha poi sottolineato che serviranno «probabilmente restrizioni». Ma il gas che non mettiamo negli stoccaggi italiani, finisce in quelli di Germania e Austria. Gli incentivi dati agli operatori per convincerli a mettere metano in cascina per l'inverno non bastano.
 

GAS NIGERIA

E con il taglio secco del gas da Mosca è arrivata l'ora di forzare la mano alle società del settore, con un sistema di obblighi e garanzie che le costringano a riempire le riserve. Una mossa che si ispira anche al modello, da fare per decreto entro fine mese, per evitare di rimanere al freddo o senza luce. Bisogna correre. Le riserve di gas accantonate finora (10,5 miliardi di metri cubi compresa la parte strategica) non coprono nemmeno metà stagione invernale.
 
Ma c'è un fronte parallelo sul quale si sta muovendo il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani: recuperare più gas da tutti i Paesi disponibili a fornirlo, dall'Africa per esempio, e in particolare dall'Algeria. Si tratta di accelerare per esempio il piano già previsto nell'accordo tra Eni e Sonatrach. L'intesa di aprile prevede circa 3 miliardi di metri cubi in più di gas subito, altri 6 nel 2023 per arrivare a 9 miliardi nel 2024.
 

ITALIA - COME SOSTITUIRE IL GAS RUSSO

Accelerare la tabella di marcia è tra le leve inserite nell'accordo. Servirebbero almeno 6 miliardi di metri cubi entro l'anno, a fronte dei 7 miliardi che mancano da stoccare entro ottobre.
 
LE GARANZIE Sono dunque sul tavolo i «due o tre piani di riserva» annunciati dal Ministero della Transizione ecologica per affrontare il taglio del gas di Putin. Il ministro Cingolani si prenderà tempo fino a martedì, mercoledì al massimo, per valutare i contorni delle misure da attuare per mettere in sicurezza il prossimo inverno.
 
Il piano è pronto da tempo. Cingolani non ha nemmeno bisogno di dichiarare lo stato di emergenza per attuarlo. Non appena scoppiata la guerra in Ucraina, con un decreto si è fatto assegnare il potere di disporre immediatamente le misure di razionamento necessarie. Le frecce all'arco sono molte. Dallo spegnimento delle centrali a gas, sostituendole con il carbone, al riempimento fino al massimo volume di tutti i tubi alternativi al Tag russo che passa per il Tarvisio, fino ai tagli ai consumi di imprese e famiglie. «La situazione è ancora sotto controllo, abbiamo gli stoccaggi al 54%», ha fatto sapere il ministro.
 

fornitura gas russo

Eppure dopo il monitoraggio degli ultimi giorni Cingolani non ha nascosto una certa irritazione per i ritardi nelle operazioni di riempimento nonostante il doppio sistema di incentivi (un premio di 5 euro per megawattora e un contratto per differenza a due vie che copre una parte delle perdite). Di qui la strigliata ai cosiddetti shipper e trader, un centinaio di società in tutto, tra cui Enel, Eni ed Edison, riuniti giovedì scorso per rimproverare chi non sta provvedendo a riempire gli stoccaggi, nonostante le accorate sollecitazioni del governo. O chi ha preferito esportare, seppure virtualmente, centinaia di milioni di metri cubi di gas pur di guadagnare dai rialzi delle quotazioni. Speculazioni non più tollerabili in tempi di emergenza.
 

ROBERTO CINGOLANI

I FLUSSI Secondo i dati della piattaforma Gie-Agsi l'Italia si trova 8 punti percentuali sotto i livelli dello stesso mese dell'anno scorso (circa il 63%) e molto lontana dal 90% da raggiungere entro ottobre. La Germania, rimasta sempre indietro al nostro Paese, ha ingranato la marcia. A giugno ha sfiorato il 57% di stoccaggi e sta iniettando come ha fatto ieri quantità giornaliere triple rispetto a quelle italiane.
 
Eppure anche per i tedeschi stoccare il gas ai prezzi attuali (124 euro per megawattora) significa spendere oltre sei volte il conto di un anno fa. Un rischio che vale almeno 10 miliardi di euro per le quantità necessarie all'Italia. E allora perché la Germania riesce lo stesso a correre e noi freniamo? Perché dopo l'esperienza dell'anno scorso, quando Berlino si è trovata con un deficit di scorte a causa delle inefficienze di Astora, controllata da Gazprom (ora nazionalizzata), il governo tedesco ha fatto scattare il riempimento forzato delle riserve di gas.
 

roberto cingolani luigi di maio mario draghi in algeria

Il sistema di Berlino prevede una sorta di acquirente unico di ultima istanza, che copre il rischio perdita degli operatori. Un modello a cui l'Italia potrebbe guardare. Del resto le scorte sono cruciali per coprire nei giorni freddi dell'inverno le punte di domanda. Meno d'estate, stagione fondamentale per mettere il gas da parte. Ieri Gazprom ha comunicato per la giornata l'erogazione di volumi di gas in linea con quanto consegnato negli ultimi giorni. Venerdì, a fronte di una richiesta giornaliera di gas da parte di Eni pari a circa 63 milioni di metri cubi, Gazprom ha fornito solo il 50% di quanto richiesto. I flussi dalla Russia sono dimezzati. E potrebbe essere solo l'inizio.

MARIO DRAGHI ROBERTO CINGOLANI

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....