ospizi

L’ITALIA NON BASTA: IL PIEMONTE CHIEDE AIUTO AI RUSSI PER SANIFICARE GLI OSPIZI - LA SITUAZIONE NELLE CASE DI RIPOSO E’ FUORI CONTROLLO. LA REGIONE POTENZIA GLI SCREENING NELLE STRUTTURE CON UN MEZZO DI PRONTO INTERVENTO PER I TAMPONI – LA POLEMICA TRA REGIONE E PROTEZIONE CIVILE…

Alessandro Mondo per lastampa.it

ospizi piemonte

 

Secondo la Regione le 700 Rsa in Piemonte sono sostanzialmente in sicurezza: concetto ribadito mercoledì nella conferenza stampa presso l’Unità di crisi. La stessa Unità di crisi che nella stessa giornata ha chiesto al capo dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli, l’intervento delle unità speciali russe per sanificare i locali delle strutture più colpite.

 

militari russi

Una mossa che la dice lunga sulle preoccupazioni per una situazione che in parte è già sfuggita di mano. Una mossa complessa, anche: la prima richiesta è stata avanzata all’ambasciata della Federazione russa in Italia, che ha rimandato alla Protezione Civile nazionale, titolata a decidere sulla dislocazione degli specialisti russi già impiegati in Lombardia e Puglia nell’ambito della missione «Dalla Russia con amore». Il documento è stato inviato ieri. 

 

Il sollecito, «alla luce delle esigenze emerse nel territorio piemontese», si accompagna alla garanzia di massima collaborazione per garantire la migliore accoglienza e ospitalità degli specialisti. Sempre ieri la Regione ha annunciato il potenziamento degli screening nelle Rsa con un mezzo di pronto intervento per i tamponi.

 

ANZIANA IN OSPIZIO

Tutto questo nel corso di una giornata caratterizzata dalla solita, desolante contabilità di decessi – 70 quelli comunicati all’Unità di crisi, 21 dei quali registrati in giornata – e contagi (14. 671). Una giornata di preoccupazioni e di tensioni. Le prime rimandano alle nuove regole fissate a livello nazionale per la distribuzione di dispositivi di protezione e attrezzature.

 

MEDICI MILITARI RUSSI IN ITALIA

Le spese sostenute dalle Regioni fino al 5 aprile per l’emergenza, rendicontate, potranno essere girate alla Protezione civile e rimborsate, mentre dal 6 aprile Roma si occupa di tutto: le gestione degli acquisti è stata centralizzata, se le Regioni si muoveranno in autonomia pagheranno di tasca loro gli ordini supplementari. Insomma: si dipende in toto dallo Stato, cosa che ha già scatenato polemiche dal Piemonte, dove assessori e consiglieri di centrodestra lamentano una sorta di boicottaggio. Ieri Roma ha deciso di reagire.

 

medici russi

I dati sulle forniture inviate in Piemonte sono pubblici: 5,9 su 43,8 milioni di mascherine chirurgiche(13%); 1,42 milioni su 13,6 milioni di Ffp2 (10,4%), 57 mila delle 310 mila Ffp3 (18%). Non altrettanto corposa la riposta sui ventilatori polmonari (132 su 1.532 l’8,6%) e sui caschi per le terapie sub intensive, appena 23 su 673, il 3,4%. 

 

Colpa, è la spiegazione, di forniture inizialmente inviate nelle regioni in crisi e poi diventate difficili da trovare. Per la Protezione Civile è però la dimostrazione che il Piemonte non è stato sfavorito, anzi. Non a caso, con la pubblicazione dei dati, è partita anche una controffensiva politica capitanata dal capogruppo di Leu alla Camera Federico Fornaro, vicino al ministro Speranza: «Le forniture sono trasparenti, è tutto pubblico. La Regione faccia altrettanto pubblicando cosa hanno ricevuto le singole Asl. Tutti e a ogni livello abbiamo commesso errori. È il momento della collaborazione, non di scaricabarile e propaganda».

ANZIANA IN OSPIZIOI RUSSI A BERGAMOil generale kikot insieme a militari russi e italianiMEDICI MILITARI RUSSI IN ITALIAI RUSSI A BERGAMO

 

putin visita ospedale pazienti covid19 8

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