ristorante in spagna - la mafia se sienta a la mesa

LA MAFIA E’ UNA COSA SERIA - L’UE VIETA A UNA CATENA SPAGNOLA DI RISTORANTI DI USARE IL MARCHIO “MAFIA”: “E’ CONTRARIO AI PRINCIPI DI MORALITA’” - IL GRUPPO HA PRESENTATO APPELLO PER DIFENDERE I SUOI 38 RISTORANTI IN FRANCHISING: "CI RIVOLGIAMO AL CONSUMATORE MEDIO CHE VUOLE MANGIARE ITALIANO"

Attilio Bolzoni per “la Repubblica”

Ristorante in Spagna - La Mafia se sienta a la mesaRistorante in Spagna - La Mafia se sienta a la mesa

 

Già stanno pensando a come smontare le gigantesche sagome di don Vito Corleone e oscurare le foto di Lucky Luciano, a sostituire i ritratti di Calogero Vizzini e di Giuseppe Genco Russo. E come rimpiazzare il menu di San Valentino, quello che non ricorda solo la festa degli innamorati ma anche Al Capone e la strage di Chicago del 14 febbraio del ‘29. In Spagna, per ordine dell’Europa devono rifare il look alle vetrine e cambiare un nome: “Mafia”. Non possono più spacciare il buon cibo italiano associandolo a quel marchio sinistro.

 

Troppo «contrario ai principi di moralità » chiamare con quella parola una catena di ristoranti. Sarà magari solo una questione di affari, sarà — almeno nelle intenzioni — solo l’insolente uso di un brand commerciale, ma l’Unione europea non vuole che il vocabolo in questione figuri ancora nelle insegne di una quarantina di fast food di alta fascia che risplendono dai Paesi Baschi fino a Gibilterra.

Ristorante in Spagna - La Mafia se sienta a la mesaRistorante in Spagna - La Mafia se sienta a la mesa

 

Anche se ormai è la parola italiana più famosa al mondo — più di pizza e più di spaghetti — basta con la mafia e il suo malinteso senso dell’onore, basta con le cialtronerie sul valore sacro della famiglia e dell’amicizia, con le leggende che si raccontano sulla mafia e che la stessa mafia alimenta generazione dopo generazione.

 

Dopo un ‘indagine conoscitiva (l’occasione l’ha offerta un reportage di Repubblica del febbraio 2014) e una battaglia della presidente della commissione antimafia Rosy Bindi, i ristoranti spagnoli “La Mafia” (nome per intero “La Mafia se sienta a la mesa”, la mafia si siede a tavola) sono stati fortemente censurati dall’Ufficio Marchi e Disegni - Divisione Cancellazioni - dell’Unione europea che ha deciso di annullare il contrassegno numero 5510921 accogliendo un ricorso dell’Italia «per l’invalidità del marchio». No Mafia.

Ristorante in Spagna - La Mafia se sienta a la mesaRistorante in Spagna - La Mafia se sienta a la mesa

 

Tutto è cominciato con una protesta formale partita dalla Bindi e indirizzata a Emma Bonino quando era ministro degli Esteri, seguita da una corrispondenza fitta fra gli uffici dell’Antimafia, la Farnesina e l’ambasciata italiana a Madrid. In Europa il caso si è chiuso con tutte le motivazioni del ricorrente (l’Italia, rappresentata dall’ex ambasciatore Pietro Sebastiani) recepite. Un’infinità di buone ragioni.

 

Ristorante in Spagna - La Mafia se sienta a la mesaRistorante in Spagna - La Mafia se sienta a la mesa

La prima: «L’accostamento del termine “mafia” manipola l’immagine estremamente positiva della cucina italiana. Inoltre la locuzione “se sienta a la mesa” è un tentativo di volere attribuire un carattere di benignità al nome di una delle organizzazioni più pericolose mai esistite in Italia». E soprattutto: «Le organizzazioni criminali di tipo mafioso sono una chiara e presente minaccia per tutta l’Unione europea perché non sono attive solo in Italia ma anche in altri Stati membri: la Spagna è uno dei Paesi preferiti da molte di loro».

 

Corposa la documentazione inviata dalla commissione antimafia all’Europa. Relazioni della Dia e della procura nazionale antimafia, foto delle stragi di Capaci e di via D’Amelio, dossier dell’Fbi, articoli sull’uccisione del presidente della Regione Siciliana Piersanti Mattarella (assassinato il 6 gennaio 1980 a Palermo, fratello del Capo dello Stato), interrogazioni parlamentari alla Commissione europea sui ristoranti spagnoli.

Ristorante in Spagna - La Mafia se sienta a la mesaRistorante in Spagna - La Mafia se sienta a la mesa

 

E, infine, la segnalazione di come il Touring Club Italiano abbia già provveduto a cancellare dalla sua guida il riferimento a uno dei locali “Mafia”, quello di Valencia. Come hanno reagito i proprietari della catena sott’accusa — che ha sede legale a Saragozza — alle rimostranze dell’Italia? Contestando tutto. Lamentandosi «del fatto che il consumatore medio che andrebbe preso in considerazione è la normale famiglia spagnola che desidera andare in un ristorante italiano».

 

E che l’Ambasciatore italiano, «dovrebbe essere considerato nell’ambito di quel pubblico, in qualità di rappresentante dell’Italia, che può offendersi facilmente e che di conseguenza di lui non si dovrebbe tenere conto». L’Ufficio europeo ha però sentenziato: «Il marchio deve essere dichiarato invalido per tutti i beni e servizi in contestazione».

 

Gli spagnoli hanno presentato appello. Anche perché ai 38 ristoranti in franchising già sparsi dai Pirenei all’Andalusia, se ne stanno aggiungendo altri tre. A Granada, a Santa Cruz de Tenerife, a Las Palmas. Più di 400 dipendenti, nella Spagna della depressione questi luoghi che ammiccano alle gesta dei boss sembrano immuni dalla crisi.

 

Ristorante in Spagna - La Mafia se sienta a la mesa     Ristorante in Spagna - La Mafia se sienta a la mesa

«La mafia crea empleo», la mafia crea lavoro, è uno degli slogan preferiti dai loro “creativi”, odiosa battuta ben conosciuta anche dalle nostre parti. Nessuna meraviglia, in Spagna hanno costruito il business tutt’intorno alle “virtù” dei boss. In quei ristoranti c’è anche una “zona infantil” dedicata a “los Piccolinos de la Mafia”, un menu speciale a 8,50 euro. E ai bimbi vengono offerte pure caramelle. Avvolte in una carta nera con la solita scritta: “La Mafia”.

Ultimi Dagoreport

villa casa giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

DAGOREPORT - AH, CHE STREGONERIA È IL POTERE: TRAFIGGE TUTTI. SOPRATTUTTO I PARVENU. E COSÌ, DA PALAZZO GRAZIOLI, CHE FU LA SEDE INFORMALE DI GOVERNO E DI BUNGA-BUNGA DI BERLUSCONI PREMIER, SIAMO PASSATI A "VILLA GRAZIOLI" CON LA NUOVA DOVIZIOSA DIMORA DELL’EX ABITANTE DELLA GARBATELLA, DOVE OCCUPAVA CON MADRE E SORELLA DUE DISGRAZIATE CAMERE E CUCINA - UN IMMOBILE CHE STA SOLLEVANDO UN POLVERONE DI POLEMICHE: VILLA O VILLINO? COL SOLITO AGOSTINO GHIGLIA CHE AVREBBE SOLLECITATO GLI UFFICI DELLA PRIVACY DI TROVARE UN MODO PER LIMITARE LE INFORMAZIONI DA RENDERE PUBBLICHE ALLA CAMERA, IN RISPOSTA A UN’INTERROGAZIONE DELLA BOSCHI SULLA RISTRUTTURAZIONE DELLA VILLA – LA SINDROME DI "IO SO' GIORGIA E NUN ME FIDO DE NESSUNO!" HA POI TRASFORMATO LA MAGIONE NEL SUO BUNKER PERSONALE, LONTANO DAGLI SGUARDI E ORECCHIE INDISCRETE CHE INFESTANO PALAZZO CHIGI - TUTTO BENE QUANDO VENGONO CHIAMATI A RAPPORTO I SUOI FEDELISSIMI, MOLTO MENO BENE QUANDO TOCCA AGLI ALTRI, AGLI “ESTRANEI” DELLA CONVENTICOLA MELONIANA. DAL CENTRO DI ROMA PER RAGGIUNGERE “VILLA GRAZIOLI” CI VOGLIONO, IN LINEA D’ARIA, BEN 40 MINUTI DI MACCHINA. ANCHE DOTATI DI SIRENE E LAMPEGGIANTI, È “UN VIAGGIO”…. - VIDEO

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO

carlotta vagnoli flavia carlini

COME SIAMO POTUTI PASSARE DA ELSA MORANTE E MATILDE SERAO A CARLOTTA VAGNOLI? È POSSIBILE CHE SI SIA FATTO PASSARE PER INTELLETTUALI DELLE FEMMINISTE INVASATE CHE VERGAVANO LISTE DI PROSCRIZIONE ED EVOCAVANO METODI VIOLENTI E LA GOGNA PUBBLICA DIGITALE PER “FARE GIUSTIZIA” DEI PROPRI NEMICI? LA CHIAMATA IN CORREITÀ DEL SISTEMA EDITORIALE CHE HA UTILIZZATO QUESTE “VEDETTE” LETTERARIE SOCIAL DA MILIONI DI FOLLOWER PER VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ – VAGNOLI PUBBLICA PER EINAUDI, FLAVIA CARLINI HA VERGATO UN ROMANZO INCHIESTA SULL’ITALIA DEL GOLPE INFINITO PER SEM (FELTRINELLI) . MA SULLA BASE DI COSA? BASTA AVERE UN MINIMO SEGUITO SOCIAL PER ESSERE ACCREDITATI COME SCRITTORI O DIVULGATORI?

silvia salis giorgia meloni elly schlein matteo renzi

DAGOREPORT - IN ITALIA, DOPO TANTI OMETTI TORVI O INVASI DI VANITÀ, SI CERCANO DONNE FORTI. DONNE COL PENSIERO. DONNE CHE VINCONO. E, NATURALMENTE, DONNE IN GRADO DI COMANDARE, CAPACI DI TENER TESTA A QUELLA LADY MACBETH DELLA GARBATELLA CHE DA TRE ANNI SPADRONEGGIA L’IMMAGINARIO DEL 30% DEGLI ELETTORI, ALIAS GIORGIA MELONI - IERI SERA ABBIAMO ASSISTITO ATTENTAMENTE ALLA OSPITATA DI SILVIA SALIS A “OTTO E MEZZO”, L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO CHE DALLA LEOPOLDA RENZIANA E DAL CONI DELL’ERA MALAGÒ HA SPICCATO IL VOLO NELL’OLIMPO DELLA POLITICA, SINDACO DI GENOVA E SUBITO IN POLE COME LEADER CHE SBARACCHERÀ ELLY SCHEIN E METTERÀ A CUCCIA LA CRUDELIA DE MON DI COLLE OPPIO - DOPO MEZZ’ORA, PUR SOLLECITATA DA GRUBER E GIANNINI, CI SIAMO RITROVATI, ANZICHÉ DAVANTI A UN FUTURO LEADER, DAVANTI A UNA DONNA CHE DAREBBE IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA ALL'AUTORE DE "IL MANUALE DELLA PERFETTA GINNASTICATA" - ECCITANTE COME UN BOLLETTINO METEO E LA PUBBLICITÀ DI TECHNO-GYM, MELONI PUO' DORMIRE SONNI TRANQUILLI - VIDEO

john elkann donald trump

DAGOREPORT – ITALIA, BYE BYE! JOHN ELKANN NON NE PUÒ PIÙ DI QUESTO DISGRAZIATO PAESE CHE LO UMILIA SBATTENDOLO PER 10 MESI AI "SERVIZI SOCIALI", COME UN BERLUSCA QUALSIASI, E STUDIA LA FUGA NEGLI STATI UNITI - PRIMA DI SPICCARE IL VOLO TRA LE BRACCIA DEL SUO NUOVO IDOLO, DONALD TRUMP, YAKI DEVE LIBERARSI DELLA “ZAVORRA” TRICOLORE: CANCELLATA LA FIAT, TRASFORMATA IN UN GRUPPO FRANCESE CON SEDE IN OLANDA, GLI RESTANO DUE GIORNALI, LA FERRARI E LA JUVENTUS – PER “LA STAMPA”, ENRICO MARCHI È PRONTO A SUBENTRARE (MA PRIMA VUOLE SPULCIARE I CONTI); PER “REPUBBLICA”, IL GRECO KYRIAKOU È INTERESSATO SOLO ALLE REDDITIZIE RADIO, E NON AL GIORNALE MANGIASOLDI E POLITICAMENTE IMPOSSIBILE DA GOVERNARE) - DOPO IL NO DI CARLO FELTRINELLI, SAREBBERO AL LAVORO PER DAR VITA A UNA CORDATA DI INVESTITORI MARIO ORFEO E MAURIZIO MOLINARI – SE IL CAVALLINO RAMPANTE NON SI TOCCA (MA LA SUA INETTA PRESIDENZA HA SGONFIATO LE RUOTE), PER LA JUVENTUS, ALTRA VITTIMA DELLA SUA INCOMPETENZA, CI SONO DUE OPZIONI IN BALLO…