MARE MONSTRUM – LE VITTIME DELLA STRAGE ANNEGANO UNA SECONDA VOLTA NELL’IPOCRISIA DELL’EUROPA CHE TRATTA LAMPEDUSA COME SE FOSSE PROVINCIA ROMANA E NON L’AVAMPOSTO DI UN CONTINENTE - ARRIVEDERCI ALLA PROSSIMA STRAGE

1. IMMIGRATI
Jena per "La Stampa"
Arrivederci alla prossima strage

2. PER CHI PIANGE L'EUROPA
Massimo Gramellini per "La Stampa"
Quanta ipocrisia sulle facce dei potenti listate a lutto, mentre le vittime della strage annegano una seconda volta nella retorica. Quanto cinismo tra i leghisti che considerano una soluzione respingere i disgraziati, affinché si rassegnino a morire a casa propria: lontano dagli occhi, lontano dal cuore.

Intanto in tv va in scena il rito della commozione a reti unificate, la ricerca del caso umano, l'intervista all'eroe da esibire nei talk show per far dimenticare le radici di questo dramma, più ampio nelle dimensioni ma identico ai tanti altri che ci sono scivolati addosso senza lasciare traccia, a parte uno spruzzo di lacrime.

Finché i disperati in fuga dalla violenza e dalla miseria marcivano a spese nostre nei lager di Gheddafi, nessuno si interessava alla loro sorte. Adesso che le gabbie si sono aperte e le bagnarole dei banditi hanno ripreso il largo, si piangono i morti e si continuano a ignorare i vivi.

L'Europa, che fa la morale all'Italia per lo sfondamento di un parametro economico o la dimensione non regolamentare di una zucchina, tratta Lampedusa come se fosse una provincia romana anziché l'avamposto di un continente. Tutti sanno che l'unica soluzione consiste nel pattugliare le coste africane e mettere in salvo quei poveri cristi prima che le bagnarole affondino, invece di fingersi ogni volta sorpresi per il loro arrivo. Ma iniziative simili richiedono un cuore e una testa, non solo un apparato lacrimatorio da sepolcri imbiancati. Richiedono una visione politica, che nell'Europa dei paurosi sembra avere fatto naufragio.

3. L'ONU: È COLPA DEGLI STATI. CON LE POLITICHE DI REPRESSIONE CONTINUERANNO LE TRAGEDIE
Paolo Mastrolilli per "La Stampa"

«Gli stati devono riflettere sulla loro responsabilità. Per motivi di politica interna hanno criminalizzato l'immigrazione del lavoro, consegnandola nelle mani dei trafficanti di esseri umani. Finché non cambieranno atteggiamento, questi drammi continueranno a ripetersi».
Il caso ha voluto che la tragedia di Lampedusa avvenisse la notte prima dell'High Level Dialogue on Migration all'Assemblea generale dell'Onu, cioè il vertice mondiale sul tema delle migrazioni. Quindi siamo andati ad incontrare François Crepeau, Special Rapporteur on the protection of migrants, ossia la persona incaricata dalla Commissione Diritti Umani del Palazzo di Vetro di studiare il problema e suggerire soluzioni.

Perché avvengono disastri come quello di Lampedusa?
«L'immigrazione irregolare non è sempre esistita. Durante gli Anni Quaranta, Cinquanta, anche Sessanta, migliaia di persone sono venute in Europa dall'Africa e dalla Turchia, senza questi drammi. Non avevano i documenti, ma poi cominciavano a lavorare e venivano regolarizzati.

Ora invece si è creato un meccanismo fatale, composto da tre elementi: la spinta a scappare dai Paesi d'origine, dove oltre alla fame spesso c'è la violenza; l'attrazione costituita dal lavoro, presente nei Paesi di destinazione; e la barriera costruita in mezzo dalla repressione. Da qui nascono le tragedie».

Cosa si può fare per evitarle?
«Il primo passo sarebbe una discussione franca sulla domanda di lavoro che esiste nei Paesi del nord globale, e in tutte le economie in rapida espansione. Questi stati hanno bisogno di manodopera poco specializzata, in settori come l'agricoltura, l'edilizia, gli ospedali, però non vogliono riconoscerlo, perché farlo li obbligherebbe a trattare meglio gli immigrati. Quanto siamo disposti a pagare le fragole o gli asparagi? Poco, e quindi dobbiamo pagare poco chi li produce».

Quali problemi risolverebbe ammettere la domanda di lavoro?
«Una volta affermata questa necessità, diventerebbe possibile creare nuovi canali legali di immigrazione, controllati dagli Stati e quindi sicuri. Però ci sarebbe un costo da pagare, cioè riconoscere i diritti di chi arriva. Ad esempio parliamo sempre degli immigrati illegali, ma mai dei datori di lavori irregolari. Perché un manovale venuto dall'Africa non deve essere pagato il giusto? Perché gli imprenditori che sfruttano i lavoratori non vengono perseguiti? Perché questo farebbe chiudere molte aziende, e ai politici non conviene».

Quali colpe hanno l'Italia e l'Europa, e cosa dovrebbero fare?
«Gli Stati devono riflettere sulla loro responsabilità per queste morti. L'immigrazione irregolare viola le leggi, ma non è un reato contro la persona, la proprietà o la sicurezza. Il 99,9% dei migranti non rappresenta una minaccia, eppure sono stati criminalizzati e trasformati in capri espiatori.

Così i governi, spinti soprattutto dai movimenti estremisti di destra, hanno puntato sulla repressione per ragioni di politica interna, creando le condizioni per tragedie come quella di Lampedusa. La repressione ha creato la barriera, consegnando tutto il potere ai trafficanti, che sono i veri padroni dei confini e violano i diritti umani dei migranti. Fino a quando gli Stati non cambieranno atteggiamento, le stragi continueranno».

 

 

lampedusa extra lampedusa lampedusa lampedusa lampedusa lampedusa lampedusa lampedusa lampedusa lampedusa

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...