avvelenamento tallio

L'AMMAZZAFAMIGLIE - ''MATTIA, COME HAI FATTO AD AVVELENARLI, DOVE HAI NASCOSTO IL VELENO?'' ''MI DISPIACE MARESCIALLO, RIMARRÀ CON QUESTO DUBBIO TUTTA LA VITA''. IL 27ENNE CHE HA PROVATO A STERMINARE COL TALLIO LA SUA FAMIGLIA DUE ANNI FA AVEVA PERSO IL LAVORO E USCIVA DALLA STANZA SOLO PER MANGIARE - LE FOBIE, LE MANIE DI PERSECUZIONE, LA SETTA...

 

Federico Berni e Cesare Giuzzi per il ''Corriere della Sera''

 

«Mattia, come hai fatto ad avvelenarli, dove hai nascosto il veleno?».

«Mi dispiace maresciallo, rimarrà con questo dubbio tutta la vita».

 

solfato di tallio

Mattia Del Zotto ha gli occhi scuri, il viso magro coperto da una barba di un paio di centimetri. Indossa una felpa scura a collo alto e una tuta. Non piange, non si dispera neanche quando i carabinieri gli elencano le prove raccolte contro di lui. «Non ho bisogno di un' altra persona per difendermi, potete scegliere l' avvocato che più vi aggrada. Sono stato io. Non saprete mai perché l' ho fatto. Non voglio collaborare con la vostra istituzione o con altre istituzioni di questo Stato».

 

La prima vita di Matteo Del Zotto finisce a 25 anni. Studia ragioneria, lavora in un call center, poi come manovale e magazziniere. Non ha vizi né strani giri. Una sola passione: la palestra. I pochi amici lo ricordano come un ragazzo muscoloso, «uno grande e grosso», come si dice in Brianza.

 

Ma non come un ragazzo violento. La mamma Cristina Palma, interrogata dai carabinieri, dice che la prima vita di Mattia finisce due anni fa quando perde il lavoro in un supermercato di Paderno Dugnano: «Da quel momento abbiamo avuto un rapporto difficoltoso con nostro figlio. È diventato introverso e ha intrapreso un percorso di chiusura relazionale con tutti».

 

maria gioia pittana, giovanni e patrizia del zotto

Nelle parole fredde del verbale si nasconde il dramma di due genitori che forse non si sono resi conto del buio che in questi mesi stava inghiottendo il loro unico figlio: «Abbiamo provato a proporgli l' aiuto di uno psicologo, ma lui stava bene così». I Del Zotto allora si rivolgono a Wimala, una cromoterapeuta: «È venuta a casa nostra, ha parlato con Mattia».

Ma nulla cambia. Anzi. Il 27enne non esce più dalla camera se non per mangiare.

«Era sempre al computer, diceva che stava cercando lavoro o che aveva delle collaborazioni via Internet».

 

Il ragazzo viene travolto da fobie e manie di persecuzione: «Dalla camera ha tolto tutto, soprammobili o robe simili, lasciando solo i vestiti. Le cose essenziali. Quando termina di utilizzare qualcosa di elettrico, deve togliere per forza tutte le prese. Se dopo aver usato il microonde lascio l' adattatore attaccato alla spina, lui deve toglierlo e riporlo in un cassetto. In camera non vuole la tv, ma se io e mio marito la guardiamo e c' è la pubblicità, lui cambia canale: si alza e deve farlo direttamente dalla tv perché è contro l' uso del telecomando...».

 

Mattia smette di guidare («Non sopportava l' idea che una macchina da dietro potesse fare gli abbaglianti o suonare il clacson») e anche di usare i mezzi pubblici («Dice che sopra ci sono persone arroganti e che bestemmiano»). Il ragazzo non ha amici, neppure una fidanzata. Quando gli inquirenti gli chiedono se abbia mai avuto una ragazza o abbia fatto sesso lui alza le spalle: «Non sento questo impulso».

 

giovanni e patrizia del zotto

Alle manie si aggiunge il deliro mistico. «Ci ha detto di non essere più cattolico e che sta seguendo una religione di cui non ci ha dettagliato», racconta la madre: «La mia deduzione è che si tratti di una specie di setta... questo stile di vita è ispirato da un gruppo chiamato "Concilio Vaticano II". Una volta mi ha fatto vedere un video di papa Francesco che guardava una coppia ballare il tango e ha criticato l' atteggiamento del Pontefice. Eppure sono anni che non entra in una chiesa, ai funerali dei nonni e della zia Patrizia non è neppure venuto...». Il ragazzo confermerà poi ai carabinieri di essersi «avvicinato da tre anni alla religione ebraica».

 

TALLIO

La madre, che ancora non sa dei sospetti degli investigatori, però difende il figlio: «Ultimamente ce l' ha con il mondo intero. Però non credo sia in grado di fare del male a nessuno.

 

Suppongo che nel caso si sarebbe rivolto prima contro me e mio marito». Il padre Domenico, figlio e fratello delle tre vittime, conferma che Mattia non esce dalla sua stanza se non per mangiare: «Caratterialmente non è propenso ad avere contatti con le persone».

 

Il profilo che emerge dalle 29 pagine di ordinanza firmate dal gip Federica Centonze, è drammaticamente simile a quello dei mass murder americani. Agli investigatori ha detto soltanto di avere ucciso «esseri impuri».

 

Per acquistare il tallio (aveva cercato informazioni anche sull' arsenico) crea l' account di posta elettronica fittizio a nome «Davide Galimberti». Decide di rivolgersi a un' azienda di Padova, la sola che accetta pagamenti in contanti e ritiro di persona. A un certo punto, in una mail, si lamenterà perché nella fattura gli viene addebitata due volte l' Iva. Va a Padova a ritirare il tallio il 15 settembre. Il giorno del suo 27esimo compleanno.

ospedale desio

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