la soldatessa alla visita militare

MEJO DI UN B-MOVIE! IL MARESCIALLO INFOIATO RUBA LE MUTANDE ALLE SOLDATESSE - IL MILITARE GUARDONE AVEVA PIAZZATO ANCHE DELLE MICROCAMERE NEGLI SPOGLIATOI DELLE DONNE IN DIVISA: 23 DI LORO SONO FINITE NUDE NEL SUO "ARCHIVIO" – LA “FERMA CONDANNA” DELL'ESERCITO

la soldatessa alla visita militare

GIORDANO TEDOLDI per Libero Quotidiano

 

L' avevamo sempre saputo che le commedie all' italiana, anche le più pecorecce, se non rispettavano fedelmente la realtà di certo ci andavano molto vicino. Così oggi, di fronte alla vicenda di un maresciallo dell' esercito italiano di 54 anni, citato in giudizio con l' accusa di aver installato, nella caserma "Severino Lesa" di Remanzacco (Udine), microcamere nascoste in due spogliatoi e negli alloggi di una palazzina riservata al personale militare femminile, come non rievocare titoli immortali come "La soldatessa alla visita militare" e il suo sequel "La soldatessa alle grandi manovre", o "La dottoressa ci sta col colonnello"?

 

la dottoressa ci sta col colonnello

Intendiamoci, come si evince dai titoli, quei film erano spudoratamente maschilisti: le soldatesse, le infermiere degli ospedali militari, le varie Nadia Cassini e Edwige Fenech, erano collaboratrici attive della sfrenata libidine di truppa e ufficiali e le loro divise erano più adatte a una soubrette che a un militare o a un' infermiera. Qui, per carità, la dottoressa non ci sta per niente col colonnello, e le soldatesse sono esclusivamente vittime del maresciallo guardone. Il quale a quanto pare non è solo guardone, ma anche non poco feticista, perché non pago di aver spiato il privato di ventitré soldatesse (e avere carpito dati e immagini dai loro smartphone, tablet e computer), avrebbe sottratto a tre di loro, entrando di nascosto nei loro alloggi, la biancheria intima. Le militari, che nel frattempo sono state assegnate a vari corpi armati o alla polizia, hanno scoperto delle attenzioni indebite del maresciallo infoiato solo all' apertura del procedimento penale.

 

la soldatessa alla visita militare

NOTA DELL' ESERCITO L' esercito in una nota non usa mezzi termini e «ribadisce la totale intransigenza e ferma condanna nel perseguire i comportamenti che violano l' etica militare e non rispettano i principi e i valori di riferimento della nostra Istituzione, screditando tutti gli appartenenti all' Esercito che, invece, con profonda onestà e professionalità, svolgono quotidianamente il proprio dovere, in Italia e all' estero, anche a rischio della propria vita». Benissimo, tutto giusto, però di fronte a una nota così vibrante verrebbe quasi da dire: troppa grazia! Addirittura scomodare il rischio della vita! Infatti, leggendo le cronache su questo squallido fatto, abbiamo apprezzato che, dopo aver fatto come noi l' inevitabile accostamento con certe scene della commedia militaresca in voga (si fa per dire) negli anni Settanta, molti si siano affrettati a dire che non c' è nulla da ridere. Però, e non per essere politicamente scorretti per forza, perché essere ipocriti? Un po' da ridere c' è. O quantomeno, c' è del ridicolo.

 

Parliamo ovviamente del maresciallo - sempre naturalmente che le accuse siano provate nel processo che lo attende a ottobre - il quale, a nostra memoria, è il primo appartenente alle forze armate che emula (o che viene scoperto emulare) Lino Banfi nel ruolo dell'"arrapeto" colonnello Anacleto Punzone; o Renzo Montagnani nel ruolo del non meno ingrifato colonnello Narciso Fiaschetta.

 

la dottoressa ci sta col colonnello

Considerata la sua età, il sottufficiale guardone può benissimo aver visto quelle infime pellicole nella sua adolescenza (magari sono state decisive a indirizzarlo nella carriera militare) e, chissà, a distanza di anni, complici le attuali tecnologie, anche lui avrà pensato di poter ripetere le gesta dei suoi veri eroi: che non erano evidentemente Alessandro, Carlo Magno, Napoleone o il generale Patton, ma il colonnello Punzone e il colonnello Fiaschetta.

 

TONI INDIGNATI Dopodiché, certo, esiste il tema, serio, del maschilismo nelle caserme, ma quella è questione ben diversa e più complessa, che non si può misurare con un episodio farsesco - per quanto, naturalmente, decisamente intollerabile per le vittime - come questo. Toni particolarmente indignati, vibranti proteste a tutela dell' onore dell' esercito, e altri simili proclami, francamente ci sembrano sproporzionati all' evento.

 

Di certo c' è che la guerra è una cosa tragica, affidarla a personaggi che potrebbe essere usciti da una farsa non ci rassicura non solo sotto il profilo etico, ma nemmeno sotto quello militare. E comunque, la vicenda ribadisce ancora una volta che i test psico-attitudinali, quegli esami psicologici che dovrebbero valutare l' equilibrio e il controllo mentale di persone incaricate di ruoli delicati, e che tutti i candidati sostengono al momento di entrare nell' esercito, non sono granché affidabili. Forse sarebbe meglio chiedergli quali sono i loro film preferiti.

 

banfi

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…