roberto saviano processo corrado formigli michela murgia paola belloni

SAVIANO SOGNAVA LO SCONTRO IN AULA CON LA MELONI PER FARE UNO SHOW, MA NON LO AVRÀ – NUOVA UDIENZA DEL PROCESSO PER DIFFAMAZIONE INTENTATO DALLA PREMIER CONTRO LO “SGOMORRATO”, CHE AVEVA DEFINITO LEI E SALVINI “BASTARDI” – IL GIUDICE RESPINGE LA RICHIESTA DELLA DIFESA DI ASCOLTARE MELONI – LO SCRITTORE, “SCORTATO” DA MICHELA MURGIA E DALLA COMPAGNA DI ELLY SCHLEIN, PAOLA BELLONI: “NON VOGLIONO UN PROCESSO POLITICO” – CORRADO FORMIGLI: “UNA PREMIER NON PERSEGUE LE PAROLE DI UNO SCRITTORE”

 

1 – SAVIANO, LA PREMIER NON TESTIMONIERÀ

Estratto dell'articolo di Antonio Bravetti per “La Stampa”

 

roberto saviano in tribunale

«Siamo 50 e 50». Sono le possibilità di vittoria secondo Antonio Nobile, l'avvocato di Roberto Saviano. E' appena uscito dall'aula 13 "Paolo Borsellino" del tribunale di Roma […]

 

La giudice Eleonora Calevi ha appena respinto la richiesta della difesa di ascoltare Giorgia Meloni, l'accusatrice che ha querelato Saviano per diffamazione. Saviano in aula ha taciuto. La premier non ha risposto alla sua chiamata. Perché? «Non vogliono un processo politico al governo», dice ora il giornalista. Accanto a lui ci sono due agenti di scorta e poi c'è un'altra "scorta", mediatica e culturale. Offrono solidarietà col corpo e col volto: Michela Murgia, Teresa Ciabatti, il presidente Fnsi Vittorio Di Trapani.

ROBERTO SAVIANO AL TRIBUNALE DI ROMA

 

E poi c'è Paola Belloni, la compagna di Elly Schlein, alla prima uscita pubblica, in solidarietà all'autore di "Gomorra". Raccontano che nel Pd non fossero contenti di questa presa di posizione della giovane sarda, originaria di Nuoro. Ma lei è qui, nell'aula del tribunale, in tailleur nero e tacchi alti. Segue attenta, in silenzio. Solo una frase, quando l'avvocato di Meloni non contro interroga Noury: «Non s'impegna molto, forse sanno già di vincere?».

 

[…]

 

michela murgia al processo per diffamazione a roberto saviano

Tutto è rinviato al 12 ottobre, prossima udienza e forse la sentenza. Il legale di Saviano ha chiesto per quella data «un'aula più adeguata alla partecipazione pubblica». Ieri è stato permesso di entrare solo a una decina di persone. Gli altri fuori, non c'era spazio, mentre dentro sfilavano i testimoni della difesa.

 

Prima Corrado Formigli, conduttore di Piazzapulita, la trasmissione di La7 in cui nel 2020 Saviano definì «bastardi» Meloni e Salvini. Poi Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia, l'associazione che tre anni fa produsse un report sui «discorsi d'odio» dei leader politici in campagna elettorale. «Nel 91% dei casi- ha fatto mettere a verbale ieri- prendevano di mira i migranti» ed erano pronunciati in larghissima parte da esponenti di Lega e FdI.

 

corrado formigli al processo per diffamazione a roberto saviano 1

[…] La difesa ha chiesto di convocare Meloni in aula, per «sentire dalla viva voce della querelante» la sua «percezione della valenza diffamatoria» delle parole pronunciate da Saviano in tv.

 

[…]  Pochi minuti dopo, lasciando la cittadella giudiziaria di Roma, lo scrittore la spiega così: «Se qualcuno ti querela deve dire davanti al giudice per cosa si duole. Trovo l'atteggiamento molto fragile». Tornando sulla frase al centro del processo, ribadisce che la sua è stata «una valutazione molto precisa: cioè il disprezzo verso persone che dinanzi alla morte in mare usavano quei termini.

paola belloni al processo per diffamazione a roberto saviano 1

 

Io coinvolgo sia Salvini che Meloni che chiedono di affondare le ambulanze del mare delle varie Ong, che parlano di persone che non stavano affatto rischiando vita e miseria ma venivano qui a fare crociere. Quando vedo quella madre del servizio a Piazzapulita, che dice "I lost my baby", ho perso il mio bambino, io dico: "Bastardi come avete potuto? Come avete potuto permettere in questi anni questi toni? Questo odio verso questa donna che ha appena visto il bambino affondare e affogare?". E' stata certamente una dichiarazione emotiva, ma anche razionale».

 

2 – IN TRIBUNALE CON SAVIANO. UNA PREMIER NON PERSEGUE LE PAROLE DI UNO SCRITTORE

Estratto dell'articolo di Corrado Formigli per “Domani”

 

roberto saviano corrado formigli - piazzapulita

[...] Ieri ho testimoniato al processo da lei intentato contro Roberto Saviano. E pareva di sognare, tra giudici, avvocati, carabinieri, polizia e telecamere. Perché il tutto girava intorno alla parola “bastardi” che lo scrittore pronunciò proprio a Piazzapulita nei confronti di Meloni e Salvini dopo aver visto un reportage sulla morte per annegamento di un bambino tra le braccia della sua mamma guineana.

 

Quella parola era insieme imprecazione e critica politica, l’atto di accusa verso chi, per anni, col discorso d’odio ha alimentato la paura dell’invasione e della sostituzione etnica, imbastito una campagna feroce contro le Ong.

 

corrado formigli al processo per diffamazione a roberto saviano

Una critica politica che - chi segue Saviano lo sa bene – non ha risparmiato neppure la sinistra, colpita da accuse e improperi altrettanto duri per l’ipocrisia e la doppiezza sul tema migratorio. Meloni, dopo quella puntata, querelò Saviano, sentendosi colpita e offesa. Ci stava, allora. Non sono fra quelli che pensano che un politico debba sempre e comunque astenersi dalla denuncia penale.

 

Ma ieri Meloni, nel frattempo diventata la persona più potente d’Italia, era ancora lì, in quell’aula di tribunale, tramite il suo avvocato. Monopolizzando un’aula di giustizia per la sua personale resa dei conti contro l’avversario di sempre. Alla ricerca della punizione esemplare, del chiodo al quale appendere, d’ora in poi, il diritto di critica. Non più Calimero della politica ma premier con ambizioni globo-terracquee. Eppure, ancora incapace di calarsi nei vestiti nuovi del Presidente di tutti. Di usare un linguaggio, anche del corpo, consono all’incarico che ricopre.

 

corrado formigli roberto saviano michela murgia

[...] Continuare a perseguire uno scrittore sotto scorta per una parola quando si tengono in mano le leve del potere è però qualcosa di più che un atteggiamento bellicoso e divisivo: è una strategia per ridisegnare i limiti del discorso pubblico. Dalle querele temerarie agli strali contro le serie tv diseducative, dalla nuova pedagogia patriottica della Rai al proibizionismo di Stato, il governo degli underdog diventa grande in fretta. E non ha mai smesso di sognare l’Ungheria di Orban.

ROBERTO SAVIANO AL TRIBUNALE DI ROMA paola belloni al processo per diffamazione a roberto saviano 3paola belloni al processo per diffamazione a roberto saviano 2

Ultimi Dagoreport

jackie kennedy e gianni agnelli a ravello nel 1962

JOHN KENNEDY E’ STATO IL PIÙ INFEDELE PUTTANIERE DEL XX SECOLO MA SUA MOGLIE JACQUELINE S’ATTACCAVA COME UN’IDROVORA A OGNI AUGELLO A PORTATA DI MANO (DAI DUE COGNATI ROBERT E TED PASSANDO PER SINATRA, BEATTY, MARLON BRANDO E VIA CHIAVANDO) - L’8 AGOSTO 1962, TRE GIORNI DOPO LA MORTE DI MARYLIN MONROE, JACKIE (INCAZZATA PER LE INDISCREZIONI SULLA LIAISON TRA IL MARITO E L’ATTRICE) RAGGIUNSE RAVELLO, SULLA COSTIERA AMALFITANA: FU ACCOLTA COME UNA REGINA DALL’ALLUPATISSIMO GIANNI AGNELLI – PER JACKIE, RAVELLO FECE RIMA CON PISELLO E LA VACANZA DIVENNE UN’ALCOVA ROVENTE (“LA VACANZA PIÙ BELLA DELLA SUA VITA”, RIPETEVA) AL PUNTO DA TRATTENERSI PIU’ DEL PREVISTO FINCHÉ NON PIOMBARONO 007 AMERICANI A PRELEVARLA COME UN ALMASRI QUALUNQUE PER RIPORTARLA A WASHINGTON DAL MARITO CORNUTO E INCAZZATO - LA VORACE JACKIE IMPARÒ A FARE BENE I POMPINI GRAZIE ALL'ATTORE WILLIAM HOLDEN: “ALL'INIZIO ERA RILUTTANTE, MA UNA VOLTA PRESO IL RITMO, NON SI FERMAVA PIÙ” –PER RIPICCA CI FU ANCHE UNA LIASON MARELLA AGNELLI-JOHN KENNEDY (CONFIDENZA DI INFORMATISSIMA SOCIALITE) - VIDEO

edmondo cirielli maria rosaria campitiello paolo di maio

“INUTILE FRUSTARE UN CIUCCIO MORTO, CAMBIA SPACCIATORE” – A PARLARE NON È UN HATER ANONIMO MA UN VICEMINISTRO DELLA REPUBBLICA: EDMONDO CIRIELLI, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D'ITALIA E NUMERO DUE DI TAJANI AGLI ESTERI, CHE SBROCCA SU FACEBOOK E INSULTA IL SINDACO DI NOCERA INFERIORE, PAOLO DI MAIO – A FAR ANDARE FUORI GIRI CIRIELLI È STATO UN POST DEL PRIMO CITTADINO SU ALCUNI INCARICHI DELLA COMPAGNA AL MINISTERO DELLA SALUTE, MARIA ROSARIA CAMPITIELLO – LA VIOLENTISSIMA REPRIMENDA DI CIRIELLI: “NELLA VITA PRIVATA NON HAI MAI FATTO NIENTE DI BUONO" - COME MAI CIRIELLI SE L’È PRESA COSÌ TANTO? FORSE SENTE LA SUA CANDIDATURA A GOVERNATORE DELLA CAMPANIA CHE SI ALLONTANA? O TEME UNA SCONFITTA BRUCIANTE, ASSAI PROBABILE SE IL CENTROSINISTRA RITROVA L’UNITÀ?

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...