
MERZ È FINITO ALL’ANGOLO – SUL CASO GAZA, MENTRE DIVERSI PAESI SI SONO ACCODATI ALLA FRANCIA NEL RICONOSCERE LO STATO DI PALESTINA, IL CANCELLIERE TEDESCO RESTA SCHIERATO PER IL “NO”, IN COMPAGNIA DI GIORGIA MELONI, E RISCHIA DI RIMANERE ISOLATO NELLA SUA OPPOSIZIONI ALLE SANZIONI EUROPEE CONTRO ISRAELE – MERZ NON È VOLATO A NEW YORK PER L’ASSEMBLEA ONU, A DIFFERENZA DEGLI ALTRI LEADER EUROPEI, ANCHE PER OCCUPARSI DELLE GRANE INTERNE: IL SUO CONSENSO È IN PICCHIATA, CON IL 62% DEI TEDESCHI CHE SI DICE SCONTENTO DEL SUO LAVORO. MENTRE LE SVATICHELLE DI AFD ARRIVANO AL 26% E SUPERANO LA CDU…
1 - GERMANIA, 'MERZ CROLLA NEI SONDAGGI'
FRIEDRICH MERZ - ALICE WEIDEL - FOTO LAPRESSE
(ANSA) - BERLINO, 23 SET - Sono in forte calo i consensi per il cancelliere tedesco Friedrich Merz in Germania, mentre crescono le preferenze per la leader di Afd, Alice Weidel. È quello che emerge in un sondaggio Insa pubblicato dalla Bild, che registra per la prima volta anche il sorpasso (già emerso in altri rilevamenti) dell'ultradestra sui conservatori.
Se in alto alle classifiche sulle preferenze personali resta il ministro della Difesa, Boris Pistorius (Spd), al primo posto, e al settimo si trova il vicecancelliere Lars Klingbeil, Alice Weidel si piazza al decimo, mentre il Kanzler scivola dal 14/imo al 18/imo. Un 62% degli intervistati si dice scontento del suo lavoro, mentre solo il 26 esprime soddisfazione.
Sul fronte del ranking dei partiti, Afd passa al 26% (0,5%) e l'Unione scivola in seconda posizione con un 24,5% delle preferenze (-1). Resta forte il distacco con gli altri partiti: con i socialdemocratici al 14,5% i verdi all'11%, la Linke all'11,5%. Sotto la soglia del 5% (indispensabile all'ingresso nel Parlamento) ci sono Bsw col 4% e i liberali con il 3,5%.
2 - ITALIA E GERMANIA SI TROVANO ALL’ANGOLO PIÙ DIFFICILE BLOCCARE LE SANZIONI A BIBI
Estratto dell’articolo di Marco Bresolin per “la Stampa”
Mentre a New York diversi Stati europei si sono accodati alla Francia di Emmanuel Macron con la decisione di riconoscere lo Stato di Palestina, ai tavoli di Bruxelles accelera il lavoro per adottare il pacchetto di sanzioni contro Israele che era stato proposto la scorsa settimana dalla Commissione europea.
L'intesa non è affatto scontata, ma cresce da più parti il pressing per prendere una decisione il prima possibile, anche sulla scia dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite e del clima che si è creato. Le osservate speciali restano l'Italia e la Germania – che hanno il peso per bloccare le misure commerciali, da approvare a maggioranza qualificata – e chi ha seguito i lavori ha colto qualche segnale di apertura da parte del governo Meloni, mentre da parte tedesca continua a regnare «un indecifrabile silenzio».
friedrich merz e giorgia meloni foto lapresse 6
Il punto sulle sanzioni è già stato inserito nell'agenda della prossima riunione dei 27 rappresentanti permanenti (Coreper) che si terrà domani: la presidenza danese – che ha assegnato una priorità elevata al dossier – intende ascoltare la posizione di tutti i Paesi [...]
Ma con ogni probabilità servirà altro tempo per arrivare a una decisione: il cancelliere Friedrich Merz intende portare il tema al tavolo del Consiglio europeo informale che si terrà mercoledì prossimo a Copenaghen e la premier Giorgia Meloni sembra ferma sulla stessa linea del collega. Ma chi ha seguito le discussioni tra gli esperti delle singole capitali, nel gruppo di lavoro che ha passato in esame le misure, ha colto un atteggiamento diverso tra il delegato italiano e quello tedesco.
FRIEDRICH MERZ - EMMANUEL MACRON
Ieri mattina c'è stato confronto sugli aspetti tecnici delle sanzioni nel gruppo di lavoro MaMa (Mashreq/Maghreb) e più fonti diplomatiche rivelano che dall'Italia è arrivato qualche segnale di apertura. Non soltanto sulle sanzioni ai coloni violenti e ai ministri, oltre ai leader di Hamas, ma anche sull'ipotesi di sospendere le agevolazioni commerciali previste dall'accordo di associazione Ue-Israele.
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boris pistorius e Friedrich Merz
È invece rimasto nuovamente in silenzio il delegato tedesco, in linea con l'atteggiamento del suo ambasciatore nella riunione della scorsa settimana. Un silenzio che gli addetti ai lavori faticano a decifrare: «La spinta che arriva da New York – ragiona una fonte diplomatica – potrebbe portare la Germania verso il sostegno, ma la reazione israeliana potrebbe invece avere l'effetto opposto». Oggi ci sarà un nuovo incontro tra gli esperti del gruppo MaMa per chiarire gli ultimi aspetti da un punto di vista tecnico, dopodiché sarà il momento delle valutazioni politiche. [...]
3 - I DILEMMI POLITICI DEL CANCELLIERE MERZ CHE INTANTO SCEGLIE DI RESTARE A BERLINO
Estratto dell’articolo di Mara Gergolet per il “Corriere della Sera”
LARS KLINGBEIL E FRIEDRICH MERZ
Andrà o non andrà? Alla fine, quando l’aereo della Bundesrepublik è partito da Berlino ieri mattina con il ministro degli Esteri Johann Wadephul e i giornalisti al seguito, è arrivata anche la conferma che il cancelliere Friedrich Merz non parteciperà per nulla alla settimana di New York. Non parlerà neppure all’Assemblea generale [...]
È una scelta insolita. Merz si è distinto per l’attivismo, è chiamato Aussenkanzler, il cancelliere degli Esteri. Eppure al suo primo gran ballo al Palazzo di Vetro ha disertato, mentre altre delegazioni (come i cinesi) hanno alzato il livello dei propri rappresentanti.
Si dedicherà alla politica interna: non si poteva, dice il suo ufficio, conciliare le scalette. A Berlino è una settimana delicata: mercoledì il dibattito generale sul bilancio, giovedì l’elezione del giudice costituzionale (a luglio, il siluramento della candidata Spd aveva quasi aperto una crisi di governo).
[...] Merz ha deciso di prendere di petto la situazione in casa. Sarà il «cancelliere domestico». Però c’è senza dubbio un’altra considerazione, di politica internazionale. La Germania non riconosce la Palestina, come l’Italia crede che possa essere solo la tappa finale di un processo diplomatico.
Soprattutto, però, Merz non voleva rovinare la festa a Macron e alla sua iniziativa. Né dover sostenere posizioni diverse dal consenso franco-britannico che si va creando. Meglio restarne fuori e mandare il fidato Wadephul. Berlino resta al fianco di Israele.
giorgia meloni friedrich merz . foto lapresse.
Il cancelliere, fin da giovane, ha fatto della responsabilità verso il popolo ebraico il proprio credo: come tanti della sua generazione. Quando ha parlato in sinagoga la scorsa settimana, citando a proposito della Shoah la frase di Hannah Arendt «come è potuto succedere tra noi uomini», la voce si è incrinata e ha pianto.
[...] Spetterà a Merz decidere molto presto — entro il 1° ottobre — se accettare le sanzioni Ue a Israele o affossare, in forza della potenza tedesca, quanto la maggioranza ha deciso. È un dilemma gigantesco, morale prima ancora che politico. Per ora Merz ha preferito non esporsi. [...]
Friedrich Merz - esercito tedesco
friedrich merz e giorgia meloni foto lapresse.