rapina pistola puntata

ITALIA A MANO ARMATA - “MI PUNTAVA LA PISTOLA CONTRO, MI SONO DIFESO” – PARLA IL GIOIELLIERE DI FRATTAMAGGIORE, INDAGATO PER OMICIDIO COLPOSO, PER AVER SPARATO E UCCISO UN BANDITO: HO VISTO L' ARMA RIVOLTA VERSO DI ME, HO AVUTO PAURA E…”

PEPPE RINALDI per Libero Quotidiano

rapina gioielliere frattamaggiore

 

Non parla con nessuno Luigi Ferrante, il giovane gioielliere di Frattamaggiore che sabato sera ha ucciso uno dei rapinatori che avevano assaltato il suo negozio. Non ne ha voglia, dice di non sentirsi ancora bene, lo choc ha i suoi imperscrutabili, comprensibili effetti. Le uniche frasi che lo collegano al mondo esterno, scarne ma significative, sono arrivate attraverso amici in grado di avvicinare la sua famiglia. Ieri Il Mattino le ha virgolettate offrendo un' utile ricostruzione per comprendere i tumulti d' animo di chi ha visto a repentaglio la propria vita, i propri beni, i propri cari.

 

Luigi Corcione, 32 anni, bisnipote d' arte per aver ereditato l' attività commerciale fondata nel 1880 dal padre di suo nonno, dice che «per ora intendo restare chiuso in casa. Sto troppo male, non ho voglia di parlare». Ripensando ai momenti di un sabato sera dal corso principale affollato come sempre e frizzante per l' imminente Carnevale, ancora non mette a fuoco con precisione i fotogrammi della tragedia. Dice solo che quando ha sparato a Raffaele Ottaiano (il rapinatore rimasto sull' asfalto, ndr) «è stata la prima volta in vita mia, non l' avevo mai fatto».

 

RAPINA FRATTAMAGGIORE

SCENA DA FILM Fino a ieri mattina la notizia della sua iscrizione nel registro degli indagati era certa seppur ufficiosa: dal pomeriggio è diventata ufficiale, Luigi dovrà rispondere di omicidio colposo da eccesso di legittima difesa. Glielo hanno comunicato i carabinieri su disposizione della procura di Napoli Nord che indaga per competenza territoriale sull' area di Frattamaggiore. È l' unica novità nell' ambito dell' ennesima scena da film con protagonisti rapinatori e rapinati d' Italia.

 

Ma Luigi Corcione è un uomo a pezzi, con il doppio problema di dover rispondere alla sua coscienza e ad una giustizia appesantita da una legislazione non troppo allineata con le vicissitudini dei governati, una vecchia storia: «Ho quella pistola da quando sono subentrato nell' attività di famiglia ma non l' avevo mai usata», afferma, «neppure puntata mai verso qualcuno».

 

rapina gioielleria

Poi, è andata com' è andata, con le scene dell' assalto viste sul monitor a circuito chiuso da casa, nello stesso stabile, attraverso il quale controllava il negozio: i ragazzini dentro che cercano un souvenir per San Valentino prima di fuggire via terrorizzati, il primo rapinatore che entra dopo aver indossato la maschera di Hulk, lui che corre giù, la commessa che urla e riesce a nascondersi nel retrobottega, Raffaele Ottaiano che gli punta la pistola contro. «È stato un attimo, ho visto l' arma del rapinatore rivolta verso di me, ho sparato, non ho capito più nulla, è stato tutto velocissimo».

 

L' AUTOPSIA Ora che è ufficialmente indagato Luigi sarà sentito in modo formale dagli inquirenti, coordinati dal procuratore capo di Napoli Nord Alfredo Greco, in attesa dell' autopsia sul corpo del rapinatore caduto sotto il suo fuoco. Va precisato che se non fosse stato sottoposto formalmente ad indagini i suoi legali non avrebbero potuto partecipare a questo fondamentale passaggio per la ricostruzione della dinamica dei fatti.

 

rapina gioielleria

«La proprietà privata deve essere inviolabile. Nessun cittadino, in qualunque parte d' Italia, dovrebbe temere per la propria vita», ha dichiarato Mara Carfagna (Fi). «In nessun caso chi si difende, con una reazione proporzionata, deve essere considerato alla stregua del delinquente che ha provato a rapinarlo. Il centrodestra considera la riforma della legittima difesa utile e necessaria e per questa ragione l' ha inserita tra i punti del programma col quale vuole governare il Paese dopo le elezioni del 4 marzo. Già in questi anni abbiamo sollecitato la maggioranza a riformarla, ma il Pd, come sempre sordo ai suggerimenti, ha proposto una legge piena di contraddizioni, rabberciata, che, infatti, non è stata approvata».

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…