alessio casimirri

MICA C’È SOLO CESARE BATTISTI – ALESSIO CASIMIRRI FACEVA PARTE DEL COMMANDO CHE RAPÌ MORO E ORA FA LO CHEF IN NICARAGUA, DOVE È PROTETTO DAL REGIME SANDINISTA – NEL 2004 FU NEGATA L’ESTRADIZIONE IN ITALIA, MA CON LA CRISI DI ORTEGA POTREBBE CAMBIARE QUALCOSA – EPPURE LUI NON FA NIENTE PER NASCONDERSI, E ANCHE A CAPODANNO HA OFFERTO LE SUE SPECIALITÀ DI PESCE AGLI AVVENTORI DEL SUO RINOMATO RISTORANTE ALLA PERIFERIA DI MANAGUA

Giacomo Amadori per “la Verità”

 

alessio casimirri in copertina su la prensa

Tutta l' Italia sa che Cesare Battisti è latitante. Le autorità brasiliane gli stanno dando la caccia e il presidente Jair Bolsonaro ha promesso di consegnare l' ex terrorista dei Pac al nostro Paese. Ma c' è un altro fuggitivo che vive un po' più a Nord, ma pur sempre al caldo, che non si fila quasi nessuno. Eppure lui non fa niente per nascondersi. Nella notte di San Silvestro ha offerto le sue specialità di pesce agli avventori del suo rinomato ristorante alla periferia di Managua, la capitale del Nicaragua.

 

Stiamo parlando di Alesso Casimirri, romano, classe 1951: fece parte del commando delle Br che in via Fani freddò i cinque uomini della scorta di Aldo Moro. Personalmente uccise pure il giudice Girolamo Tartaglione e poi, prima di essere condannato a plurimi ergastoli, scappò in Africa e quindi in Nicaragua, dove approdò con l' alias di Guido Di Giambattista.

 

BRIGATE ROSSE ALESSIO CASIMIRRI

Qui ha combattuto al fianco dei sandinisti e del loro leader Daniel Ortega contro il tentativo dei Contras (paramilitari sostenuti dagli Usa) di rovesciare il governo rivoluzionario. Dopo la vittoria definitiva, nel 1988 ottenne la cittadinanza, anche perché aveva sposato una donna del posto che gli aveva dato due figli, oggi di 33 e 30 anni. Ha fatto l' istruttore dei sub delle truppe speciali nicaraguensi (anche se lui preferisce ricordare i corsi per la Croce rossa), poi è passato all' opposizione insieme con i suoi compagni rivoluzionari. Ha costruito una villa e ha aperto due ristoranti. Nel 2004 la Corte costituzionale nicaraguense ha negato l' estradizione in Italia.

 

Nel 2015 il ministro della Giustizia Andrea Orlando tornò alla carica, annunciando «l' urgente ricognizione dello stato delle procedure di ricerca all' estero del latitante Alessio Casimirri, condannato tra l' altro in via definitiva per il sequestro e l' uccisione di Aldo Moro». Orlando definì «obiettivo essenziale e irrinunciabile (...) la consegna alla giustizia italiana del pluriergastolano Casimirri, nonostante le decisioni negative fin qui assunte dalle autorità della Repubblica del Nicaragua». Da allora il silenzio, anche perché in Nicaragua dal 2007 sono di nuovo al potere i sandinisti di Ortega.

 

il ristorante gastronomia el buzo di alessio casimirri a managua

Nei mesi scorsi hanno trasformato il loro governo in un regime del terrore che ricorda la deriva chavista del Venezuela. Nel 2018 sono stati uccisi quasi 500 manifestanti in tre mesi di proteste di piazza. Con Ortega sul viale del tramonto, Casimirri potrebbe perdere la protezione che negli ultimi 35 anni gli ha evitato l' estradizione.

 

È un po' quanto accaduto a Battisti dopo la sconfitta del candidato del Partito dei lavoratori brasiliano e l' arresto dell' ex presidente Luiz Inácio Lula da Silva. Casimirri, il cui nome di battaglia era Camillo, ha una storia particolare. Suo padre Luciano è stato portavoce di tre Papi (Pio XII, Giovanni XXIII e Paolo VI) e suo nonno maestro di cerimonia degli stessi Pontefici. Correva e giocava a calcio nei giardini del Vaticano.

 

un piatto dello chef alessio casimirri, ex brigatista rosso

Fu Paolo VI, da cardinale, a battezzarlo e a dargli la prima comunione. Poi Casimirri, cresciuto in una famiglia devotissima, venne sedotto dal verbo rivoluzionario ed entrò nelle Br. Sposò una compagna di lotta armata, Rita Algranati, da cui si separò per riparare in Centro America. In Nicaragua poté continuare a praticare la passione per la pesca subacquea nelle acque dell' oceano Pacifico, sulle cui coste ha aperto uno dei suoi locali. Nel Paese ha sempre preferito offrire una versione edulcorata della sua vicenda processuale.

 

Alessio Casimirri

Per esempio nel 2007 ha detto di aver fatto parte di una grande movimento studentesco «che comprendeva le Brigate rosse» e che quindi lui avrebbe fatto parte delle Br solo «se si considerano un enorme movimento di massa, però se le si considera un piccolo gruppo organizzato, allora no». E il giorno in cui seppe dell' omicidio Moro era in classe a insegnare. Ha anche aggiunto che secondo l' ex presidente Francesco Cossiga quelli come lui «erano la parte migliore della gioventù italiana () e meriterebbero un posto nella storia».

 

Daniel Ortega

Nel 2017 la vicenda di Casimirri ha avuto un piccolo ritorno di fiamma sui media grazie al lavoro della commissione parlamentare d' inchiesta sull' omicidio Moro, ma è quasi subito ricaduta nell' oblio, al contrario della storia di Battisti. E «Camillo» ha potuto continuare a esibirsi ai fornelli.

Dove, nel suo locale, la Gastronomia el buzo (Il subacqueo), stupisce grazie a un estro riconosciuto dagli ospiti e alle materie prime freschissime (il pesce che cattura anche personalmente a San Juan e le verdure che coltiva dietro al ristorante). Qualche cliente sembra apprezzare la locanda anche per i precedenti penali del proprietario chef. Per esempio tal Marta Rossi ha lasciato questo commento su Tripadvisor: «Piatti stupendi preparati da un ex brigatista italiano mai passato dalle carceri grazie a protezioni in alto loco.

 

Alessio Casimirri

Una esperienza unica!  L' ex brigatista, ora cuoco, ci ha accolto con "quella faccia un po' così, quell' espressione un po' così" che hanno i reduci dagli Anni di piombo. Niente da dire». Sul menù appaiono anche degli inquietanti spaghetti «Prospero Gallinari», intitolati a un brigatista recentemente scomparso. Gli avventori riferiscono di uno «chef molto espansivo ed entusiasta». Le foto lo mostrano calvo, ma in forma per i suoi quasi 70 anni. La gentilezza nel servizio non manca, sebbene i prezzi del locale non siano proletari. Anzi un commento li definisce addirittura «scandalosi».

 

Alessio Casimirri oggi

Chiacchiera con tutti «don Alessio», come lo chiamano a Managua, ma non con i giornalisti italiani, tanto da essersi preso la briga nel 2015 di smentire un' intervista al Corriere della Sera. Solo negli anni Novanta parlò con Famiglia Cristiana, per intercessione del padre, e con L' Espresso, dove lavorava un suo amico d' infanzia.

 

Evidentemente «Camillo» ha poca voglia di ricordare quando sparò a Tartaglione, all' epoca direttore generale degli affari penali del ministero della Giustizia, colpevole di essersi opposto allo scambio tra Aldo Moro e una brigatista e di aver partecipato alla riforma dell' ordinamento penitenziario. Il giudice era appena entrato nell' androne di casa, di ritorno dall' ufficio. Aveva preso l' autobus ed era senza scorta. Per mettere fine alla sua vita bastarono due proiettili. Da allora sono passati poco più di 40 anni e Casimirri non ha mai fatto un giorno di carcere per quel delitto. Né per la strage di via Fani.

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