
“MIO FIGLIO POTEVA MORIRE” - IL PADRE DI MICHAEL LUNETTA NON SI DA’ PACE DOPO L'AGGRESSIONE SUBITA A ROMA DAL FIGLIO SABATO NOTTE NEL CORTILE DEL BAR HORUS PIETRALATA - "DUE BESTIE SI SONO ACCANITE SU DI LUI PRENDENDOLO A CALCI E PUGNI. MICHELE ERA INTERVENUTO PER DIFENDERE UNA RAGAZZA CHE UN GRUPPO DI UOMINI STAVA OFFENDENDO CON BATTUTE SPINTE” - IL RAGAZZO È STATO PORTATO DAL PADRE AL PRONTO SOCCORSO DELL'OSPEDALE PERTINI – IL RISCHIO DI UN ALTRO CASO WILLY MONTEIRO
Manuela Pelati per corriere.it - Estratti
«Poteva morire». Il padre di Michael Lunetta, romano di 26 anni, non si da pace dopo l'aggressione subita dal figlio con calci e pugni sabato notte tra le 3 e le 4 nel cortile del bar Horus all'incrocio tra via Tiburtina e via di Pietralata, ad opera, «di due bestie che si sono accanite su mio figlio prendendolo a calci e pugni per aver difeso una ragazza».
Il ragazzo era seduto al tavolino del bar bevendo una birra ed era intervenuto per difendere una ragazza di circa vent'anni che un gruppo di uomini, anche loro seduti al bar, che la stavano offendendo con battute «spinte».
«Nel momento in cui ero lì vicino a lei e cercavo di tenere un dialogo - dichiara Michael nella denuncia ai carabinieri - due ragazzi sopraggiunti a bordo di un motoveicolo mi raggiungevano alle spalle e, dopo che uno dei due mi lanciava addosso il suo casco, entrambi incominciavano a colpirmi con innumerevoli calci e pugni al volto». Il ragazzo si è salvato da un intervento esterno.
«Fortunatamente - continua la denuncia - interveniva il personale della sicurezza del bar che provvedeva a far allontanare i due soggetti, i quali si dileguavano per vie sconosciute». I carabinieri che hanno acquisito il filmato delle telecamere di sicurezza del bar, sono a caccia degli aggressori. La vittima non è in grado di identificarli, ma , «non sono le stesse persone presenti nel bar a quell'ora - ha chiarito Michael- che avevano rivolto apprezzamenti pesanti alla ragazza».
Il ragazzo è stato portato dal padre al pronto soccorso dell'ospedale Sandro Pertini dove hanno curato il volto tumefatto e diagnosticato cinque giorni di prognosi. «Se non ci fosse stato un intervento - insiste il padre - sarebbe stato un altro omicidio come quello di Willy Montero.
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