alexei paramonov russi italia bergamo

LA MISSIONE DELLA DELEGAZIONE RUSSA IN ITALIA, DURANTE LA PRIMA ONDATA DI COVID, FU A CARICO NOSTRO! - ABBIAMO PAGATO NOI LA SISTEMAZIONE IN HOTEL DEL PERSONALE E I COMANDANTI DELLA MISSIONE RUSSA CHIESERO CHE FOSSIMO NOI A PAGARE LE SPESE DI VOLO E CARBURANTE DEGLI AEREI (TRA I 700MILA EURO E IL MILIONE) - ALEXEI PARAMONOV, L’EX CONSOLE RUSSO A MILANO, CHE HA MINACCIATO L'ITALIA DI “CONSEGUENZE IRREVERSIBILI” SE ADERIRÀ AL NUOVO PIANO DI SANZIONI CONTRO MOSCA, NEL 2018 HA OTTENUTO SU PROPOSTA DELL'ALLORA PREMIER CONTE, LA NOMINA A CAVALIERE DELLA REPUBBLICA…

1 - "L'ITALIA PAGÒ LA MISSIONE RUSSA FU CONTE A TRATTARE CON PUTIN" IERI SU LA STAMPA

Jacopo Iacoboni per “la Stampa”

 

I RUSSI A BERGAMO

Il 5 marzo scorso, diciannove giorni prima dell'inizio ufficiale dell'invasione russa in Ucraina, il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, che era stato testimone diretto dell'operazione degli "aiuti russi in Italia per il Covid" (i russi operarono a Bergamo e provincia), scrisse sui social: «Col senno di poi è inevitabile tornare alla missione russa in Italia della primavera 2020. Sono testimone dell'aiuto prestato a Bergamo dai medici del contingente, ma va ricordato che a Pratica di Mare arrivarono più generali che medici. Fu aiuto, propaganda o intelligence?».

IVAN PARAMONOV - PASQUALE TERRACCIANO

 

Sabato scorso, dopo le minacce della Russia all'Italia e al ministro Lorenzo Guerini, il segretario del Pd Enrico Letta ha scritto: «Il ministero degli Esteri russo piega a propaganda di guerra anche il dramma Covid, attaccando con farneticazioni inaccettabili il ministro Lorenzo Guerini. Il nostro sostegno è ancora più convinto e diventa legittimo dubitare delle reali intenzioni di quelle missioni di aiuto sanitario».

 

Ieri invece il M5S era irritato per le «strumentalizzazioni e dietrologie» sulla missione "Dalla Russia con amore", fatte «solo per attaccare il governo Conte e il suo operato in pandemia»: «Lo stesso Copasir - sostiene il M5S - ha potuto accertare che quella missione russa si è svolta esclusivamente in ambito sanitario, sempre sotto il controllo dei mezzi militari italiani».

 

mezzi militari russi nelle strade italiane

Tuttavia agli atti del Parlamento c'è un'interrogazione parlamentare dei radicali, firmata da Riccardo Magi nell'aprile del 2020, che ottenne una risposta fin troppo esplicita, a rileggerla adesso, da parte del governo Conte: il 12 ottobre 2020, toccò alla viceministra degli Esteri, la grillina Emanuela Del Re, darla. Il testo è assai importante, adesso che i russi rinfacciano quegli "aiuti" all'Italia per esercitare una qualche forma di improbabile pressione sul governo Draghi, e spingerlo a non procedere con altre sanzioni a Mosca.

 

I RUSSI A BERGAMO

La prima cosa che Del Re mise agli atti del Parlamento fu che, appunto, la cosa era stata trattata direttamente da Putin e Conte, proprio come aveva scritto La Stampa: «A seguito di colloqui tra il Presidente Conte e il Presidente Putin e tra il Ministro della difesa Guerini e l'omologo russo Shoygu, è stato convenuto l'invio in Italia di materiali e personale sanitario». In pratica fu proprio il governo Conte a dire che i colloqui avvennero al più alto livello (l'allora premier italiano e Vladimir Putin), e dunque il contatto Guerini-Shoigu fu di natura attuativa di quanto deciso dai due leader.

 

Basterebbe già questo a smentire le accuse russe a Guerini. Ma nella risposta di Del Re sono contenute altre due cose rilevanti. La prima e più clamorosa è questa: «Al personale russo impegnato nell'attività di supporto è stato fornito vitto e alloggio presso strutture alberghiere nel bergamasco, con oneri a carico della Protezione civile regionale». Traduzioni: i russi fecero passare il tutto come doni, ma l'Italia ha pagato anche la sistemazione in alberghi del personale.

 

MEDICI MILITARI RUSSI IN ITALIA

Si trattò, scrive Del Re, di «104 unità, nello specifico 32 operatori sanitari (tra medici e infermieri), 51 bonificatori e altro personale di assistenza e interpretariato a supporto». Tutti a spese dell'Italia, non della Russia: «Il team sanitario russo è rimasto in Italia dal 22 marzo al 7 maggio 2020». A ciò va aggiunto, come scrisse allora La Stampa senza essere mai smentita, che quando i primi grandi aerei Ilyushin arrivarono a Pratica di mare, i comandanti della missione russa chiesero che fossero gli italiani a pagare le cospicue spese di volo e carburante degli aerei.

 

militari russi

Qualcosa che si aggirava (calcolo per difetto) tra i 700mila euro e il milione. Il governo Conte comunicò infine al Parlamento l'entità dei famosi "aiuti", e qui dobbiamo correggerci: riferimmo di 600 ventilatori (cifra che sarebbe stata comunque modesta), ma il governo Conte ci dice che fu molto meno: «Per quanto riguarda le donazioni ricevute, la Protezione civile ha riferito di aver ottenuto e distribuito sul territorio nazionale: 521. 800 mascherine, 30 ventilatori polmonari, 1. 000 tute protettive, 2 macchine per analisi di tamponi, 10. 000 tamponi veloci e 100. 000 tamponi normali».

 

La viceministra degli Esteri comunicò poi al Parlamento che «il rientro in Russia dei componenti della delegazione è stato completato il 15 maggio e il flusso degli invii di aiuti è stato sospeso, di comune accordo con la controparte russa, in considerazione del progressivo miglioramento della situazione sanitaria nel nostro Paese e del contestuale peggioramento della situazione sanitaria in Russia». La missione russa fu insomma chiusa anzitempo, e precipitosamente.

 

2 - QUEL «TRADIMENTO» DI CONTE DIETRO L'ATTACCO DI MOSCA

Pasquale Napolitano per “il Giornale”

 

ONORIFICENZA A ALEXEI PARAMONOV

Cosa si nasconde dietro le minacce di Mosca all'Italia? Perché il Cremlino ha messo nel mirino soprattutto Roma? E non altri Paesi europei che pure hanno approvato le sanzioni contro la Russia e inviato armi a Kiev. Due giorni fa, Alexei Vladimorovic Paramonov, ex console russo a Milano, direttore del dipartimento europeo del ministero degli Esteri, ha minacciato l'Italia di «conseguenze irreversibili» se aderirà al nuovo piano di sanzioni contro Mosca.

 

Paramonov, che nel 2018 ha ottenuto su proposta dell'allora premier Giuseppe Conte, la nomina di Cavaliere della Repubblica italiana, ha bollato il ministro della Difesa Lorenzo Guerini come «un falco» e ha accusato il governo italiano di aver «dimenticato gli aiuti ricevuti dal Cremlino durante la pandemia». Il funzionario russo, uno che conosce molto bene il tessuto produttivo ed economico italiano, tira in ballo la missione «dalla Russia con amore».

militari russi a orio al serio 3

 

È il 22 marzo 2020, l'Italia è aggredita dal coronavirus, quando all'aeroporto militare di Pratica di Mare arrivano in soccorso i russi: si tratta ufficialmente di una missione sanitaria. Ma nella delegazione, 104 componenti, ci sono solo 28 medici e quattro infermieri. Gli altri sono militari. Lo scopo della missione è supportare esercito e medici italiani nella lotta al Covid nella città di Bergamo.

 

militari russi a orio al serio 7

I russi vengono accolti con tutti gli onori. All'aeroporto di Pratica di Mare c'è il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Il riferimento di Paramonov è alla missione del marzo 2020. Cosa c'è dietro? Le ipotesi sono due. La prima, che però non trova molti riscontri, è che quella missione portò in dote alla Russia una serie di accordi economici e commerciali con l'Italia. Una pista che metterebbe nel mirino l'allora inquilino di Palazzo Chigi Giuseppe Conte. Accordi «traditi» con la decisione del governo italiano di spostarsi sulle posizioni di Kiev e di sostenere le durissime sanzioni contro Mosca.

 

militari russi a orio al serio 2

Un feeling archiviato: «L'Italia ha messo da parte ogni, per così dire, romanticismo nei confronti della Russia», conferma all'Ansa la vice premier dell'Ucraina Olga Stefanishyna. L'altra ipotesi, molto più accreditata sia negli ambienti italiani che russi, è che lo scopo della missione fu sostanzialmente quello di studiare da vicino un focolaio importante come quello italiano. Mosca intuì prima dell'Italia l'importanza politica del vaccino e della pandemia.

 

La missione rientrava in quella che in quei giorni venne definita «diplomazia degli aiuti», una declinazione del cosiddetto soft power: un'operazione messa in campo dal Cremlino per accreditare il suo prestigio verso le popolazioni occidentali. Non ci fu, dunque, nessun accordo commerciale o economico alla base della missione. Quali allora le ragioni dell'attacco mirato contro il governo italiano? Mosca si sente tradita. L'Italia verso la Russia, anche durante le sanzioni, è stata la Nazione, tra quelle occidentali, che ha sempre mantenuto un dialogo.

 

militari russi a orio al serio 4

Ma ha soprattutto conservato rapporti economici e culturali. Basta rileggere un documento firmato nel 2015 dall'allora Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (capo della diplomazia europea), l'italiana Federica Mogherini, nel quale insisteva sulla necessità per l'Europa di riaprire il dialogo con la Russia di Putin. Il documento fu giudicato da alcuni troppo conciliante con la Russia. E dunque, Mosca confidava in maggior prudenza da parte di Roma. Ma soprattutto sperava, in virtù di un'antica sintonia, nel ruolo di mediatore da parte del governo italiano.

 

militari russiMEDICI MILITARI RUSSI IN ITALIAmezzi militari russi nelle strade italiane 3mezzi militari russi nelle strade italiane 2MILITARI RUSSI IN ITALIA PER IL CORONAVIRUS

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...