forte dei marmi agnelli moratti sapore di mare

MORTE DEI MARMI - PIU’ CHE IN VERSILIA SEMBRA LA BRIANZA: SIEPI CURATE PIU’ CHE A VERSAILLES, VILLE CON PISCINA MA IL MARE NON ESISTE - GENOVESI: “I RUSSI A FORTE DEI MARMI SONO MIMETIZZATI, SI SONO RAFFINATI: LI CHIAMANO RUSSI MA SONO DI GALLARATE!”

FORTE DEI MARMI 2FORTE DEI MARMI 2

Michele Masneri per “il Foglio”

 

A Forte dei Marmi il mare non esiste. Il mare forse c’è, ma è lontanissimo, schiumoso, e non ci va nessuno. Esiste la spiaggia, lunga, infinita, un altro motivo per non arrivarci, al mare; esistono gli stabilimenti, o meglio “i bagni”, e ognuno ha il suo, e ogni bagno i suoi colori e la sua livrea, e ci sono le tende, che sono come i palchi a teatro. Questo mare nessuno lo guarda.

 

Non lo guardano soprattutto le case, che son basse, alte mai più dei pini decimati dalle bufere dei mesi scorsi, circondate da alte siepi, e se proprio sono in prima fila tengono chiuse le persiane come per sdegno, come le ville Agnelli, Corsini o Ferragamo, quelle della Roma Imperiale, il miglio d’oro della costa. Roma Imperiale, “trucida lottizzazione fascista”, e a dirlo non è un pericoloso notav ma Vittorio Maschietto, urbanista, e per caso anche proprietario di uno dei miti del Forte, cioè l’hotel Augustus, cioè poi la casa Agnelli di Vestivamo alla Marinara.

AGNELLI FORTE MARMIAGNELLI FORTE MARMI

 

Uscì nel 1975, è anche un anniversario, son quarant’anni; questo è un pezzo a chilometri zero, si scrive nel giardino dove i piccoli Gianni e Suni pascolavano. L’urbanista conservatore di memorie agnelliane di mestiere fustiga anche burinate architettoniche fortemarmine; su un blog, sferza queste ville da cumenda ricoperte di “una sorta di glassa, di nuovo epitelio con tendenza al falso ma grazioso, all’ammiccamento neo-storico”.

 

Il pericoloso urbanista, già editore architettonico, sfotte i ricchi vecchi e nuovi della costa, che costruiscono “crivellando senza pietà i poveri, vecchi e onesti intonaci, le falde dei tetti ed i giardini-pineta, con una pletora di cornici e cornicette, fasce, scossaline, comignoli, cancelli e cancelletti, recinzioni, panche e panchine, intarsi e ricorsi di materiali, balconcini, targhette ed altri optional.

FORTE DEI MARMI 1FORTE DEI MARMI 1

 

Si tratta di una sindrome, di cui la ricca borghesia non aveva mai sofferto, di ossessione per il make-up, che produce una specie di sfogo esantematico, il cui decorso, nella sua fase terminale, è imprevedibile, anche se mai e poi mai (noblesse oblige) potremmo accomunarla all’invasione del famigerato settenano da giardino”.

 

Nani da giardino, detto qui, fa ridere, perché tranne questa Roma Imperiale (lottizzazione trucida), qui si ha l’idea d’essere in Brianza, con la stessa cura-ossessione per siepi e cancellate, per il citofono e la tapparella giusta; il rumore del Forte del resto non è quello del mare, è un rumore ferraglioso che sembra di Smart e invece sono decespugliatori e tagliaerba che rasano, potano, assottigliano, in continuazione.

 

Se una bomba cadesse sul Forte, probabilmente il 90 per cento delle riserve di pitosforo del pianeta scomparirebbe. Le siepi sono curate più che a Versailles, son squadrate, son selvagge, son stondate, il leccio si sposa col bosso e tutti insieme proteggono l’ortensia. Ma non è vero amore, è cura delle virtù domestiche di queste piccole Buddenbrook in cui prosapie e dinastie affidano i loro bambini.

RENZI FORTE DEI MARMIRENZI FORTE DEI MARMI

 

Al bagno Piero, altro avamposto top di Roma Imperiale, il titolare Roberto Santini impartisce lezioni alle classi dirigenti mentre pranziamo a bordo piscina (il Forte è città di piscine, la si potrebbe percorrere tutta saltando da una piscina all’altra, come nel Nuotatore di John Cheever, però qui spesso con acqua salata.

 

Oltre il lungomare, con le sue nebbie e umidità serali e albe livide, un’aria da Miami malinconica, ecco piscine di tutte le fogge, di mosaico, di cemento, tonde. Ci si pranza molto attorno, ci si fanno molti bagni, del resto il mare non esiste). A un certo punto Santini riprende un bambino Filippo che si è tuffato violando un divieto. “Fuori!” gli urla, e il piccolo Fi lippo che avrà alle spalle almeno fonderie e fondi di investimento, obbedisce immediatamente e dice “scusi”. Accanto a noi Massimo Moratti e la moglie mangiano un po’ mesti un roastbeef con delle patatine. Scusa, ma non arriva un papà lombardo a farti una faccia così?

 

MORATTI FORTEMORATTI FORTE

Santini risponde che no, anzi questo servizio è molto apprezzato, e si capisce che non usando più l’educazione repressiva di figli a Milano e Roma, il Forte adempie soprattutto a questa esigenza. “Noi però non possiamo farlo” sospira l’architetto Maschietto, perché i papà russi reagiscono in un altro modo.

 

Ma non solo russi: questa mattina, mentre si dormiva in un comodo letto forse già giaciglio della piccola Suni o del piccolo Gianni, al secondo piano, dal giardino fatato urla e strepiti di bambini inglesi, e subito si è pensato che manca proprio una miss Parker generazionale, quella di “don’t Forget you are an Agnelli”.

 

VILLA MORATTI FORTEVILLA MORATTI FORTE

L’urbanista racconta subito di quel piccolo russo, Sasha, che dotato di svitatore elettrico si è dilettato a svitare vite per vite una loro cabina, che poi è collassata per cedimento strutturale (prima aveva preteso di fare il barman, tra inservienti costernati e accondiscendenti).

 

Le cabine e le tende del Forte meriterebbero un trattato a parte: l’ombrellone non è quasi contemplato, la tenda, grande quanto un monolocale, normalmente è arredata con questi teli spugnosi che le dame acquistano all’Innovazione, negozietto del centro identico a uno di Malindi dove fanno questi teloni bordati a contrasto (blu con bordo verde, verde con bordo azzurro, e così via). Vanno molto anche le iniziali, ci sono molti negozi che vendono iniziali.

 

GALLIANI FORTE DEI MARMI 1GALLIANI FORTE DEI MARMI 1

All’Augustus invece no, solo teli blu, per tutti. E non ci sono solo russi. Anzi parecchi arabi, e svizzeri francesi grazie al franco pesante, ma in spiaggia soprattutto al mattino quasi solo bambini. “Le mamme li mollano qua, poi quando diventeranno adolescenti cominceranno a odiare il posto, poi torneranno appena si saranno riprodotti”, dice sempre il Maschietto (con cognomenemesi per il gestore di un posto per bambini milionari: “sono il 90 per cento dei nostri clienti, i bambini”).

 

GALLIANI FORTE DEI MARMIGALLIANI FORTE DEI MARMI

Al bagno ex casa Agnelli, c’è tutto un indotto dietro questi bambini. A parte un principe giordano importantissimo per cui si vedono decine di agenti di Servizi esteri con walkie talkie, c’è il servizio di sicurezza in-house del bagno stesso, con funzioni di baby sitting avanzate. A un bambino che scaragna mortalmente, con una tata che gli parla in inglese ma senza riuscire a calmarlo, dopo un po’ arriva un bodyguard fortemarmino in-house e gli comincia a dire: “Andiamo, vieni, ti faccio vedere una bella cosa”, in inglese perfetto, e lo porta via, tra la riconoscenza di alcuni signori che parlano in francese e sbuffano leggendo però una biografia di Roman Abramovich. Russi? Francesi? Svizzeri? Non è molto importante.

 

Secondo Fabio Genovesi, che ha avuto parecchio successo con il suo “Morte dei Marmi” (Laterza), i russi ormai sono indistinguibili, “ormai sono mimetizzati, si sono molto raffinati, li chiamiamo russi ma sono in realtà di Gallarate”, dice al Foglio. Questi sembrerebbero proprio russi russi. Nella piscina color sabbia sguazza un piccolo bambino uguale a Putin, già con l’occhio ipertiroideo.

 

FORTE DEI MARMI RUSSEFORTE DEI MARMI RUSSE

Seduto su una sedia da regista, un signore con walkie talkie guarda fisso in una direzione, verso un altro che fa finta di bere una birra al bar, e si parlano col walkie talkie, siamo in piscina solo io e il piccolo Putin, e una signora asiatica con cappellino con scritto “Mykonos” in Swarosky, e non si capisce se è una tata o una dei servizi o della Gazprom. Ai tempi di Suni e Gianni, pare di capire, era tutto più semplice. Su questa spiaggia non c’era naturalmente niente. Solo i loro capanni, e il ricovero per l’idrovolante di Edoardo, che veniva trainato in secca coi buoi apuani. La stagione cominciava quando arrivavano loro, a metà giugno, e arrivavano tutti i derivati di casa Agnelli.

 

SHOPPING FORTE DEI MARMISHOPPING FORTE DEI MARMI

Per tornare, oggi si fa un sottopassaggio, privato. L’unico di tutta la Versilia: negli anni Trenta, il Duce coltiva l’idea di fare un grande vialone imperiale che da Genova arrivi fino a Viareggio, e nemmeno gli Agnelli possono farci nulla e vengono espropriati (gli Agnelli che pure, si legge sempre in Vestivamo alla marinara, facevano una legge ad personam per far fare due anni in uno alla piccola Suni).

 

FORTE DEI MARMI FORTE DEI MARMI

Il sottopassaggio è da 007, pare una linea C gentile però senza alcun degrado, anzi con un ingresso molto fiorito, e si evita questo viale dei Fori Imperiali che pare un simmetrico anche esistenziale a quello romano, con praticamente sole biciclette, e tricicli, e tandem, insomma il sogno del sindaco Marino, e l’incubo per ogni automobilista; ogni auto viene infatti guardata malissimo e vituperata, e Legnano e Bianchi da uomo e da donna sbucano da tutte le parti, contromano, sui marciapiedi, e anche i garage di hotel più affluenti hanno il loro reparto auto, dove mettiamo la nostra Audi A3 cabrio, e poi la rastrelliera delle bici. E non si capisce davvero la ragione per cui tutti questi cumenda faticano tutto l’anno per farsi il suv e poi corrono qui a nasconderlo per poi esibire la Graziella.

 

FORTE DEI MARMI RETE ANTI BIVACCO FORTE DEI MARMI RETE ANTI BIVACCO

Però rieccoci nel giardino di casa Agnelli: la famiglia lo comprò che era una pensione, e prima ancora dell’ammiraglio Morin. Aneddoto: a fine Ottocento Viareggio era già in overbooking, lo Stato cominciò a dare come tfr ai suoi militari pezzetti di terra e concessioni demaniali qui, dove non c’era nulla, solo grosse zanzare e paludi, con intuizioni anche immobiliari interessanti.

 

FORTE DEI MARMI MARTINA STELLA FORTE DEI MARMI MARTINA STELLA

La moglie dell’ammiraglio si chiamava Costanza, nacque così villa Costanza, poi diventata casa Agnelli, poi venduta frettolosamente nel 1969 per duecento milioni di lire, “a cancelli chiusi”, con dentro arredi e tutto. O, come si diceva al Forte, venduta “per colpa delle bollette del telefono”, perché era un casone impegnativo, arrivavano cugini che si fermavano tre mesi, nessuno stava dietro a niente, non si sapeva mai precisamente chi c’era, in questa casa di due piani che gli Agnelli avevano fatta restaurare al loro architetto Charbonnier ricavandone tre piani al posto di due (dice sempre il proprietario odierno).

 

Ogni tanto saltano fuori dalle soffitte dei reperti: i quaderni dei compiti di Gianni, dei libri che ci stanno ancora in una bibliotechina coloniale al piano terra, ricoperti di carta coloniale al piano terra, ricoperti di carta di Firenze, forse di casa Agnelli o di casa Maschietto, che erano albergatori anche del Sestrière dunque della Real Casa Automobilistica

 

Restano arredi originali, come le tappezzerie a fiori di Sanderson o i pavimenti con le maioliche di Vietri. E’ un lusso favoloso e analogico, con porte con la chiave, niente led o domotica o resine o mosaici, un bel giardino dove fare colazione, tovaglioli di lino larghi un metro, servizio silente e umano. L’odore di nonni profumati e confindustriali negli armadi.

 

RENZI A FORTE DEI MARMIRENZI A FORTE DEI MARMI

E poi sorprese architettoniche: dietro casa Agnelli c’è casa Pesenti, altra dinastia importante ma cementizia, e qui si scopre la storia di Augusta Pesenti, una Peggy Guggenheim di Bergamo Alta, che fece costruire negli anni trenta una sua villa all’architetto Borsani, di uno strepitoso stile modernista-balneare, una specie di Lloyd Wright marinaro, e qui viveva in una comune di artisti, tra un suo ritratto di Cesarino Monti, il Boldini viareggino, che la ritrae come una marchesa Casati acquatica, e colonne di alabastro, e un giardino con sette ville di stile eclettico che oggi fan parte dell’hotel, e vengono affittate a cifre pazzesche a russi e arabi e svizzeri forse inconsapevoli di tanta storia architettonica (la Pesenti, poi, ne regalò una alla sua parrucchiera, forse per saldare un conto cospicuo o forse per eccentricità).

GALLIANI E PREZIOSI CANTANO INSIEME A FORTE DEI MARMI GALLIANI E PREZIOSI CANTANO INSIEME A FORTE DEI MARMI

 

Nessuna di queste case pazzesche vede naturalmente il mare; del resto, come sosteneva già Camilla Cederna, al Forte una villa è “una casa di campagna con uso di mare”. Edoardo Nesi, premio Strega per un libro anche ambientato qui, “Storia della mia gente” (Bompiani), mi riceve in un altro avamposto fortemarmista, Orlando, antico spacciatore di pizzette e focaccine, con foto di antenati vestiti alla marinara alle pareti.

Forte dei MarmiForte dei Marmi

 

In una scena del suo romanzo, il protagonista-alter ego va alla Capannina a bere un perfetto Martini, dando rigorosamente le spalle al mare, metafora alcolica di tutto. “Guarda le case, guarda le case”, mi istruisce Nesi. Intanto, dal focacciaio storico è tutto carissimo, la pizza viene sei euro e cinquanta al taglio, la fetta è piccola, tu vai lì e scrivi un ordine su un foglietto, lo infili in un uncino, poi chiamano il tuo nome con un altoparlante. “E’ rimasto tutto così. Non cambia mai niente”, dice Nesi estatico.

RENATO ZERO A FORTE DEI MARMIRENATO ZERO A FORTE DEI MARMI

 

Dev’essere questo il segreto. Produrre ricordo e nostalgia a caro prezzo.

Secondo Emiliano Correale, la nostalgia istantanea è alla base del successo del filone di Sapore di Mare, film vanziniano che molto ha contribuito al mito del Forte. Nel suo libro “L’invenzione della nostalgia: il vintage nel cinema italiano e dintorni” (Donzelli) Correale conferma anche l’analisi che davanti a una focaccina al bagno Piero mi fa Roberto Santini. “Quali sono i ricordi più belli? Quelli della gioventù. Quali sono i momenti migliori della gioventù? Quelli della vacanza”.

 

RENATO ZERO A FORTE DEI MARMIRENATO ZERO A FORTE DEI MARMI

Forte dei Marmi, anche senza mare, coi suoi russi nuovi e antichi, serve a questo. A produrre ricordi per generazioni fortunate custodite tra le siepi. E cosa importa se c’è la vista. Tra lo stabilimento dell’Augustus e il bagno Piero c’è un mulino bianco, in mezzo.

 

Tra i due c’è il bagno Piemonte, il più chic coloristicamente, sembra il quadro di Carrà in copertina all’edizione Oscar della Suni, però virato un po’ su Morandi; bianco e azzurro pallidissimi per le tende; è stato comprato due anni fa da Marilisa Barilla, mamma di Guido, che sul sito scrive entusiasticamente di averlo comprato “con l’intenzione di realizzare un mio sogno e condividerlo con gli amici e tutti quelli che verranno”. In realtà, dicono in paese, la signora cercava una casa con la vista mare: ma per vedere il mare, ha dovuto comprare un bagno.

La cantante Mina con il suo compagno Eugenio Quaini a Forte dei Marmi Lucca La cantante Mina con il suo compagno Eugenio Quaini a Forte dei Marmi Lucca agnelli a forte dei marmi agnelli a forte dei marmi FORTE DEI MARMI AGNELLI MORATTI SAPORE DI MAREFORTE DEI MARMI AGNELLI MORATTI SAPORE DI MARE

 

Ultimi Dagoreport

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...