natalia aspesi

“L’HO DATA VIA TARDISSIMO” – NATALIA ASPESI SOTTO LE LENZUOLA: “QUANDO HO PERSO LA VERGINITA’ NON MI SON NEANCHE ACCORTA – NOI ERAVAMO EDUCATI AL FATTO CHE DARLA VIA VOLEVA DIRE ESSERE PRECLUSA PER SEMPRE AL MATRIMONIO. E POI LA MIA MAMMA AVEVA SOTTOMANO FIGLI DI IMPIEGATI, RAGIONIERI, ORRENDI, CHE NON VOLEVA NESSUNO! MI PRESENTAVANO UOMINI MOSTRUOSI - ESPERIENZE OMOSESSUALI? C’ERA UNA RAGAZZA CHE MI PIACEVA MOLTO, E AVEVO PENSATO CHE FORSE AVREI PROVATO POI NON SONO STATA CAPACE. MI PIACEVANO GLI UOMINI - LE DONNE CADRANNO SEMPRE CON L’UOMO CHE LE FA GODERE. CI SONO SOLO DEGLI UOMINI CHE SONO CONTENTI DI STARE CON TE DOPO I 50 ANNI: I GAY…”

Estratto dell’articolo di Carlo Antonelli per www.repubblica.it

 

NATALIA ASPESI

«Quest’intervista non è per la mia morte?».

 

No.

«Ma guarda, anche se fosse, non me ne…».

 

No, te l’avrei detto prima.

«Tu sei sempre carino d’aspetto, come mai?».

 

Ma non mi pare, sono uno straccio.

«Oh no, insomma. Sai che cosa? Forse perché sei giovane».

Ho sessant’anni, Natalia. La gioventù mi sembra un’altra storia.

 

[…] Bella la casa. La senti come un vestito su misura?

«Non ci ho mai pensato. Come faccio a pensare alla casa, al vestito... Sono molto gelida nella mia vita».

 

NATALIA ASPESI

A volte, nelle interviste che ho trovato, hai parlato di una sorta di tua insensibilità… Queste cose su di te che ogni tanto dici…

«Mah, non so di cosa parli. Insensibile? No, è vero, forse lo sono diventata. A me commuovono solo le cose vere. Ma guarda, sono molto cambiata, ho 94 anni e fra sei ne avrò 100. Eh, amore, pensa che quando hai un’età, tutti ti dicono al compleanno “Cento di questi giorni!”. Ti rendi conto?».

 

Sei nel posto giusto, uno dei pochi con più anziani al mondo. Lo sai, no?

«[…] è un periodo in cui sono molto disperata per la politica, perché stiamo andando incontro a una vita mostruosa. Guarda il governo, scusa, se tu pensi che abbiamo un governo civile. Non ce l’abbiamo. Abbiamo quel La Russa, della gente mostruosa! Che io non la voglio neanche vedere! Guarda com’è carina, che me l’han portata...».

 

NATALIA ASPESI

Mi mostra una piccola statuetta con la figura caricaturale di Giorgia Meloni, col culo di fuori.

«Questo è un “caganer”.  E son fatte tutte così dal Quattrocento, questa è la Giorgia. Viene dalla Spagna».

 

[…] «Qui siamo in Italia. In tempi disperati. E siccome, appunto, c’è l’incertezza, voti a destra. Perché più va avanti il tempo, più la Meloni aumenta i voti, hai notato? Cioè, più lei fa delle cazzate tremende, più la gente la vota. Vuol dire che l’Italia non è più fascista, son stupidaggini quelle, ma ormai siamo in un altro mondo, dove conta l’influencer, quello che diventa ricco inventando una macchinetta. Anche volere il salario minimo, che sarebbe minimamente giusto, non conta nulla. I giovani, che adesso non riescono a ottenere un lavoro qualificato, non sognano il posto in banca. Sognano di inventarsi, che so, una cosa per cui vanno su Marte in poco tempo, ecco, queste cose qua. È per quello che, secondo me, il Pd è fallito. E non c’è un sostituto. Per il semplice fatto che promettono cose vecchie. Se io avessi 20 anni, io vorrei delle cose banali, orrende, ma giuste».

Natalia Aspesi

 

[…] «La memoria? Purtroppo ho avuto l’ictus. Vuol dire che tutto ciò che è avvenuto prima non me lo ricordo. Non mi ricordo più nulla».

 

Sei nuova, quindi?

«Sì, in questo senso sono nuova. Lavoro, nonostante tutto, ma faccio una fatica... Alla fine di un pezzo devo andare a letto, immediatamente. Però lo voglio fare e mi obbligo a farlo».

 

Da qualche parte hai detto: alla fin fine io camminavo in mezzo alle bombe. Pensi che questa cosa in qualche modo ti abbia rafforzato?

Natalia Aspesi

«Indubbiamente la vita che si faceva allora era una vita povera. Io non avevo il papà, che era morto giovane, in ospedale. Avevo la mamma, faceva la maestra e tirava su me e mia sorella, che ogni tanto morivamo di fame, ma senza lamentarci. Vivevamo, eravamo contente. E io non mi ricordo un attimo di paura, di tristezza, si viveva così, con le bombe o senza bombe».

 

 Tutto sommato tu hai sempre vissuto così.

«Sì, ho sempre vissuto oserei dire leggiadramente[…]. Non mi ricordo l’orrore, perché la guerra è finita che avevo quasi 15 anni, ma in quel periodo a me interessava solo trovare dei giovanotti. E basta».

Giorgio Bocca Natalia Aspesi

 

Era facile per te?

«No, era molto difficile, perché eravamo molto poveri. Quindi soffrivo del fatto che non potevo essere come gli altri».

 

[…] «[…] sono una che anche adesso, col piede nella tomba, son contenta». […] «Mi alzo e sono contenta. Poi comincio a pensare al coso, lì, come si chiama, a quello del Senato, e allora mi incazzo. Mi fa troppo orrore questa gente ignorante, come si chiama il ministro della Cultura che ha detto: “beh, i libri…”, ma insomma! Non si può».

Natalia Aspesi

 

Bisogna essere sinceri, però: si sono viste comunque grosse mediocrità, magari meno orripilanti, e da molto tempo.

«Non è vero, c’è una differenza gravissima. Perché noi avevamo sì anche degli stronzi tremendi, però c’era sempre il rispetto di qualcosa. Adesso non c’è più rispetto di nulla».

 

[…] «[…] ho tutti amici, sì, come te, persone carine che ancora mi frequentano, fra i quali tutti i gay».

 

natalia aspesi

[…] In America si dice fag hag, cioè quelle donne che sono circondate da persone non binarie.

«La questione è che, dopo i 50, puoi anche travestirti, morire, puoi fare quello che vuoi, ma se sei una donna non ci sei più. Se sei una signora – anche se si rifà le bocche, le rughe, le cose – non ci sei. Ci sono solo degli uomini invece – giovani, meno giovani, di tutte le età – che sono contenti di stare con te: i gay. Perché per loro sei una persona con cui, per dire, è facile parlare di varie cose e io lo sono per tutti i miei amici. Gli altri, come ci vedono, scappano. Ma perché dai, diciamocelo, le donne – tutte, belle e brutte – non trovano nessuno che fa loro dei divertimenti, andiamo».

natalia aspesi 2

 

Ma che vuol dire?

«Parlo di 70 anni fa, eh, non adesso, ma quando incontri un uomo che ti fa impazzire… Il più delle volte invece sono una roba che dici “ma, insomma, noioso”. Siamo sempre lì. Le donne cadranno sempre con l’uomo, scusa, che le fa godere. Siccome l’uomo sa fare di tutto tranne quella roba lì, quando trovi uno che finalmente ti fa godere… vai fuori di testa. Ma non puoi!».

 

Tu non hai mai avuto esperienze omosessuali?

natalia aspesi

«Nooo. Però c’era una ragazza che mi piaceva molto, e avevo pensato che forse avrei provato, poi non sono stata capace. Continuavo a dirmi: beh, magari la prossima volta. E non l’ho mai fatto. No, mi piacevano gli uomini».

 

Quando hai deciso di darla via?

«Tardi! Tardissimo, perché noi eravamo educati al fatto che darla via voleva dire essere preclusa per sempre al matrimonio. Anche perché la mia mamma aveva sottomano figli di impiegati, ragionieri, orrendi, che non voleva nessuno! Io ho sempre rifiutato, zitella, perché mi presentavano degli uomini mostruosi».

 

Ok, quando hai deciso infine di perdere la verginità? A 25 anni?

«No, un po’ prima. Però è stata… non mi son neanche accorta. È la verità».

natalia aspesi

 

Non ti ricordi chi fu?

«No. Io ero continuamente pazza d’amore. Ma incontravo delle persone che non valevano nulla. Mi sono svegliata verso i 28-29 anni quando ho cominciato a fare la giornalista. Per me è stato il lavoro che ha cambiato tutto». 

 

Perché eri finalmente felice.

«Sì, ero contenta. Sapevo chi ero, mi stavo liberando di tutte le cose che mi terrorizzavano».

 

[…] Cosa significava stare in una redazione nella quale tutti cercavano di dare il meglio?

«Era normale. Ma, sai, ho vissuto un’epoca nella quale, nei giornali, se non eri bravissimo in una cosa, non ti prendevano. Forse siamo stati l’ultima generazione di autentici veri giornalisti, che andavano sul fatto. Sì, è stata tutta una bella avventura…». […] «[…] devo proprio dire che il lavoro mi ha risvegliato ogni possibilità, gli devo tutto». […]

Natalia Aspesi in un’immagine degli anni SettantaNatalia Aspesi con Antonio Sirtori, suo compagno per 38 anni, scomparso nel 2012 NATALIA ASPESI

 

 

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