terapie intensive lazio

TENIAMO DURO FINO A NATALE E POI LA CURVA DEI RICOVERI CALERÀ - NEL LAZIO LE OSPEDALIZZAZIONI DA COVID CRESCONO DA OLTRE UN MESE, MA I MODELLI MATEMATICI PREVEDONO UN MIGLIORAMENTO ANCHE GRAZIE AL FATTORE TERZA DOSE: A COLPI DI 50 MILA INIEZIONI AL GIORNO, I QUASI SEI MILIONI DI ABITANTI LAZIALI SI STANNO VACCINANDO IN MASSA - COME MAI ALCUNE REGIONI NON SONO DIVENTATE GIALLE NONOSTANTE NUMERI ALTI? PERCHÉ HANNO AUMENTATO I POSTI LETTO…

Diodato Pirone per "Il Messaggero"

 

terapia intensiva covid 4

I ricoveri da Covid nel Lazio crescono da oltre un mese ma, con ogni probabilità, il picco sarà raggiunto fra due settimane e poi, finalmente, dovrebbero cominciare a diminuire.

 

Questa almeno è la tendenza che emerge dal modello matematico del Ceds Digital per Il Messaggero. Il Sars CoV-2 ci ha abituato ai suoi comportamenti anomali e dunque le previsioni vanno sempre prese con una buona dose di grani di sale, e tuttavia questa elaborazione è figlia di una somma complessa di vari elementi fra i quali ne spicca uno: il fattore terza dose.

 

TERZA DOSE DI VACCINO ANTI COVID

IL FATTORE TERZA DOSE

I quasi sei milioni di abitanti del Lazio, infatti, si stanno vaccinando in massa con il richiamo. A botte di 50.000 iniezioni al giorno, ieri avevano fatto la terza somministrazione ben 1.102.220 laziali, pari al 19,6% di tutta la popolazione regionale compresi gli under 12, ancora (per poco) esclusi.

 

Questa corsa alla terza dose colloca il Lazio sul podio delle prime tre Regioni italiane per richiami effettuati. L'alta percentuale di popolazione che si sta proteggendo e si proteggerà renderà sempre più difficile la circolazione del virus e dunque piano piano i ricoveri dovrebbero diminuire.

 

terapia intensiva covid 3

Questo ovviamente non vuol dire che bisogna abbassare la guardia. Il Lazio infatti ad oggi registra ben 780 ricoverati in ospedale per Covid, 112 dei quali in terapia intensiva. In percentuale sia i letti ospedalieri di pazienti non critici sia quelli delle rianimazioni sono occupati al 12% delle possibilità totali della Regione.

 

Si tratta di cifre che collocano il Lazio fra le Regioni papabili alla zona gialla che scatta quando vengono contemporaneamente superati tre criteri: contagi oltre quota 50 su 100.000 abitanti; terapie normali occupate oltre il 15% e rianimazioni oltre il 10%.

 

terapia intensiva covid 2

Il Lazio, in sintesi, resta in zona bianca per via dei ricoveri non critici sotto la soglia del 15% e, a quanto pare, complice l'abbondanza di terze dosi, dovrebbe dribblare il passaggio al giallo.

 

I DATI ITALIANI

Ma torniamo ai dati che fotografano la tendenza dei ricoveri italiani. E anche qui, tutto sommato, arrivano buone notizie perché i casi da ospedale non dovrebbero aumentare di molto rispetto agli attuali 6.500 circa.

 

terapia intensiva covid 1

Come mai? Perché oltre al Lazio anche altre Regioni popolose come la Lombardia e la Puglia dovrebbero vedere nel giro di poche settimane un alleggerimento della pressione sugli ospedali. Sempre s in base alle elaborazioni la circolazione del virus nel prossimo mese dovrebbe assumerà tre velocità diverse per altrettanti gruppi di Regioni.

 

terapia intensiva 1

LE DIVERSE AREE

Alcune aree vedranno un aumento dei ricoveri nei prossimi 28 giorni, fino all'8 gennaio, in alcuni casi piuttosto pesante. Sei le Regioni con un Rt ospedaliero veloce cioè nettamente superiore a 1 dove la pressione sui nosocomi dovrebbe aumentare: Valle d'Aosta, Sardegna, Marche, Liguria, Veneto e Calabria.

 

Anziano in terapia intensiva 3

Ma gli effetti dell'incremento dei ricoveri saranno diversi da zona a zona. In Sardegna infatti, al momento sono in ospedale per Covid appena 96 persone contro le 803 del Veneto (che ha 4,8 milioni di abitanti) e le 1.100 della Lombardia (che di abitanti ne conta quasi 10 milioni).

 

TERZA DOSE VACCINI

Secondo le stime Ceds Digital per Il Messaggero c'è poi un secondo gruppo di Regioni che fino all'Epifania vedranno una sostanziale stazionarietà: Abruzzo, Piemonte, Emilia-Romagna, Molise, Bolzano, Campania e Toscana. Come accennato, c'è infine un tergo gruppo di Regioni che - grazie a un Rt ospedalieri lento, inferiore a 1 - dovrebbe entrare in una fase di contrazione della pandemia: Lazio, Lombardia, Puglia, Trento, Friuli, Basilicata, Sicilia e Umbria.

 

TERZA DOSE VACCINI

I dati Ceds Digital, infine, rispondono anche a qualche domanda. Come mai alcune Regioni, nonostante l'alto livello di infezioni, non sono in zona gialla? La risposta sta anche nella decisione di alcuni presidenti di Regione di aumentare il numero dei posti letto disponibili.

 

L'Emilia, ad esempio nella settimana dal 28 novembre al 5 dicembre ha aumentato i posti Covid nei propri ospedali del 27%, il Veneto del 21%, la Lombardia del 19% e Trento del 14%. La Calabria ne aveva 173 a disposizione e a quota 173 è rimasta e così da oggi è tutta colorata di giallo.

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO