
NIGEL FARAGE PUNTA SUL "METODO TRUMP" PER ARRIVARE A DOWNING STREET – IL LEADER DI "REFORM UK", IN PIENO DELIRIO TRUMPIANO, PROMETTE DEPORTAZIONI DI MASSA PER “CENTINAIA DI MIGLIAIA" DI STRANIERI IMMIGRATI NEL REGNO UNITO, SE DOVESSE ANDARE AL GOVERNO – PROPRIO COME NEGLI STATI UNITI, ANCHE LE PERSONE CHE OGGI RISIEDONO LEGALMENTE SULL'ISOLA RISCHIANO L’ESPULSIONE - UNA STRATEGIA CHE POTREBBERE SPINGERE ULTERIORMENTE IL SUO PARTITO, INDICATO DA MESI NETTAMENTE AL PRIMO POSTO NEI CONSENSI DAI SONDAGGI...
(ANSA) - Un'espulsione di massa destinata a coinvolgere "centinaia di migliaia" di stranieri immigrati nel Regno Unito, incluse persone che oggi risiedono legalmente sull'isola in base alle regole attuali. E' ciò che Nigel Farage, leader della nuova destra britannica d'ispirazione trumpiana, si ripromette di fare se riuscirà mai ad andare al governo alla guida del suo partito, Reform UK, indicato da mesi nettamente al primo posto nei consensi dai sondaggi davanti a entrambe le forze tradizionalmente dominanti del Paese: il Labour del premier Keir Starmer e i Conservatori.
Intervistato in apertura di prima pagina dal Daily Telegraph, giornale storicamente filo-Tory, l'ex tribuno della Brexit ha rilanciato la sfida a Starmer liquidando come inattendibili gli impegni avanzati pure dalla sua leadership laburista moderata in materia di stretta ai confini; e sottolineando il record di oltre mille sbarchi di "clandestini" al giorno registrato ancora nel fine settimana attraverso la Manica.
Ha viceversa assicurato di essere pronto da parte sua a imporre una "revisione senza precedenti" delle regole attualmente in vigore nel Regno: fino all'obbligo di rinnovo di visti e permessi di soggiorno permanenti già concessi, da sottoporre a criteri più severi (ad esempio sulla necessità di avere contratti di lavoro con salari minimi più alti) pena la revoca e l'espulsione.
Uno schema che in parte ripropone quello delle mega deportazioni introdotto negli Usa dal suo amico Donald Trump, reduce la settimana scorsa da un'inedita seconda visita di Stato nel Regno dove è stato accolto da Starmer col tappeto rosso. E su cui Reform intende far leva per distinguersi dai tentativi degli altri partiti d'inseguire a loro volta la protesta anti-immigrazione nel pieno della stagione dei congressi politici britannici: con quello laburista in programma la settimana prossima, quello conservatore fra due e quello dei centristi liberaldemocratici appena chiusosi in queste ore a Bournemouth.
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