domenico arcuri vaccinazione conflitto interessi

NON SOLO ARCURI, DAL MOSE AI MONDIALI DI SCI: IN ITALIA C’È UN COMMISSARIO PER TUTTO - AI 32 DI GOVERNO E AI 238 PER LE GRANDI AZIENDE IN CRISI SI AGGIUNGONO ANCHE I 92 COMMISSARI NOMINATI PER I COMUNI SCIOLTI. TOTALE: 330 COMMISSARI STRAORDINARI DI NOMINA GOVERNATIVA. A CUI SI AGGIUNGONO I 10MILA DI NOMINA LOCALE. COSTO ANNUO: UN MILIARDO DI EURO. ECCO CHI SONO

Martina Piumatti per ilgiornale.it

 

arcuri

Dal Mose ai mondiali di sci, dai comuni sciolti alle aziende in crisi, dai terremoti al degrado sociale, alle fognature, fino all’emergenza Covid. In Italia c’è un commissario per tutto.

 

Quelli straordinari sono 300, a cui se ne aggiungono altri 10mila locali. Costo annuo per lo Stato: un miliardo di euro.

 

La “carica” dei 32 Arcuri nominati dal governo

In base ai dati delle presidenza del Consiglio dei ministri i commissari straordinari del governo italiano sono 32. Quattro sono stati nominati ai sensi della legge n. 400 del 23 agosto 1988, secondo cui il presidente della Repubblica – su indicazione del presidente del Consiglio e del Consiglio dei ministri stesso – può nominare (art. 11) un commissario straordinario per “realizzare specifici obiettivi determinati in relazione a programmi o indirizzi deliberati dal Parlamento o dal Consiglio dei Ministri o per particolari e temporanee esigenze di coordinamento operativo tra amministrazioni statali”.

 

elisabetta spitz

E, tra questi, troviamo un commissario straordinario per il coordinamento delle iniziative antiracket ed antiusura (Giovanna Cagiostro), uno per la gestione del fenomeno delle persone scomparse (Silvana Riccio), uno con il compito di presiedere il Comitato di indirizzo della Zes nella Regione Calabria (Rosanna Nisticò) e anche un commissario straordinario (Silvia Costa) per gli interventi di restauro e valorizzazione dell'ex carcere borbonico dell'isola di Santo Stefano a Ventotene.

 

I restanti 28 commissari sono stati nominati ai sensi di specifiche normative di settore. Tra questi ci sono Domenico Arcuri, commissario straordinario per l’emergenza coronavirus. Marco Bucci, sindaco di Genova e commissario straordinario per la ricostruzione del Ponte Morandi. Il commissario unico per la progettazione e la realizzazione degli interventi di collettamento, fognatura e depurazione Maurizio Giugni. Paolo Glisenti, commissario per l’Expo di Dubai 2020.

Giuseppe Leogrande

 

C'è anche il commissario per la progettazione e la realizzazione del nuovo complesso ospedaliero della città di Siracusa (Giuseppe Scaduto), o quello per la messa in liquidazione della società Expo 2015 S.p.a. (Giovanni Confalonieri). Poi, nella lista figurano anche i commissari straordinari per le grandi opere come il Mose di Venezia (Elisabetta Spitz) e il Terzo valico dei Giovi e il nodo ferroviario di Genova (Calogero Mauceri). Non ci facciamo mancare nemmeno il commissario "per il superamento delle situazioni di particolare degrado di quell’area caratterizzata da una massiva concentrazione di cittadini stranieri" (Raffaele Ruberto).

 

Commissari straordinari anti-crisi: dall'Alitalia all’Ilva

I gruppi societari in amministrazione straordinaria ai sensi del decreto-legge del 2003 sono 29, per un totale di 53 corrispettivi commissari nominati direttamente dal ministero dello Sviluppo economico (Mise). Qui troviamo le grandi aziende come Alitalia (con il commissario unico Giuseppe Leogrande) o Ilva (con i tre commissari Francesco Ardito, Antonio Lupo e Antonio Cattaneo).

 

 

Mentre i gruppi in amministrazione straordinaria ai sensi del decreto legislativo del 1999 sono 129, da Blue Panorama a Stefanel spa, con altri 185 commissari. Tra questi, però, c’è anche chi somma più incarichi, e quindi più stipendi, come Giuseppe Leogrande, commissario straordinario, di Alitalia, ma anche di Itea, Tecnosistemi, Giacomelli e Blue Panorama.

 

arcuri

Ma non è finita. Ai 32 di governo e ai 238 per le grandi aziende in crisi si aggiungono anche i 92 commissari nominati per i comuni sciolti. Totale: 330 commissari straordinari di nomina governativa.

 

Ma quanto ci costano i commissari?

Se si esclude il super commissario Arcuri e il suo staff di 39 persone, di cui non è dato sapere il compenso, per gli altri, i conti son presto fatti. Lo stipendio dei commissari straordinari è fissato per decreto ministeriale a 100 mila euro lordi annui. Per cui, aggiunti ai 330 di Stato i commissari straordinari locali e quelli delle comunità montane, si arriva a quota 10 mila, il che fa circa un miliardo di euro sborsati dai contribuenti.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?