
UNA REPUBBLICA SFONDATA SUL LAVORO - NON BASTAVANO LE PAGHE DA MISERIA E LA DIFFICOLTÀ NEL TROVARE IMPIEGO: LA MAGGIOR PARTE DEI LAVORATORI ITALIANI È STRESSATA E ODIA IL PROPRIO LAVORO - L'ITALIA È ULTIMA NELLA CLASSIFICA EUROPEA DELL'ENGAGEMENT, OVVERO CHI SI DICHIARA COINVOLTO SUL LAVORO (CON APPENA IL 5%), MENTRE IL 46% DEGLI INTERVISTATI DENUNCIA POI UN ALTO LIVELLO DI STRESS NELL'OCCUPAZIONE QUOTIDIANA, CONTRO UNA MEDIA EUROPEA DEL 39 - MOLTI NON POSSONO PERMETTERSI DI CAMBIARE LAVORO E DECIDONO DI PRENDERSI UNA PAUSA OPPURE DI MOLLARE TUTTO ACCETTANDO BUONUSCITE E PREPENSIONAMENTO…
Estratto dell'articolo di Fabio Bogo per “La Stampa – Specchio”
[…] In Italia, secondo il periodico sondaggio condotto dalla Gallup, i lavoratori nostrani risultano ultimi nella classifica europea dell'engagement, con appena il 5 per cento degli intervistati che si dichiara coinvolto sul lavoro. Il 46 per cento degli intervistati denuncia poi un alto livello di stress nell'occupazione quotidiana, contro una media europea del 39, e il 28 per cento, al termine della sua giornata in fabbrica o ufficio, dichiara addirittura di provare tristezza.
Si sta male, ma cambiare lavoro è una chimera: solo il 20 per cento crede nel dinamismo del mercato. E così aumenta il numero di quelli che si arrendono, che si dimettono o che sono allontanati in cambio di personale più qualificato. […]
Il malessere è trasversale. Soprattutto tra i professionisti. Nelle farmacie cittadine, ad esempio, ai clienti è proposto uno sconto sui farmaci richiesti se il medicinale non c'è e viene ordinato. […]La farmacia riduce così il costo del magazzino, ma il dipendente con il camice e il distintivo, spesso anche consigliere e psicologo dei clienti, si trasforma in magazziniere virtuale che spende tempo nell'organizzare la logistica tra grossisti e trasportatori. Nella finanza i consulenti e i gestori di portafogli sono spesso compressi nel lavoro di analisi da algoritmi che impongono investimenti sempre più omogenei e bilanciati. «Il rapporto con il cliente si diluisce sempre più - raccontano - sostituito da procedimenti sistematici. Con il risultato che i portafogli sono quasi tutti uguali».
Privato della sua personalità, anche il colletto bianco dice basta, e cerca qualcosa di diverso. […] Ma chi è che abbandona?. Non possono quelli che hanno mutui da pagare o situazioni finanziarie precarie. Si stringe i denti e si va avanti. Altri si prendono una pausa oppure mollano tutto accettando buonuscite e prepensionamenti. «Oggi a mollare per il troppo stress o per la situazione di inadeguatezza sono soprattutto giovani di 35-40 anni con un'elevata professionalità - spiega Bentivogli - ma il fenomeno comincia a diventare rilevante anche tra gli ultracinquantenni di media professionalità. E' tutta gente che non accetta una vita non adatta alle proprie inclinazioni o alle proprie capacità. Ed è positivo che le persone non si annullino nel lavoro».
E come si frena allora questa emorragia? «Smettendo di confondere come si fa ora l'efficienza con l'occupazione del tempo» - dice ancora Bentivogli , che su questo tema sta scrivendo un libro di prossima uscita. E che lancia una provocazione: «E se invece di cambiare i lavoratori provassimo a cambiare la testa di alcuni padroni, che applicano ancora modelli fordisti?», chiede. Insomma ridare il sapore al lavoro. Sapore originale, senza sughi di consolazione però.