celeste marcus yascha mounk

NON C'È PIÙ IL #METOO DI UNA VOLTA (E MENO MALE) – NEGLI USA SI DISCUTE DEL CASO DELL’INTELLETTUALE YASCHA MOUNK, ACCUSATO DI STUPRO DALLA GIORNALISTA CELESTE MARCUS, CHE SOSTIENE DI ESSERE STATA VIOLENTATA NEL 2021 – SUI SOCIAL C’È CHI SI APPELLA ALLA PRESUNZIONE D’INNOCENZA E SOTTOLINEA CHE LA DONNA NON HA MAI SPORTO DENUNCIA, E CHI PASSA ALLA CONDANNA IMMEDIATA – RAMPINI: “LA VICENDA È AVVOLTA IN UNA ZONA GRIGIA DI SCETTICISMO CHE NON CI SAREBBE STATA ALCUNI ANNI FA. FORSE SEGNA UNA PRESA DI COSCIENZA DEI DANNI PROVOCATI DALLA WOKE CULTURE, CONTRO CUI MOUNK SI È RIBELLATO”

Estratto dell’articolo di Federico Rampini per il “Corriere della Sera”

 

Yascha Mounk

Questa è la storia di un intellettuale di sinistra, famoso e controverso, perché nella sua evoluzione è diventato critico verso la deriva estremista e dogmatica della woke culture. La controversia attorno al suo pensiero è entrata in una dimensione personale: è accusato di stupro. Le reazioni attorno a lui ci offrono uno spaccato della società americana, delle sue convulsioni ideologiche, e di quanto sia cambiata dai primi episodi legati al movimento #MeToo.

 

L’accusa di violenza

Lui è Yascha Mounk, 41 anni, nato a Monaco di Baviera, vive negli Stati Uniti e ha la doppia cittadinanza tedesco-americano. Sua madre, ebrea polacca, fuggì dalla Polonia nel 1969 in seguito a una purga antisemita dentro il partito comunista.

Ha studiato nelle migliori università angloamericane: Oxford e Harvard. Parla cinque lingue tra cui l’italiano.

 

Celeste Marcus

Collabora (o collaborava) con alcune delle più prestigiose testate americane e non solo: dal New York Times al Wall Street Journal alla tedesca Die Zeit . È stato un militante della Spd, il partito socialdemocratico tedesco, ma negli ultimi anni ha fatto notizia per un ripensamento critico su alcuni dogmi della sinistra: ha rivalutato il valore della nazione.

 

In America è (o era) anche membro di istituzioni accademiche e think tank autorevoli: Johns Hopkins University, City College di New York, Council on Foreign Relations. Alcuni di questi incarichi ora sono stati sospesi. A gennaio una giornalista americana di 28 anni, Celeste Marcus, che dirige la rivista letteraria Liberties , ha scritto di essere stata stuprata due anni e mezzo prima, nel 2021. Il 4 febbraio Marcus ha fatto il nome del suo presunto stupratore: Yascha Mounk. La violenza sarebbe accaduta al termine di una serata tra amici a casa di Marcus.

Lui ha risposto: «È categoricamente falso».

 

Yascha Mounk

In America la tempesta sui social è tuttora in corso. Le reazioni si dividono in due campi. Da una parte coloro che si appellano alla presunzione d’innocenza e allo stato di diritto, sottolineano che Marcus non ha mai sporto denuncia né indica di volerlo fare. Dall’altra coloro che seguono il copione di #MeToo e passano alla condanna immediata, senza indagini, senza diritti della difesa per l’imputato, senza processo e senza appello. Tra questi ultimi il magazine The Atlantic ha sospeso sine die la collaborazione di Mounk; lo stesso ha fatto il Council on Foreign Relations.

 

[…]

 

Mounk rimane un progressista e la sua preoccupazione è di guarire la sinistra radicale da una patologia che rischia di distruggere la nostra democrazia, una minaccia seria quanto quella di Donald Trump. Lo dimostra, fra l’altro, l’avanzata della censura nei campus universitari.

 

Celeste Marcus

Questa vicenda è avvolta in una zona grigia di scetticismo che non ci sarebbe stata alcuni anni fa. È quello che sottolinea la commentatrice Nancy Rommelmann su Substack («The Curious #MeToo Case of Yascha Mounk»).  

 

«È un’altra prova — scrive Rommelmann — che non siamo più nel 2020, tantomeno nel 2017. La scrittrice Celeste Marcus cerca una vendetta pubblica contro lo scrittore Yascha Mounk, sostenendo che lui l’avrebbe violentata nel 2021. Lei esige che venga fatto qualcosa. Che cosa esattamente, nessuno lo ha capito. Marcus non ha presentato denuncia alla polizia, né ha avviato una causa civile. Ha scritto un articolo per il magazine letterario che dirige, Liberties. Ritiene che il direttore di The Atlantic (da cui Mounk è stato cacciato) sia uno strumento per ottenere ciò che lei vuole. Ma a parte il fatto che lei desidera che Mounk si veda allo specchio come uno stupratore, e che lui smetta di vivere, l’obiettivo di Celeste Marcus è vago…».

 

metoo 3

Correzione di rotta

Nella sua analisi Rommelmann vede in questa vicenda il segnale di un cambiamento più ampio, forse l’inizio di una correzione di rotta, forse una presa di coscienza dei danni provocati dalla woke culture contro cui Mounk si è ribellato. È interessante notare che il City College di New York per ora ha deciso di non licenziarlo.

 

Sembra che tra le autorità accademiche alcuni vogliano difendere i principi dello stato di diritto e del garantismo. I più intransigenti si trovano tra gli studenti.

 

Celeste Marcus

Però l’attenzione della popolazione studentesca si è spostata altrove. #MeToo ha ricevuto un colpo indiretto ma micidiale il 7 ottobre 2023. Di fronte alle testimonianze delle donne ebree stuprate dai terroristi di Hamas, un muro d’indifferenza e perfino di ostilità verso le vittime si è frapposto a quella tragedia.

 

Proprio negli ambienti americani dove ha attecchito il femminismo più radicale, la violenza sessuale ha cessato di essere un orribile abuso, dal momento che veniva perpetrata da coloro che «lottano contro l’oppressore e il colonizzatore», come vengono descritti quelli di Hamas.

 

La stagione di massima potenza di #MeToo (quel 2017 cui fa riferimento la Rommelmann) vide prevalere il principio che la denuncia di una donna va sempre ascoltata, o addirittura vale una condanna. Il 7 ottobre quel principio è sparito nelle coscienze di tante giovani americane. Le reazioni al «caso Mounk» si situano in una fase di sbandamento generale, di dogmi che vacillano all’improvviso, senza che i militanti capiscano bene le conseguenze.

Yascha Mounk Yascha Mounk Celeste Marcus METOOYascha Mounk

Ultimi Dagoreport

francesco gaetano caltagirone alberto nagel francesco milleri

DAGOREPORT - GONG! ALLE ORE 10 DI LUNEDÌ 16 GIUGNO SI APRE L’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA; ALL’ORA DI PRANZO SAPREMO L’ESITO DELLA GUERRA DICHIARATA DAL GOVERNO MELONI PER ESPUGNARE IL POTERE ECONOMICO-FINANZIARIO DI MILANO - LO SCONTRO SI DECIDERÀ SUL FILO DI UNO ZERO VIRGOLA - I SUDORI FREDDI DI CALTARICCONE DI FINIRE CON IL CULO A TERRA NON TROVANDO PIÙ A SOSTENERLO LA SEDIA DI MILLERI SAREBBERO FINITI – L’ATTIVISMO GIORGETTI, DALL’ALTO DELL’11% CHE IL MEF POSSIEDE DI MPS – L’INDAGINE DELLA PROCURA DI MILANO SU UNA PRESUNTA CONVERGENZA DI INTERESSI TRA MILLERI E CALTAGIRONE, SOCI DI MEDIOBANCA, MPS E DI GENERALI - ALTRO GIALLO SUL PACCHETTO DI AZIONI MEDIOBANCA (2%?) CHE AVREBBE IN TASCA UNICREDIT: NEL CASO CHE SIA VERO, ORCEL FARÀ FELICE LA MILANO DI MEDIOBANCA O LA ROMA DI CALTA-MELONI? AH, SAPERLO….

iran israele attacco netanyahu trump khamenei

DAGOREPORT - STANOTTE L'IRAN ATTACCHERÀ ISRAELE: RISCHIO DI GUERRA TOTALE - È ATTESO UN VIOLENTISSIMO ATTACCO MISSILISTICO CON DRONI, RISPOSTA DI TEHERAN ALL'"OPERAZIONE LEONE NASCENTE" DI NETANYAHU, CHE QUESTA MATTINA HA COLPITO IL PRINCIPALE IMPIANTO DI ARRICCHIMENTO IRANIANO, UCCIDENDO L'INTERO COMANDO DELL'ESERCITO E DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE. LA MAGGIOR PARTE DI LORO È STATA FATTA FUORI NELLE PROPRIE CASE GRAZIE AI DRONI DECOLLATI DALLE QUATTRO BASI SOTTO COPERTURA DEL MOSSAD A TEHERAN - ISRAELE HA DICHIARATO LO STATO DI EMERGENZA: GLI OSPEDALI SPOSTANO LE OPERAZIONI IN STRUTTURE SOTTERRANEE FORTIFICATE - TRUMP HA AVVERTITO OGGI L'IRAN DI ACCETTARE UN ACCORDO SUL NUCLEARE "PRIMA CHE NON RIMANGA NULLA", SUGGERENDO CHE I PROSSIMI ATTACCHI DI ISRAELE CONTRO IL PAESE POTREBBERO ESSERE "ANCORA PIÙ BRUTALI" - VIDEO

lauren sanchez jeff bezos venezia

FLASH! – I VENEZIANI HANNO LA DIGA DEL MOSE PURE NEL CERVELLO? IL MATRIMONIO DI JEFF BEZOS È UNA FESTICCIOLA PER 250 INVITATI DISTRIBUITI TRA QUATTRO HOTEL: GRITTI, AMAN, CIPRIANI E DANIELI - NIENTE CHE LA SERENISSIMA NON POSSA SERENAMENTE SOSTENERE, E NULLA A CHE VEDERE CON LE NOZZE MONSTRE DELL'INDIANO AMBANI, CHE BLOCCARONO MEZZA ITALIA SOLO PER IL PRE-TOUR MATRIMONIALE – DITE AI MANIFESTANTI IN CORTEO "VENEZIA NON E' IN VENDITA" CHE I 10 MILIONI DI EURO SPESI DA MR.AMAZON SI RIVERSERANNO A CASCATA SU RISTORATORI, COMMERCIANTI, ALBERGATORI, GONDOLIERI E PUSHER DELLA CITTÀ…

tajani urso vattani peronaci azzoni antonio adolfo mario marco alessandro

DAGOREPORT - MAI SUCCESSO CHE LA LISTA DEI NUOVI AMBASCIATORI, SCODELLATA DA TAJANI, VENISSE SOSPESA PER L’OPPOSIZIONE DI UN MINISTRO (URSO) IRATO PERCHÉ IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO È FINITO A NAIROBI ANZICHÉ A BUCAREST - DAL CDM SONO USCITI SOLO GLI AMBASCIATORI STRETTAMENTE URGENTI. ALLA NATO SBARCA AZZONI, MENTRE PERONACI VOLA A WASHINGTON. E’ LA PRIMA VOLTA CHE LA PIÙ IMPORTANTE SEDE DIPLOMATICA VIENE OCCUPATA DA UN MINISTRO PLENIPOTENZIARIO ANZICHÉ DA UN AMBASCIATORE DI GRADO (FRA DUE ANNI È GIA’ PRONTO IL FIDO CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI LADY GIORGIA, FABRIZIO SAGGIO) – IL MALDESTRO MARIO VATTANI IN GIAPPONE, ANCHE SE ERA WASHINGTON LA SCELTA IDEALE DELLA FIAMMA MAGICA (MATTARELLA AVREBBE SBARRATO IL PASSO) – LA LISTA DI TUTTI GLI AMBASCIATORI SOSPESI….

giorgia meloni antonio tajani matteo salvini giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - A SINISTRA SI LITIGA MA A DESTRA VOLANO GLI STRACCI! - LA MAGGIORANZA SI SPACCA SU ROTTAMAZIONE E TAGLIO ALL'IRPEF - GIORGIA MELONI DAVANTI AI COMMERCIALISTI PARLA DI SFORBICIATA AL CUNEO E LODA MAURIZIO LEO, "DIMENTICANDOSI" DI GIORGETTI. CHE ALZA I TACCHI E SE NE VA SENZA PARLARE - LA LEGA PRETENDE UN'ALTRA ROTTAMAZIONE, FORZA ITALIA E FDI CHIEDONO PRIMA DI TAGLIARE LE TASSE AL CETO MEDIO - PECCATO CHE I SOLDI PER ENTRAMBI I PROVVEDIMENTI, NON CI SIANO - LA LISTA DEGLI SCAZZI SI ALLUNGA: RISIKO BANCARIO, CITTADINANZA, POLITICA ESTERA, FISCO E TERZO MANDATO - VANNACCI METTE NEL MIRINO I GOVERNATORI LEGHISTI ZAIA E FEDRIGA CON UNA SPARATA, A TREVISO, CONTRO IL TERZO MANDATO: IL GENERALE, NOMINATO VICESEGRETARIO DA SALVINI, È LA MINA CHE PUÒ FAR SALTARE IN ARIA LA FRAGILE TREGUA NEL CARROCCIO (E DUNQUE NEL CENTRODESTRA)

ignazio la russa giorgia meloin zaia fedriga salvini fontana

DAGOREPORT - MEGLIO UN VENETO OGGI O UNA LOMBARDIA DOMANI? È IL DILEMMA SPECULARE DI GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI – L’APERTURA SUL TERZO MANDATO DEL NASUTO DONZELLI È UN RAMOSCELLO D’ULIVO LANCIATO VERSO IL CARROCCIO (ANCHE PER DESTABILIZZARE IL CAMPO LARGO IN CAMPANIA) - MA ALLA PROPOSTA S’È SUBITO OPPOSTO IL GENERALE VANNACCI – L’EX TRUCE DEL PAPEETE, CHE HA CAPITO DI NON POTER GOVERNARE TUTTO IL NORD CON L'8%, È DISPOSTO A CEDERE IL PIRELLONE A FRATELLI D'ITALIA (SI VOTA TRA TRE ANNI), MA LA SORA GIORGIA RIFLETTE: SOTTO LA MADUNINA COMANDA LA RUSSA, E SAREBBE DIFFICILE SCALZARE LA SUA PERVASIVA RETE DI RELAZIONI – I MALIGNI MORMORANO: VANNACCI AGISCE COME GUASTATORE PER CONTO DI SALVINI, PER SABOTARE IL TERZO MANDATO, O PARLA PER SE'?