
NON È UN PAESE PER GIOVANI - IN ITALIA IL 75% DELLA RICCHEZZA È IN MANO AGLI OVER 50 - I MILLENNIAL NON SOLO SONO MENO RICCHI DEI BABY BOOMER, MA HANNO LIVELLI DI PATRIMONIO INFERIORI DI CIRCA IL 50% RISPETTO ALLE GENERAZIONI PRECEDENTI - IN SOSTANZA IL NOSTRO PAESE HA SMOBILITATO L’ASCENSORE SOCIALE CON IL 10% PIÙ BENESTANTE DELLA POPOLAZIONE CHE DETIENE IL 60% DELLA RICCHEZZA NAZIONALE, MENTRE LA METÀ PIÙ POVERA POSSIEDE APPENA IL 7,4% - CHIARAMENTE CHI NASCE IN UNA FAMIGLIA RICCA AVRÀ TUTTE LE POSSIBILITÀ...
Estratto dell'articolo di Chiara Saraceno per "La Stampa"
L’Italia è uno dei Paesi sviluppati e democratici in cui la famiglia in cui si nasce pesa di più sulle opportunità di vita e viceversa la mobilità sociale è ridotta. […] l’origine di nascita è altamente predittiva di dove ci si troverà da grandi nella stratificazione sociale ed economica.
RICCHI E POVERI - DICHIARAZIONE DEI REDDITI
[…] una recentissima ricerca della Future proof Society insieme al think tank Tortuga (La pesante eredità: ricchezza e (im)mobilità sociale tra le generazioni in Italia). Il rafforzamento della riproduzione intergenerazionale della disuguaglianza è la conseguenza di un sistema educativo e di istruzione che non riesce sempre a compensare adeguatamente le diseguaglianze nelle risorse materiali e culturali in cui crescono le nuove generazioni (si vedano a questo proposito anche gli ultimi dati delle prove Invalsi presentati ieri), di un mercato del lavoro in cui crescono i lavori poveri e i salari sono stagnanti, di una distribuzione della ricchezza sempre più sbilanciata: il 10% più ricco della popolazione detiene il 60% della ricchezza nazionale, mentre la metà più povera possiede appena il 7,4%.
Negli ultimi dieci anni, questa disparità si è ulteriormente accentuata: la quota dal 10% più benestante è aumentata di 7 punti percentuali, a un ritmo doppio rispetto alla media europea, nonostante il valore assoluto dei patrimoni sia cresciuto meno che in altri paesi: una dimostrazione, secondo i ricercatori, del fatto che in Italia la crescita non solo è molto ridotta, ma fortemente sbilanciata.
Riprendendo dati della Banca d’Italia, lo studio segnala inoltre che la ricchezza è detenuta in misura maggiore di un tempo dagli over cinquantenni (75%, di cui il 40% pensionati). Le generazioni oggi tra i 20 e i quarant’anni circa , Millennials e Generazione Z, non solo, come è naturale visto che hanno meno anni di potenziale accumulazione alle spalle, dispongono di una quota molto più piccola della ricchezza complessiva, ma anche di livelli di patrimonio nettamente inferiori (circa il 50% in meno) rispetto alle generazioni precedenti, Generazione X e Baby Boomer, alla stessa età.
Stagnazione salariale, aumento del costo dell’abitazione, privatizzazione strisciante di alcuni beni pubblici, a partire dalla sanità, più che una maggiore predisposizione al consumismo hanno ridotto la capacità di formarsi un patrimonio tra le generazioni più giovani, nonostante l’aumento, per quanto ancora troppo ridotto, dell’occupazione femminile che in molte famiglie consente un doppio reddito. Insieme alla stagnazione salariale e del mercato del lavoro, questo divario inter-generazionale nella dotazione patrimoniale accentua, appunto, il peso cruciale dell’origine familiare sulle chances di vita, anche oltre il raggiungimento dell’età adulta […]
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