MADONNA, STAI AL TUO POSTO! – UNA NOTA DEL DICASTERO PER LA DOTTRINA DELLA FEDE, APPROVATA E FIRMATA DA PAPA LEONE XIV, FA CHIAREZZA SULLA FIGURA DELLA VERGINE MARIA: “LA MADONNA? CHIAMATELA ‘MADRE DI DIO’, MA NON ‘CORREDENTRICE’” - UN "DOWNGRADING" PER MARIA: “L’UNICO REDENTORE È CRISTO. BISOGNA EVITARE TITOLI ED ESPRESSIONI RIFERITI A MARIA CHE LA PRESENTINO COME UNA SPECIE DI 'PARAFULMINE' DI FRONTE ALLA GIUSTIZIA DEL SIGNORE” – IL TITOLO DI MARIA “CORREDENTRICE” È AL CENTRO DI DISCUSSIONI DA TEMPO: PAPA GIOVANNI PAOLO II LO UTILIZZÒ ALMENO SETTE VOLTE, MENTRE BENEDETTO XVI E FRANCESCO…
Estratto dell’articolo di Gian Guido Vecchi per il “Corriere della Sera”
«Madre di Dio», naturalmente, la Theotókos proclamata nel 431 dal concilio di Efeso, e tra gli altri appellativi anche «prima discepola», ma la Madonna «Corredentrice» no, non è proprio il caso: il titolo «rischia di oscurare l’unica mediazione salvifica di Cristo», può «generare confusione» ed è quindi «sempre inappropriato» e perfino «sconveniente».
Ci sono voluti decenni, ma alla fine la nota dottrinale Mater Populi fidelis dell’ex Sant’Uffizio, approvata e firmata da Leone XIV, ha fatto chiarezza a beneficio di un miliardo e quattrocentomila fedeli, a cominciare dagli innumerevoli gruppi di devozione mariana sparsi nel mondo.
Tale devozione è «un tesoro della Chiesa» e «non si tratta di correggere la pietà del popolo fedele di Dio», premette cardinale Víctor Manuel Fernández, prefetto del dicastero per la Dottrina della fede. Però era tempo di mettere ordine, per distinguere le espressioni che «rispondono a una devozione mariana genuina e ispirata al Vangelo» da quelle che spesso vengono diffuse in Rete ma «devono essere evitate» perché «non favoriscono un’adeguata comprensione dell’armonia del messaggio cristiano nel suo insieme».
[…] L’espressione più controversa era proprio quella di Maria «Corredentrice», un titolo che apparve nel XV secolo «come correzione dell’invocazione di Redentrice (abbreviazione di Madre del Redentore) che Maria riceveva dal X secolo». Del resto «alcuni Pontefici hanno impiegato questo titolo senza soffermarsi a spiegarlo», per lo più intendendo che Maria «ha reso possibile la Redenzione realizzata da Cristo» o «in riferimento alla sua unione con Cristo accanto alla Croce redentrice».
[…] Se il Concilio Vaticano II «evitò di impiegare il titolo di Corredentrice», Giovanni Paolo II «lo utilizzò almeno in sette occasioni, collegandolo soprattutto al valore salvifico del nostro dolore offerto insieme a quello di Cristo, a cui si unisce Maria soprattutto sotto la Croce». Eppure le perplessità non sono mai mancate. La Nota richiama anzitutto le riflessioni di un grande teologo come Joseph Ratzinger, futuro Benedetto XVI, che nel 1996 guidava l’ex Sant’Uffizio e diede un responso «negativo»: «Il significato preciso dei titoli non è chiaro e la dottrina ivi contenuta non è matura».
Lo stesso Ratzinger, nel 2002, lo avrebbe ripetuto nel libro Dio e il mondo : «La formula “Corredentrice” si allontana troppo dal linguaggio della Scrittura e della patristica e quindi causa malintesi… Tutto viene da Lui, come affermano soprattutto le Lettere agli Efesini e ai Colossesi. Maria è ciò che è grazie a Lui. Il termine “Corredentrice” ne oscurerebbe l’origine». Anche papa Francesco ha detto più volte che Maria «non ha mai voluto prendere per sé qualcosa di suo Figlio. Non si è mai presentata come co-redentrice. No, discepola».
[…] Bisogna evitare «titoli ed espressioni riferiti a Maria che la presentino come una specie di “parafulmine” di fronte alla giustizia del Signore, come se Maria fosse un’alternativa necessaria all’insufficiente misericordia di Dio».






