toto truffa

IL PAESE DI ACCHIAPPACITRULLI - CECCARELLI RACCONTA ''FRATELLI DI TRUFFA'', LIBRO DI GIORGIO MOTTOLA SULLE MIGLIORI TRUFFE ITALIANE DEGLI ULTIMI ANNI. FINTI ONOREVOLI; FINTI PORTABORSE PROCACCIATORI DI APPALTI; FINTI DEPOSITARI DI RIVELAZIONI FANTASMAGORICHE; FINTI RELIGIOSI COME IL FORMIDABILE FRATE CHE A NAPOLI ACCOMPAGNÒ A BRACCETTO IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SCALFARO; FINTI CARDINALI E RECIDIVI TIPO QUELLO CHE UN MESE FA...

 

 

Filippo Ceccarelli per ''il Venerdì - la Repubblica''

 

A prenderla davvero alla lontana, l' Imbroglio sta già nella Genesi, col serpente che offre frutta direttamente dall' albero; poi viene la mitologia di Mercurio, dio dei ladri, e del Trickster, il sacro birbone vorace ed amorale; quindi si affermano la figura e il racconto di Ulisse che inganna donne, nemici, popoli e divinità. E fin da piccoli, nelle fiabe si è avvertiti del rischio di incontrare manipolatori di varia e convincente efficacia: «E pensare che invece di quattro monete» disse la Volpe a Pinocchio «potrebbero diventare domani mille e duemila. Perché non vai a seminarli nel Campo dei Miracoli?».

 

toto truffa

Ma non c' è niente da fare. Nonostante la cacciata dall' Eden, il Cavallo di Troia e le disavventure nel Paese di Acchiappacitrulli, ecco che la truffa, l' inganno, la frode, il raggiro, la mistificazione, la macchinazione, la circonvenzione, il falso, il fac-simile, l' impostura, la turlupinatura, la fregatura, l' infinocchiatura, l' inghippo, la stangata, la trappola, il broglio, l' esca, la patacca - oh quanta e sospetta ricchezza offre in proposito il vocabolario italiano! - insomma, non manca mai chi ci prova e chi ci casca. E in tutto questo, come girando una chiave misteriosa e segreta nella serratura dell' immaginario, si illumina per un attimo la parte oscura della società, là dove l' essenza ripetuta della Grande Illusione si combina con la potenza trattenuta della Vera Realtà.

 

finto prete

Ma queste sono vane fumisterie rispetto ai personaggi e alle storie, buffe e drammatiche che Giorgio Mottola ha raccolto in Fratelli di truffa (Baldini+Castoldi, pp.270, euro 18). Libro prezioso, comprensibilmente e necessariamente incompleto perché, come riconosciuto all' inizio e alla fine, un vero truffatore non muore mai; e anzi la truffa corrisponde spesso alla vita.

 

Sono più di vent' anni che per appassionata e perversa curiosità chi scrive ha dragato le cronache raccogliendo, collezionando e classificando secondo parametri del tutto soggettivi vicende di acclarati e pervicaci imbroglioni, per lo più svolazzanti come mosconi attorno al frutto guasto del potere.

 

In genere di tratta di fiction a doppio e triplo fondo, per così dire: finti onorevoli, anche con scorte e auto blindate; finti portaborse procacciatori di appalti; finti depositari di rivelazioni fantasmagoriche, dal caso Mitrokhin a Telekom Serbia; finti religiosi come il formidabile frate che a Napoli accompagnò a braccetto il presidente della Repubblica Scalfaro durante una visita a una basilica; finti cardinali e recidivi tipo l' Eminenza Rev.ssma De Luca, giusto il mese scorso coinvolto in un impiccio di opere d' arte fasulle, e sempre pronto a impartire finte benedizioni, a braccio e anche su pergamena.

olio colorato con clorofilla

 

Piccoli grandi fatti via via comparsi sui giornali in un ambito misteriosofico che dall' underground della politica, anche attraverso la gettonatissima categoria dei finti parenti (finti famigliari di Andreotti, finta figlia di Ciampi, finto figlio di De Lorenzo, finto figlio francese di Berlusconi, finta moglie di Celli, finti nipoti di Buttiglione e Vannino Chiti, non molto tempo fa si è segnalato perfino un finto Apicella), arriva a lambire il mondo diplomatico (finti ambasciatori di Stati inesistenti), per vie traverse e disagevoli pure estendendosi a quello dello spionaggio, dell' esoterismo settario, degli ordini cavallereschi e delle onorificenze, con puntate ora nel calcio e ora fra i cacciatori di Ufo, fino a trovare inusitati, ma consolidati sviluppi nel comparto nazionale sanitario dove regolarmente fioriscono finti medici, con una sintomatica prevalenza di ginecologi, alcuni dei quali peraltro responsabili della nascita di centinaia e forse migliaia di bimbi, prima di essere scoperti.

 

Relativa, complessa e al tempo stesso inesauribile appare dunque la qualifica, per troppi versi semplicistica, di truffatore e impostore. Ma proprio per questo si apprezza l' impegno di Mottola che, metà teorico e metà cronista, lungi da ogni arido censimento ha avuto il coraggio e si è preso la responsabilità di una selezione di pochi ma buoni avventurieri, singoli e di gruppo, comunque corsari dell' apparenza, virtuosi dell' insidia, temerari campioni del trucco e della rapina psicologica all' italiana.

lingotti d'oro

 

Ecco dunque nelle pagine del suo libro i ristoratori abusivi nella Germania affamata del Terzo Reich e gli epici magliari che negli anni 40 e 50 si distinsero in Europa come venditori di ogni ardimentosa contraffazione, per poi sparire nel nulla. Ma c' è anche l' ormai antica storia e un tantino malinconica del più accanito e pervicace rifornitore delle prime miracolose tessere che consentirono alle moltitudini della Campania e non solo di vedersi a sbafo le partite di Telepiù.

 

Quindi tre magnifici contemporanei: il genovese Carlo Caresana, che con qualche successo iniziale provò addirittura a "vendere" alla Cia un golpe in Albania e finì come mago di navi fantasma in giro per il mondo; il sardo-romanizzato Gianfranco Lande, detto "il Madoff dei Parioli", che tanti ricchi e famosi riuscì a ipnotizzare anche grazie all' astrologia finanziaria collegando i movimenti macro-economici a quelli - presunti - dei pianeti; e il giovane e belloccio Raffaello Follieri, da Foggia, figura mirabilmente incastonata fra il cardinal Sodano e la diva Anne Hathaway, capace di bidonare a suon di quattrini non suoi nientemeno che Bill Clinton, oltre a diversi miliardari americani.

cardinali

 

Ovvio che ognuno di loro reca in dote al dio dell' Inganno la più vasta e inaudita varietà di procurati abbagli, omonimie, paradossi, ribaltamenti, ostentazione di ricchezze, scambi di persona, fughe nel vuoto, vani agguati di creditori adirati e doloranti.

 

Ma il punto delicato e per nulla banale è che solo in parte, in questa storia e fenomenologia, c' entrano i soldi. O almeno: l' impressione è che i maghi dell' inganno, almeno i più grandi, si muovano sulla scena come chiamati o abitati da demoni enigmatici e implacabili che li spingono dove il comico si fa tragico, ora ispirandoli ora sostenendoli nelle loro pazzesche esistenze.

 

Così quest' intreccio amorale di realtà e genio, apologo e barzelletta, volontà condizionata e abbandono in se stessi non solo li conquista e se li prende, ma li porta lontani da ogni ragionevolezza sulle ali della fantasia, della magia, dell' avventura, della teologia, dell' illusionismo, del teatro, della psichiatria e della prestidigitazione applicata alle umane relazioni e debolezze, fin dentro le galere - dove tutto lascia immaginare che continuino a fregare il prossimo, configurandosi la loro proteiforme identità come una salvezza e insieme una dannazione.

 

truffatori

Ladri d' identità come quel fenomenale Stefano Ramunni, pugliese dall' aspetto anonimo e l' ingegno di un turbo-camaleonte, per il quale Giorgio Mottola annota qualcosa come 52 trasfigurazioni, con nomi e cognomi (Carlo Della Francesca, Damiano Morleo, il dottor Cimafonte) degni di uno splendido romanzo e comunque capace in ultimo, però mai in extremis, di produrre il suo stesso certificato di morte, naturalmente falso.

 

Un universo che da sempre, oltre ai curiosi e ai cercatori di senso, attrae - e si capisce - gli artisti della grande letteratura e del miglior cinema, dal turbinoso e definitivo racconto Tom Castro: l' impostore inverosimile di Jorge Luis Borges al Generale della Rovere di Montanelli-Rossellini, dal Bidone del primo Fellini a Zelig di Woody Allen.

 

Quasi mai, si può aggiungere a mo' di allegra consolazione, scrittori e registi condannano i truffatori, riservando un moto di indulgenza, se non di aperta simpatia verso chi dopo tutto rifugge dalla violenza e si confronta con le sue vittime ad armi pari. Basta del resto spostare il focus sui destinatari del raggiro, gli allocchi, per comprendere come la gara di furbizia trafigga di solito chi si ritiene incautamente più furbo, mentre penalizza chi sogna l' affarone per ritrovarsi addosso la vergogna di un pugno di mosche.

TRUFFA PRINCIPE E AMBASCIATORE DEL MONTENEGRO

 

A Dal Totò della Fontana di Trevi ai diamanti gonfiati: siamo un popolo di falsi invalidi, finti cardinali, verissimi impostori. Ora un libro ne racconta alcuni. Molto presto andrà aggiornato.

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