nichi vendola nicola fratoianni mare jonio ong mediterranea banca etica

FARE I BUONI CON I SOLDI DEGLI ALTRI – BANCA ETICA HA DATO 460MILA EURO DI FINANZIAMENTO ALLA ONG “MEDITERRANEA” PER COMPRARE LA “MARE JONIO”, MA NON CONCEDEVA PRESTITI AI CORRENTISTI – A FARE DA GARANTI C’ERANO NICHI VENDOLA E NICOLA FRATOIANNI, ALL’INSAPUTA DEI CLIENTI, CHE ORA SI INCAZZANO

1 - A PAGARE IL CONTO C'ERA BANCA ETICA

Carlo Tarallo per “la Verità”

luca casarini

 

Non è stata una giornata da ricordare, quella di ieri, per Banca Etica. L'istituto bancario cooperativo, la «banca dei buoni», che dovrebbe promuovere progetti sociali, che ha nello statuto come principi fondativi, «trasparenza, partecipazione, equità, efficienza, sobrietà, attenzione alle conseguenze non economiche delle azioni economiche, credito come diritto umano», ha finanziato con 460.000 euro la Ong Mediterranea saving humans, affinchè potesse acquistare la nave Mare Jonio.

nave mare jonio della ong mediterranea al largo di lampedusa

 

Più precisamente, Banca Etica ha finanziato il «nucleo promotore» della Ong, composto (si legge sul sito della banca) da singole persone e associazioni come l' Arci e Ya Basta di Bologna, altre Ong come Sea Watch, il magazine online I Diavoli, imprese sociali come Moltivolti di Palermo. A proposito di Sea Watch, sulla Mare Jonio c'erano anche un ingegnere e capo macchina, un soccorritore e un operatore video imbarcati in precedenza sulla nave olandese della Ong tedesca, spesso protagonista di estenuanti tira e molla con il governo italiano.

 

nave mare jonio della ong mediterranea 1

La Mare Jonio è la nave che, dopo un braccio di ferro di qualche ora con il governo italiano, l' altra sera ha sbarcato a Lampedusa i 49 extracomunitari che aveva raccolto al largo delle coste della Libia e che, subito dopo, è stata sequestrata su ordine della Procura di Agrigento, che indaga per favoreggiamento dell' immigrazione clandestina.

 

Sostanzialmente Banca Etica ha anticipato un mare di soldi alla Ong, fidandosi delle garanzie offerte dall' ex governatore della Puglia, Nichi Vendola, e da tre parlamentari: Nicola Fratoianni ed Erasmo Palazzotto (Sinistra italiana) e Rossella Muroni (Liberi e uguali). Successivamente il crowdfunding, gestito sempre da Banca Etica, ha consentito alla Ong di raccogliere circa 600.000 euro attraverso donazioni, e dunque il debito con l' istituto può essere ripagato.

nave mare jonio della ong mediterranea

 

I 460.000 euro dati alla Ong Mediterranea saving humans, badate bene, sono stati concessi con la formula del «fido a revoca», che, non avendo scadenze definite, permette una gestione flessibile del rientro. «Si è trattato», spiegava tutto contento lo scorso 25 ottobre al sito Valori.it. il vicedirettore di Banca Etica, Nazzareno Gabrielli, «sostanzialmente di anticipare la raccolta fondi che potevano mettere in campo gli organizzatori per sostenere il progetto. E il business plan si chiude con le donazioni. Senza dimenticare che, a fronte di questo utilizzo di denaro, la nave è un bene reale che rimane. Un asset, con un suo valore», aggiungeva Gabrielli, «che quindi può essere venduto per reimmettere dei fondi nel progetto».

banca etica 2

 

Un asset che però ora è sotto sequestro, con tutte le conseguenze del caso. Non solo: bisognerebbe riflettere su quanti piccoli imprenditori, quante famiglie, quanti operatori sociali, sono in grado di presentarsi a uno sportello di Banca Etica e farsi prestare sull'unghia mezzo milione di euro, con la formula del «fido a revoca».

 

nichi vendola e nicola fratoianni

Non è piaciuta ai correntisti e ai sostenitori di Banca Etica la scelta di imbarcarsi è il caso di dirlo, in una avventura così rischiosa dal punto di vista economico. Ieri sulla pagina sulla Facebook dell'istituto fioccavano commenti critici, e uno su tutti ha colpito la nostra attenzione. «Ho aperto il conto», scrive Mariarosa, «alla Banca Etica 12 o 13 anni fa, ma quest' anno l' ho chiuso. Ho chiesto 5.000 euro di prestito dando in garanzia un immobile valutato 150.000, ma non e stato possibile in alcun modo ottenerlo». «Non sei», le risponde Stefano, «una Ong che favorisce l' immigrazione clandestina, quindi non puoi avere il tuo prestito!».

 

2 - CHI FINANZIA I BARCAROLI

Filippo Facci per “Libero Quotidiano”

 

mare jonio nave ong

«Ciao amico! Naviga con noi! Sostieni Mediterranea Saving Humans, aderisci al crowdfounding, finanzia la barca "Mare Jonio" che se ne fotte della legge, delle autorità e che si fa guidare da simpatici pregiudicati come Luca Casarini! Contatta "Banca etica" che ha organizzato il crowdfounding (va bene, non sai che cazzo è un crowdfounding: in pratica devi mandarci dei soldi) e che ha già concesso un prestito di 465mila euro!

 

luca casarini

Tutti soldi presi da 41mila correntisti che di Casarini e dell' immigrazione illegale magari non sapevano un accidente, certo, ma ora sono tutti felici di ritrovarsi in compagnia di Nichi Vendola, dell' Arci, della celebre associazione "Ya Basta" di Bologna, dell' Ong tedesca Sea watch oltre all' attuale sottosegretario all' Economia Laura Castelli e un' altra quindicina di parlamentari grillini! Tutti nella stessa banca, anzi barca, che festa! Ti aspettiamo! Mandaci i soldi, pirla!». Questa è la versione semiseria.

 

mare jonio nave ong

La versione seria è uguale. Più o meno uguale. La nave Mare Jonio che ha «salvato» 49 migranti (che li ha fatti espatriare illegalmente) è un' invenzione finanziaria di Banca Etica, un istituto di credito popolare in forma di cooperativa che agisce «nel rispetto delle finalità di cooperazione e solidarietà» (lo si legge nel loro sito) e dove per esempio ogni conto corrente, contrattualmente, sostiene in quota anche la ong Medici senza Frontiere.

 

In pratica, questa banca ha anticipato circa 460mila euro alla Mediterranea Saving Humans, altra ong nata appena nel giugno scorso e che ha operato a partire dal 3 ottobre. La stessa banca ha poi organizzato un crowdfunding che in pratica sarebbe una colletta, ma che oggi usa definirsi «processo collaborativo di un gruppo di persone che utilizza il proprio denaro in comune per sostenere gli sforzi di persone e organizzazioni».

 

mare jonio nave ong

Nel sito della banca si legge che «il fido è anche garantito da garanzie personali prestate da alcuni parlamentari», e il testo d' invito recitava: «Regala miglia di navigazione a Mediterranea... entro 24 ore riceverai per email il bellissimo calendario delle maree Quella di Mediterranea è un' azione di disobbedienza morale ma di obbedienza civile».

 

LA COLLETTA

mare jonio nave ong

Certo. Questa colletta, comunque, portò a raccogliere 586mila euro (l'obiettivo era 700mila) che bastarono per la barca e soprattutto l' exploit dell' altro giorno. Sulla carta (anzi, sul web) la banca rende pubblici i finanziamenti erogati, ma i dettagli - se le violazioni di legge sono dettagli - i soci li apprendono a cose fatte.

banca etica 5

 

Quindi è a cose fatte che hanno appreso di avere Luca Casarini, ormai, come loro più noto testimonial: uno spot che per la legge dei numeri porterà molti soci a schierarsi automaticamente con Matteo Salvini anche se avesse proposto di cannoneggiare la Mare Jonio.

mare jonio nave ong

 

I soci, comunque, sono circa in 41mila tra società (16 per cento) e singoli individui (84 percento, 34mila persone fisiche) e non sono solo italiani: molti sono spagnoli e tutti, in teoria, dovrebbero condividere le aree di finanziamento, compreso quindi il «soccorso» dei migranti con biglietto di sola andata.

 

Alcuni degli aderenti a questa banca li abbiamo citati, e potremmo aggiungere realtà del calibro del magazine online «I Diavoli» o imprese sociali come «Moltivolti» di Palermo, ma un posto speciale ce l' ha indubbiamente il Movimento cinque stelle: utilizzò proprio quell' istituto, a suo tempo, anche per la nota sceneggiata di restituzione di soldi allo Stato con assegni giganti inquadrati dalle telecamere. Insomma: la banca che ha fottuto metà del governo (la Lega) è la banca dell' altra metà del governo (i grillini).

banca etica 1

 

Sul sito di Banca Etica si apprende che «la nave ha l' obiettivo di svolgere attività di monitoraggio, testimonianza e denuncia della drammatica situazione che quotidianamente vede donne, uomini e bambini rischiare la propria vita, attraversando il Mediterraneo centrale, nell' assenza di soccorsi generata dalle recenti politiche italiane ed europee».

 

Evidentemente il monitoraggio comprende la forzatura di blocchi navali e la disobbedienza alle forze dell' ordine, ma si vede che sono forzature e disobbedienze etiche. E comunque, la banca, si è formalmente limitata a concedere un prestito. Del resto il vicepremier Luigi Di Maio, nell' ottobre scorso, disse che la nave «è una sentinella civica, nient' altro».

S' è visto.

 

PD E CINQUE STELLE

luca casarini

Tra i dettagli, ora, c'è che i soci di Banca Etica potrebbero rischiare di aver finanziato eventuali contatti di Luca Casarini con i trafficanti nonché un'operazione finalizzata a creare un caso politico alla vigilia del voto sull'autorizzazione a procedere di Palazzo Madama: queste, almeno, le accuse mosse apertamente dal Viminale. Nel sito di Banca Etica si legge che ai soci è garantita «massima trasparenza su come sarà gestito il risparmio raccolto», «escludendo impieghi in settori che possono non essere consoni ad una visione etica dell' impiego del denaro».

banca etica 3

 

Traduzione: niente fondi d' investimento con aziende che magari inquinano o commerciano armi, e però è spuntato mezzo milione di euro per l' immigrazione clandestina di 49 libici (fanno circa 12mila a cranio) sotto l' occhio attento - perbacco - dell'Ethical Screening, cioè un comitato di selezione etica degli investimenti fatti utilizzando «un portafoglio selezionabile dai clienti dell' istituto bancario sulla base di giudizi etici». Etica ovunque. Sarà per questo che un paio d' anni fa 53 deputati del Pd, di Sinistra italiana e dei Cinque Stelle si sono battuti per inserire agevolazioni alla «finanza etica» nella legge di bilancio.

luca casarini 4

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO