alessandra ballaro

PALERMO E PALLOTTOLE - UNA RAGAZZA DI VENT'ANNI UCCIDE IL VICINO DI CASA CHE AVEVA DATO UNO SCHIAFFO AL PADRE - LE DUE FAMIGLIE ERANO IN LITE DA TEMPO PER UN AFFARE IMMOBILIARE - ECCO LA STORIA

Felice Cavallaro per il “Corriere della Sera”

 

Alessandra Ballaro

Bisogna aver visto «Via Castellana Bandiera» , il film di Emma Dante, una palermitana che indaga e scava nel ventre e nelle psicosi della sua città, per capire come la follia di rapporti rancorosi fra nuclei familiari possa radicarsi in una stretta viuzza, in un vicolo o in una piazzetta facendo esplodere tutte le rabbie interne e un colpo di pistola.

 

Un colpo sparato da una ventenne che non somiglia alla Monica Vitti della «ragazza con la pisola» del film di Monicelli perché non difende l' onore ma il padre da uno schiaffo. Una ragazza di vent' anni fresca di diploma che non somiglia ai killer di mafia anche se impugna l' arma con decisione premendo il grilletto quattro volte, uccidendo un uomo, ferendone un altro e facendo poi sparire il «ferro» come sanno fare i picciotti dei clan.

 

Alessandra Ballaro

Ma non è una storia di mafia questo drammatico epilogo di una guerra tra due famiglie, i Ballarò da una parte e i Bua dall' altra. Pescatori e commercianti. Divisi dalla compravendita di un appartamentino che s'affaccia sullo stesso ring dello scontro, piazzetta Caruso, quasi a ridosso del mare dell'Arenella, la borgata a due passi da Villa Igiea. Un labirinto di vicoli ignorato dagli ospiti del lussuoso albergo liberty, simbolo di una storia rarefatta in quella piazzetta dove la zuffa matura alle cinque della sera.

 

Prima un alterco, poi uno spintone. Ed ecco uscire fuori tutti i componenti dei due nuclei, pronti a dare e prendere calci e cazzotti, fino all' oltraggio che acceca la ragazza, Alessandra Ballarò. Un sonoro schiaffo che stordisce il padre. Assestato dal capofamiglia dei Bua. E lei come una furia rientra in casa ricomparendo poco dopo con una pistola calibro 7.65 in pugno.

Alessandra Ballaro

 

Ecco il fermo immagine che ha stupito per primi gli agenti di Rodolfo Ruperti, il capo della Mobile arrivato sul luogo del delitto quando ormai non c' era più niente da fare per Leonardo Bua, 36 anni, colpito in faccia, mentre gli operatori del 118 partivano in ambulanza con il corpo ferito del fratello, Giuseppe, 40 anni, in coma a Villa Sofia.

 

Alessandra Ballaro

A quel fermo immagine che incastra la ragazza con la pistola si arriva grazie alle telecamere che gli stessi Ballarò avevano nascosto fra le piante di casa per spiare i Bua, dopo una serie di vandalismi a porte e aiuole. Occhi elettronici collegati a monitor che i Ballarò sono riusciti a far sparire mentre tutti si chinavano su quel corpo senza vita. Scomparsi come l' arma del delitto, passata di mano al fratello minore di Alessandra che ha dovuto confessare.

 

Per mezz' ora gli agenti non erano riusciti a raccapezzarsi sulla dinamica. Finché non si sono accorti dei fili pendenti, dei buchi ai vasi delle piante da dove erano state rimosse le telecamere volatilizzatesi con i monitor. A differenza del registratore che ha svelato i dettagli dello scontro fino al fermo immagine con Alessandra Ballarò che ritorna nella piazzetta armata.

Alessandra Ballaro

 

Sequenza sconvolgente di una ragazza da ieri nel carcere di Pagliarelli, decisa ad utilizzare quell' arma detenuta illegalmente dal padre, ad afferrarla dal nascondiglio a lei noto, cosa che aggrava la posizione per la magistrata Amelia Luise, soddisfatta come Ruperti del lavoro degli agenti, rapidi nella caccia al registratore.

 

Adesso si mette a fuoco il movente e sembra assurdo che un ragazzo sia morto e un altro in rianimazione per l' appartamentino acquistato ma non pagato dai Bua. Querelle già approdata in tribunale, come le denunce per vandalismo, sempre presentate contro ignoti.

Alessandra Ballaro

Un quadro offuscato dal rischio della vendetta che in piazzetta Caruso echeggia con la voce di un terzo fratello della vittima, indicando la casa dei Ballarò: «Sono cadaveri che camminano».

 

Conferma di quella follia che può avvelenare la vita di interi nuclei familiari, com' è accaduto il mese scorso in zona con il rampollo di una famiglia mafiosa, con una coltellata al cuore al parcheggiatore abusivo sotto casa «perché aveva minacciato la mia famiglia».

Tutti protagonisti di storie per ironia del destino a due passi da via Castellana Bandiera dove fiction e realtà s' intrecciano.

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