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FINALMENTE IL PANTHEON A PAGAMENTO! ENTRO IL 2018 “IL TICKET D’ACCESSO SERVIRA’ A FINANZIARE NUOVI RESTAURI” - DA REGOLARE I RAPPORTI CON IL VATICANO: LA SANTA SEDE, INFATTI, NON HA MAI VOLUTO CHE NELLE CHIESE DI ROMA FOSSE INTRODOTTO IL BIGLIETTO

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Carlo Alberto Bucci per la Repubblica - Roma

 

La data è incerta. «Entro la fine della legislatura» ha detto il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini. Quindi, a scanso di elezioni anticipate, al massimo entro il 2018. E impreciso è anche il conto dei benefici per lo Stato dell’operazione lanciata dal Mibact “Pantheon a pagamento”. Sono davvero 7milioni le persone che hanno in un anno varcato il portone del tempio di piazza della Rotonda trasformato in chiesa? Saranno tante anche quando sarà introdotto un ticket d’accesso? E l’introito sarà intero o da dividere con Oltretevere?

 

FRANCESCHINI 2FRANCESCHINI 2

Quel che certo è che il Pantheon, gratuito o a pagamento, resterà sul podio della classifica dei monumenti più visitati d’Italia. E l’entrata nel novero tra quelli che sbigliettano, che è solo questione di tempo, potrebbe farlo scendere dalla vetta. «Penso entro la fine della legislatura...», la previsione di Franceschini. Che, «come un caterpillar, sta spaccando tutto» nel riordino delle soprintendenze, secondo la dura critica dell’ex sottosegretario al Mibact nell’era berlusconiana, Francesco Giro. Ma certo è che il nuovo inquilino del Collegio romano porta a termine i progetti che annuncia: come dimostra lo scorporo del Colosseo (e annesso Palatino, più Domus Aurea) dalla Soprintendenza speciale di Roma. E la creazione della figura di un super manager (da individuare con concorso internazionale) per l’arena dei Flavi.

 

Lasciando il Colosseo ai suoi conti (60 milioni l’anno l’incasso, 43 dei quali allo Stato e i restanti ai servizi aggiuntivi che li reinvestivano in buona parte per l’archeologia romana) ecco che al ministro, ed ex segretario Pd, si presenta l’occasione di aprire un altro bancomat. Il Pantheon. Da sfruttare «per fare interventi sulla struttura» interna, ma anche «per contribuire al fondo di solidarietà» per tutti i monumenti “poveri” d’Italia, «come fanno — ha sottolineato Franceschini — il Colosseo e tutti gli altri musei, versando il 20 per cento degli incassi».

FRANCESCHINI OBAMAFRANCESCHINI OBAMA

 

Se è vero che sono 7 i milioni delle persone che ogni anno si fanno bagnare dal fiotto di luce che scende dall’oculo aperto nella cupola (43 metri di diametro, la più grande e capolavoro assoluto dell’architettura romana), basta mettere un biglietto di 2 euro e, ammesso che in ragione della tassa non cali l’afflusso, arriverebbero 14 milioni nelle casse esangui del Mibact. Ma il Vaticano dirà di sì? E non batterà cassa?

 

L’incontro con il Vicariato c’è stato. Il tavolo è aperto. «Siamo a buon punto nei rapporti con la Chiesa», ha precisato Franceschini. Riferendosi al fatto che la Santa Sede non ha mai voluto che nelle chiese di Roma fosse introdotto il biglietto che si paga, ad esempio, nel Duomo di Milano (2 euro) e in tutte le chiese di Venezia (3 euro). Il vicariato è pronto a derogare dalla regola? Franceschini vuole «far convivere la visita dei turisti a pagamento con le celebrazioni per i fedeli ». Che nella chiesa di Santa Maria dei Martiri, così si chiama dal VII secolo il tempio del divo Augusto che fu poi di Adriano, si riuniscono per la messa intorno agli altari dove riposano i Savoia.

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Questa dei sepolcri reali è solo una delle curiosità di questo monumento all’arte romana, pagana e cristiana. Il Pantheon è tempio, chiesa (dello Stato, come l’Aracoeli) e “museo”. È infatti sotto la cura del Polo museale del Lazio, un’altra delle nuove articolazioni della riforma Franceschini. Guidato da Edith Gabrielli, il Polo destina una decina di custodi all’ingresso regolato, e contingentato (non più di 350 persone contemporaneamen- te) sotto la cupola, per la manutenzione e restauro della quale sono stati appena impiegati 500mila euro.

 

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La tutela del monumento è, però, della Soprintendenza (sempre statale) diretta da Francesco Prosperetti. Starà a quest’ultima decidere dove — sopratutto se — piazzare biglietteria e tornelli. In piazza o in chiesa?

 

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