
“L’ERGASTOLO CE L’HO IO E ME LO TENGO” – PAOLA PELLINGHELLI, LA MAMMA DEL PICCOLO TOMMASO ONOFRI, RAPITO A 18 MESI E UCCISO NEL 2006, A PARMA, COMMENTA LA SCARCERAZIONE DI SALVATORE RAIMONDI, UNO DEI RAPITORI: “DOVREBBE RENDERSI UTILE PER LA SOCIETÀ, RESTARE IN CARCERE E PAGARSELO. NON TROVO NIENTE DI GIUSTO IN QUESTA STORIA: I COLPEVOLI HANNO AVUTO TANTI BENEFICI E IO CI HO RIMESSO UN FIGLIO” – “LORO VENGONO AIUTATI, MA LE VITTIME CHI LE AIUTA? NON LI ODIO, PER ME SONO IL NULLA, MA NON RIESCO NEANCHE A PENSARE A UN POSSIBILE PERDONO. NON SI PUÒ PERDONARE IL NULLA..”
Estratto dell’articolo di Franco Giubilei per “La Stampa”
«Non è una sorpresa, si sapeva che sarebbero usciti prima di scontare tutta la pena, ma quello che accade ora con Raimondi mi fa male comunque».
Paola Pellinghelli è la mamma di Tommaso Onofri, il bambino rapito davanti ai genitori a Casalbaroncolo di Parma il 2 marzo del 2006, nella casa dove la donna vive tuttora: il piccolo venne ucciso e gli autori del delitto arrestati, processati e condannati. Mario Alessi all'ergastolo, la sua compagna Antonella Conserva a 24 anni e Salvatore Raimondi a 20.
paola pellinghelli con il figlio tommaso onofri
Il suo è un sentimento di rassegnata indignazione: «È quello che ha avuto la pena minore grazie al rito abbreviato e alla bravura del suo avvocato, ma non mi vengano a dire che ha collaborato (fu il primo a confessare, ndr), perché delinquente era e delinquente resta, alla pari degli altri due».
Trova la sua pena troppo mite? Raimondi ha anche avuto accesso alla semilibertà, prima di essere rilasciato.
«L'ergastolo ce l'ho io e me lo tengo, non posso avere sconti di pena io, posso solo sopravvivere, perché questo è un sopravvivere. Non so che metro usino per giudicare le persone: io non lo trovo giusto, ci sono crimini e crimini e io ho sempre pensato che in questo Paese la vita di un bambino valga molto poco».
Pensa che sarebbe dovuto restare in carcere a vita?
«Dovrebbe rendersi utile per la società, restare in carcere e pagarselo, secondo me.
Non trovo niente di giusto in questa storia: i colpevoli hanno avuto tanti benefici e io ci ho rimesso un figlio che avrebbe compiuto 21 anni il prossimo 6 settembre. L'ultima volta che l'ho visto aveva 18 mesi...».
E gli altri due condannati?
«Di Alessi non so più niente, La Conserva ha avuto un permesso premio di 10 giorni la primavera scorsa: lo ha trascorso a casa sua. Credo proprio che fra un po' saremo qui a parlare anche della loro liberazione, prima di Conserva e poi di Alessi. Loro vengono aiutati, ma le vittime chi le aiuta? Ho avuto sostegno psicologico ma queste cose, in me come nell'altro mio figlio che oggi ha 27 anni, lasciano segni profondi».
[…] Si sono mai fatti vivi i colpevoli?
«No, e spero che continuino a non farlo, di loro non mi interessa niente. Io non li odio, per me sono il nulla, ma non riesco neanche a pensare a un possibile perdono. Non si può perdonare il nulla e mi chiedo come fa chi, in casi del genere, perdona».
[…] Pensa che Alessi, Conserva e Raimondi possano essersi pentiti di quello che hanno fatto?
«Secondo me non ci hanno neanche pensato. Persone che compiono un gesto del genere dubito possano avere una coscienza. Anche se poi magari mi sbaglio, non lo so...».
È stata fatta giustizia?
«Magari in senso giuridico sì. Trovo però ci sia una mancanza di rispetto anche per chi ha condotto le indagini: i poliziotti, che mi hanno scritto in questi giorni per dimostrarmi la loro vicinanza, me lo dicevano già allora: fra sconti di pena e buona condotta li avrei rivisti liberi prima».
antonella conserva
mario alessi 1
tommaso onofri 3
tommaso onofri
paola pellinghelli
paola pellinghelli con il figlio sebastiano onofri
matteo salvini con paola pellinghelli, madre di tommy onofri 2