francesco bellomo (1)

BELLOMO NON GENTILUOMO - PARLA IL CONSIGLIERE DI STATO FINITO NEI GUAI PER IL DRESS CODE IMPOSTO ALLE BORSISTE: “IL MIO E’ UN METODO INNOVATIVO CHE AVVANTAGGIA NEL SUPERARE L’ESAME. TUTTI I GENI, ANCHE EINSTEIN, SI SONO DOVUTI DIFENDERE DAGLI ATTACCHI DI CHI NON NE CONOSCEVA LE IDEE. I RAPPORTI SESSUALI? C’ERA IL CONSENSO…”

Virginia Piccolillo per il “Corriere della Sera”

 

francesco bellomo

Consigliere Bellomo, ci spiega perché costringeva le borsiste al dress code con minigonna nera e tacchi?

«Sono tenuto al silenzio e fino a che non sarà finita non posso difendermi. Sono state scritte cose false. Il magistrato si giudica per quello che fa».

 

Che vuol dire?

«La giustizia è criticatissima e invece vi trovate davanti uno che per 25 anni l' ha svolta in maniera praticamente perfetta. Una volta che io esco dalle aule di giustizia torno una persona libera di esprimere le mie idee. Giudicatemi come uomo».

 

E il regolamento con vestiti succinti e obbligo di omertà?

«Ma quale omertà? Voi non ce l'avete il contratto. È tutto trasparente».

 

Allora lo mostri. Perché tanto segreto?

dopo i seminari di francesco bellomo 2

«Esistono delle clausole di riservatezza nel contratto che viene sottoscritto con la società che organizza i corsi. Come negli Stati Uniti».

 

Il Corriere però ha letto i suoi articoli.

«Visto che avete rubato quelle riviste cercate di capire il mio metodo innovativo».

 

Che problema c'è a leggere una rivista giuridica? Perché deve essere segreta?

«È riservata agli allievi del corso. Innanzitutto perché hanno pagato, e poi perché è un metodo che li avvantaggia nel superare l'esame».

 

È lei a scrivere che una borsista scartata venne ripescata dopo aver indossato a lezione il dress code.

«È una semplificazione. Il mio è un metodo scientifico di intendere la funzione della ragione nelle cose umane. Tutti i geni, anche Einstein, si sono dovuti difendere dagli attacchi di chi non ne conosceva le idee. Non avrei voluto divulgare le mie, ma sono venute fuori. Allora perché non dite che funzionano? Le mie allieve (e i miei allievi) hanno superato il concorso più di quelle di qualunque altro corso. E poi il dress code non è quello che scrivete».

dopo i seminari di francesco bellomo

 

Ma ci sono le foto.

«Quelli sono eventi. E il dress code non mi è stato contestato, mentre leggo che sono stato condannato per quello. Io non posso e non voglio parlare di quel procedimento di fronte al Consiglio di Stato. Ma se anche volessi, come nel processo di Kafka io, tutt' ora, le accuse non le conosco. Non mi hanno contestato nessuna clausola. Un uomo che ha fatto il pm in realtà complicate come la Sicilia, può essere censurato per un dress code?»

 

DRESS CODE DEI CORSI FRANCESCO BELLOMO

Anche per aver raccontato i rapporti sessuali che una borsista aveva con lei e con altri uomini.

«Bisognerebbe sapere se c'era il consenso».

 

C'era?

«Certo. Questa ragazza ha vinto il concorso, durante la pubblicazione della rivista. Non vi fate domande?».

 

Alcune ragazze raccontano di altre allieve selezionate per meriti che, una volta diventate borsiste, non parlavano più con nessuno e sembravano entrate in una setta.

«Non è vero niente. Non è scritto da nessuna parte. Io quando ero pm gli anonimi li cestinavo».

 

Allora può rassicurare le sue allieve che non denuncerà chi deciderà di parlare?

«Come posso rassicurarle di una cosa che non esiste?»

 

dopo i seminari di francesco bellomo

Temono che le faccia bocciare al concorso.

«Assurdo. Non ne ho il potere».

 

E allora come spiega quanto sta accadendo?

«Facciamo un esempio: due persone si incontrano, fanno l' amore, il giorno dopo l' uomo dice che è stato bello. La donna lo denuncia. Vogliamo capire come mai?».

 

Facciamone un altro: aspiranti attrici facevano un provino da Weinstein e venivano molestate.

«Non c' entro nulla con quel tipo di cose. Weinstein è un produttore che ti può bloccare la carriera. Io non sono la casta sono uno che ne sta completamente al di fuori e tutto questo ha un peso su ciò che sta accadendo. Ma quando potrò parlare si capirà tutto».

 

2 - IL GIUDICE DELLE MINIGONNE RISCHIA DI PERDERE IL POSTO «IO, VITTIMA DI UNA DONNA»

Sara Menafra per “il Messaggero”

 

Non si pente Francesco Bellomo, il magistrato del Consiglio di stato sottoposto a procedimento disciplinare che ora rischia la pena più grave (e rarissimamente applicata), la destituzione: «Quello in corso è un processo alle mie idee, si applica un giudizio morale a cose che riguardano la mia vita privata e un approccio disciplinare evidentemente non coerente, troppo moderno, per i tempi di oggi». A scatenare le indagini, penali e disciplinari, aggiunge, «è una ragazza con la quale ho avuto una normale relazione, una donna molto innamorata».

 

francesco bellomo ai seminari con canotta bianca e giacca di pelle

LE ACCUSE

Bellomo, che da anni gestisce tre sedi della scuola Diritto e scienza (Milano, Bari e Roma), una delle principali per la preparazione del concorso di accesso alla magistratura amministrativa, è sottoposto a procedimento disciplinare da oltre un anno per le accuse rivoltegli dal padre di una delle sue studentesse.

 

La ragazza, poi seguita da un totale di otto borsisti della scuola di Milano, ha raccontato di una relazione divenuta quasi subito morbosa. Bellomo l'avrebbe sottoposta a pressanti domande sui rapporti che teneva con i precedenti fidanzati e con qualche compagno di corso e l'avrebbe minacciata di parlare del suo caso sulla rivista collegata alla scuola, Diritto e scienza.

 

Le altre borsiste, sentite dopo che la denuncia del padre della ragazza alla procura di Piacenza è finita alla disciplinare hanno raccontato di un contratto con la scuola che imponeva «fedeltà assoluta» obbligo di riferire anche sulla propria vita personale ai docenti, senza alcun segreto e un dress code che includeva l'obbligo di minigonna. Sulla vicenda ha aperto un fascicolo Roma, dopo l' invio degli atti da palazzo Spada e Bari ha avviato aggiornamenti.

 

L'AUTODIFESA

Bellomo, in attesa dell'udienza cautelare della disciplinare fissata per venerdì difende i contratti che, aggiunge «sono stati contestati solo da otto borsisti e non sono comunque negli atti del procedimento disciplinare». Un'argomentazione molto logica, ma che finisce per ricordare il crudele accordo del Mercante di Venezia: «Chi sottoscrive il contratto con la scuola è libero di decidere se accettao rifiuta, per fare il concorso in magistratura non è obbligatorio seguire la scuola - dice il magistrato - In ogni caso, stiamo parlando di ragazzi di 25 o 30 anni, molto dotati, perfettamente in grado di decidere cosa fare».

 

Il magistrato aggiunge che basta leggere il Metodo scientifico dell' istituto. Lo scritto, una trentina di pagine, effettivamente spiega che «l' addestramento mira al potenziamento dell' individuo senza l' impiego dell' ingegneria genetica o di strumenti artificiali, fondandosi sul costante, ossessivo, lavoro di sviluppo delle capacità psico-fisiche».

 

Perché per fare il magistrato - è ancora il Bellomo pensiero - non basta conoscere la legge: «Come è noto il giudice è, o dovrebbe essere, un eletto. Non dal Popolo, ma dalla Ragione. Non potrebbe altrimenti giustificarsi un tale, mefistofelico, potere: decidere della vita degli individui». A difendere il metodo e a mediare, hanno raccontato le studentesse, anche il pm, Davide Nalin, che alla procura di Rovigo si occupa di reati a sfondo sessuale e contro le donne. Per Bellomo, il Pg della Cassazione ha proposto la sospensione cautelare dalla funzione e dallo stipendio, ma dietro l' angolo c' è il rischio di destituzione. Il presidente del Consiglio di Stato, Alessandro Pajno, respinge l' accusa di tempi lunghi: l' azione disciplinare è stata esercitata in tempi rapidi e il giudizio definitivo sarebbe «imminente».

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