IL PIATTO PIANGE – GLI ITALIANI SONO SEMPRE PIÙ POVERI E SEMPRE PIÙ AFFAMATI: IL PREZZO DEI BENI ALIMENTARI È AUMENTATO DEL 25% NEGLI ULTIMI 4 ANNI – PER L’ISTAT, IL RINCARO È DOVUTO A DIVERSI FATTORI: L’AUMENTO DEI COSTI ENERGETICI (A CAUSA DELLA GUERRA IN UCRAINA) E DELLE MATERIE PRIME, I CAMBIAMENTI CLIMATICI, MA ANCHE QUALCHE FURBETTO CHE SPECULA SUI PREZZI – IL CODACONS CHIEDE DI AVVIARE UN'INDAGINE PER...
Articoli correlati

L'ISTAT CERTIFICA CHE IN ITALIA IL RISCHIO DI POVERTA E AL 18,9%, SOPRA LA MEDIA DELL'UE DEL 16,2%

UN CETRIOLONE NEL CARRELLO - NEGLI ULTIMI 5 ANNI, IL PREZZO DEI BENI ALIMENTARI E AUMENTATO DI QUASI
Estratto dell’articolo di Francesco Bisozzi e Andrea Pira per “il Messaggero”
[…] L'Istat certifica il boom dei prezzi dei beni alimentari, protagonisti di un'impennata del 25% tra il 2021 e il 2025. Lo shock energetico innescato dall'invasione dell'Ucraina è stato senz'altro uno dei fattori, […] che più hanno influito su questa crescita esponenziale, insieme all'aumento del costo delle materie prime e dei fertilizzanti, ma hanno pesato anche gli eventi meteo avversi che hanno colpito i Paesi esportatori, la speculazione e altri fattori interni.
Un salasso per le famiglie: i beni alimentari rappresentano infatti nel 2025 oltre un quinto del valore economico dei beni e servizi consumati dalle famiglie. Il solo cibo, rileva l'Istat, rappresenta in media il 16,6% della spesa degli italiani.
[…] Più nel dettaglio, da ottobre 2021 a ottobre 2025 i beni alimentari hanno registrato aumenti di prezzo del 24,9%, un incremento superiore di quasi 8 punti percentuali rispetto a quanto evidenziato nello stesso periodo dall'indice generale dei prezzi al consumo armonizzato (+17,3%).
Così emerge dalla nota dell'Istat sull'andamento dell'economia.
Il prezzo degli alimentari freschi ha fatto un balzo del 26,2% in 4 anni, mentre quello dei lavorati del 24,3%. Risultato? Il cibo, a settembre, costava il 26,8% in più rispetto a ottobre 2021. Ma quali sono i prodotti che hanno fatto registrare i maggiori rincari? Guidano la classifica frutta e verdura (+32,7%), latte, formaggi e uova (+28,1%), pane e cereali (+25,5%). Rispetto a ottobre 2024, segnala l'Unione nazionale dei consumatori, cacao e cioccolato in polvere costano il 21,8% in più,
il caffè è aumentato del 21,1%, la carne e le uova del 7% circa e il riso del 4,6%. La crescita dei prezzi degli alimentari ha mosso i primi passi nella seconda metà del 2021. L'impennata vera e propria si è verificata dall'inizio del 2022 fino alla metà del 2023. Il fenomeno non ha riguardato solo l'Italia, ma ha colpito altri Paesi europei anche con maggiore intensità, come la Germania (+32,8%) e la Spagna (+29,5%).
[…] Ad accendere la miccia, nel 2021, è stato il rialzo dei prezzi internazionali delle materie prime alimentari nella fase di ripresa economica post pandemica, quando la domanda crescente si scontrava con le frizioni nell'approvvigionamento dovute ai riassestamenti delle catene globali, messe a dura prova dai lockdown.
Nel 2022 la guerra in Ucraina e le conseguenti pressioni inflattive sull'energia hanno determinato, soprattutto in Italia, un forte aumento del prezzo al consumo dei beni energetici: da noi è cresciuto del 76% da ottobre 2021 a novembre 2022, contro una media dell'area euro del 38,7%. Così è raddoppiato in poco tempo anche il costo dei fertilizzanti, che rappresentano un input molto rilevante per il settore agricolo.
[…] Il Codacons parte all'attacco: «Chiediamo oggi l'intervento di Antitrust e Mister Prezzi, affinché avviino una approfondita indagine sull'andamento dei listini alimentari in Italia, volta a individuare possibili anomalie nella formazione dei prezzi a danno dei consumatori italiani». La buona notizia è che il carrello della spesa adesso sta decelerando.
A ottobre, secondo le stime preliminari, l'inflazione è scesa all'1,2% a livello tendenziale, dal +1,6% di settembre, mentre su base congiunturale è risultata in calo dello 0,3%. Questa tendenza, spiega l'Istat, è stata dovuta principalmente al rallentamento dei prezzi dei beni alimentari (da +3,5% di settembre a +2,5% di ottobre su base tendenziale).




