messico migranti centroamericani

E POI ACCUSANO TRUMP: TRA 2012 E 2018 IL MESSICO HA ESPULSO PIÙ MIGRANTI DEGLI USA - SASSATE E MINACCE CONTRO GUATEMALTECHI, SALVADOREGNI E HONDUREGNI - L'IRRIGIDIMENTO DEL GOVERNO È DOVUTO AL FATTO CHE SEMPRE PIÙ CENTROAMERICANI IN TRANSITO VERSO GLI STATI UNITI, QUANDO CONSTATANO LA DIFFICOLTÀ DI PASSARE SI ADEGUANO A RIMANERE IN MESSICO…

murales muro con il messico

Maurizio Stefanini per “Libero quotidiano”

 

Considerati vittime della retorica anti-migranti di Trump, i messicani sono a loro volta spesso non troppo teneri verso immigranti che arrivano a casa loro. Una sindrome in realtà abbastanza normale, e che si evidenziò in particolare quando la carovana dei migranti centroamericani arrivo a Tijuana. Da una parte, sassate e minacce contro guatemaltechi, salvadoregni e honduregni.

 

ENRIQUE PENA NIETO

Dall' altra, il sindaco Juan Manuel Gastélum che definiva i migranti «vagabondi» e «spinellari» («vagos y mariguanos») e reclamava un referendum su di loro.

L' impressione è adesso confermata da un dato preciso: tra 2012 e 2018 il Messico del presidente Enrique Peña Nieto ha espulso più migranti che non gli Stati Uniti di Obama e di Trump. E il fatto che Gastélum fosse della destra del Partito di Azione Nazionale mentre Peña Nieto era del Partito Rivoluzionario Istituzionale, dimostra come in realtà un certo atteggiamento non sia proprio solo di una parte dello schieramento politico.

 

LO STUDIO

I BAMBINI MIGRANTI MARCHIATI CON UN NUMERO AL CONFINE TRA MESSICO E USA

Lo studio è stato fatto da alcune organizzazioni specializzate: tra di esse il Global Detention Project, Sin Fronteras, Fundar e Asilegal. «La detenzione migratoria: analisi a partire dal modello penitenziario e dalla spesa pubblica», è il titolo. La tesi è che l' amministrazione di Peña Nieto avrebbe «consolidato una politica di detenzione di stranieri senza documenti come regola».

 

I BAMBINI MIGRANTI MARCHIATI CON UN NUMERO AL CONFINE TRA MESSICO E USA

Secondo i dati pubblicati, tra 2013 e 2017, sono state 686.545 le detenzioni di stranieri senza documenti in Messico: il 18 per cento di minori di 18 anni. E questa già sarebbe la seconda posizione mondiale dietro agli Stati Uniti: il Messico si sta dunque trasformando da Paese di transito in Paese di destinazione. Ma quando poi si va alla cifra delle persone espulse si arriva al primo posto: 604.355, pari all' 88 per cento del totale.

 

Il rapporto indica anche che il 32 per cento delle detenzioni sono state fatte da agenti di corpi di sicurezza diversi dall' Instituto Nacional de Migración (Inm): cosa che potrebbe avvenire solo su richiesta esplicita dello stesso Inm. Tra 2010 e 2016 le detenzioni migratorie sono triplicate: da 70.102 a 190.000. E ciò malgrado dal 2008 una nuova legge avesse depenalizzato l' immigrazione irregolare.

migranti assaltano confine usa messico 2

 

Secondo Amnesty International, anzi, il 75 per cento dei detenuti dall' Inm non erano stati informati del loro diritto a sollecitare asilo in Messico, malgrado la legge imponesse di farlo. Evidentemente l' irrigidimento è dovuto al fatto che sempre più centroamericani in transito attraverso il Messico verso gli Stati Uniti, quando constatano la difficoltà di passare - già ai tempi di Obama - si adeguano a rimanere nel Paese, che comunque trovano più prospero e perfino tranquillo di quelli da cui vengono.

 

migranti assaltano confine usa messico 3

Dalle 2000 richieste di asilo che la Comisión Mexicana de Atención a Refugiados (Comar) aveva ricevuto nel 2014 nel 2018 era arrivata a ben 23mila. Ovviamente si potrebbe obiettare che ormai il governo è cambiato, e al posto del Pan o del Pri è ora presidente il leader della sinistra Andrés Manuel López Obrador: o Amlo, come lo chiamano.

 

Ma anche lui aveva fatto in realtà campagna elettorale promettendo di istituire una forza di controllo della frontiera direttamente ispirata alla United States Border Patrol americana: da spiegare sia al confine meridionale che a quello settentrionale «per evitare che stranieri senza documenti, droghe e armi entrino in Messico dal Centroamerica».

la carovana arriva al confine messico usa scontri e lacrimogeni 9

 

Ancora il 18 febbraio sono stati arrestati duecento migranti centroamericani che avevano attraversato la frontiera sud, e il 6 febbraio polizia e esercito hanno rastrellato altri 1800 centroamericani che si erano raccolti in una fabbrica abbandonata nei pressi del confine con il Texas.

 

E in una conferenza stampa, lo stesso Andrés Manuel López Obrador ha appena riconosciuto la piaga degli agenti di migrazione corrotti che estorcono tangenti ai migranti: non solo alle frontiere di terra, ma anche negli aeroporti. Gente che non ha diritto entra pagando, e gente che avrebbe invece diritto a entrare viene rallentata con lungaggini burocratiche inventate apposta e che in Messico definiscono con il nome espressivo di «tortuguismo».

la carovana arriva al confine messico usa scontri e lacrimogeni 6la carovana arriva al confine messico usa scontri e lacrimogeni 5la carovana arriva al confine messico usa scontri e lacrimogeni 2la carovana arriva al confine messico usa scontri e lacrimogeni 3la carovana arriva al confine messico usa scontri e lacrimogeni 4la carovana arriva al confine messico usa scontri e lacrimogeni 8

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…