marta cartabia mario draghi

TOGA! TOGA! TOGA! LE PORTE GIREVOLI SONO STATE CHIUSE – DAI PALETTI PER CHI FA POLITICA (I MAGISTRATI NON POTRANNO PIÙ CORRERE NELLE REGIONI DOVE HANNO LAVORATO NEGLI ULTIMI TRE ANNI) AL FRENO ALLE CORRENTI: ECCO COSA CAMBIERÀ PER LE TOGHE CON LA RIFORMA DRAGHI-CARTABIA - NUOVO SISTEMA ELETTORALE PER IL CSM E ARRIVANO LE PAGELLE

GIOVANNI BIANCONI per il Corriere della Sera

mario draghi marta cartabia 1

 

Da un lato c'è l'intento di svincolare l'organo di autogoverno dalle spartizioni correntizie e mettere un freno al carrierismo dei magistrati; dall'altro si prova a impedire ogni tipo di commistione (anche solo d'immagine) tra toghe e potere politico, a livello nazionale e locale. Sono i due ambiziosi obiettivi della riforma targata Draghi-Cartabia, a cui ha lavorato la ministra della Giustizia e ha messo il sigillo il premier (dopo apposite correzioni), e che ora prende la strada del Parlamento. Che non sarà facile, ma il primo scoglio del Consiglio dei ministri è stato superato.

 

Un primo passo «per accompagnare la magistratura in un percorso di recupero della piena fiducia e credibilità» indicato dal presidente della Repubblica al momento del suo reinsediamento, come sottolinea Cartabia. Come si voterà Rispetto all'ipotesi iniziale - un sistema maggioritario con collegi binominali - c'è il correttivo di una quota proporzionale. Il Csm tornerà ad essere composto da 30 consiglieri eletti, 20 dai magistrati e 10 dal Parlamento (più i tre di diritto).

mario draghi marta cartabia

 

I togati si distribuiranno fra 2 giudici di Cassazione, 13 di merito e 5 pubblici ministeri. I 2 della Cassazione, 8 giudici di tribunale e corte d'appello e 4 pm verranno eletti con il sistema maggioritario nei diversi collegi (in ciascuno devono esserci almeno sei candidati; se non ci si arriva saranno integrati con il sorteggio). Il quinto pm sarà il terzo più votato nel totale dei vari collegi, da individuare attraverso un calcolo ponderato che terrà conto dei bacini elettorali, mentre i rimanenti cinque saranno scelti tra i giudici di merito con un sistema di voto proporzionale su base nazionale.

 

marta cartabia mario draghi.

Un particolare considerato dai promotori molto significativo è che non ci saranno liste di candidati, ma ogni aspirante consigliere potrà presentarsi individualmente, senza bisogno di un numero di firme a sostegno della proposta. Per i cinque seggi da assegnare col sistema proporzionale i candidati potranno collegarsi tra loro, indicando la scelta alla pubblicazione delle candidature. Indipendenza e nomine

 

La nuova legge prevederà che «all'interno del Csm i componenti svolgono le loro funzioni in piena indipendenza e imparzialità; i magistrati eletti si distinguono tra loro solo per categoria di appartenenza». Una sottolineatura per indicare che gli eletti togati non devono rispondere alle correnti d'appartenenza, come pure i laici ai partiti che li indicano al Parlamento al momento del voto. Il depotenziamento del potere delle correnti viene perseguito anche con un'altra norma, che rende tassativo il rispetto del criterio cronologico delle sede vacanti per assegnare gli incarichi direttivi e semi-direttivi; questo significa che ogni ufficio dovrà essere assegnato singolarmente rispettando i tempi della scopertura senza attendere il turno di altri per procedere alle cosiddette «nomine a pacchetto», cioè spartite tra i diversi gruppi.

MARTA CARTABIA MARIO DRAGHI

 

Le stesse nomine dovranno essere fatte tenendo conto di criteri più rigidi di quelli che lo stesso Csm si è dato finora: audizioni dei candidati obbligatorie, acquisizione dei pareri dei Consigli dell'Ordine degli avvocati, valorizzazione del merito e delle attitudini rispetto a ogni singolo incarico, senza dare alcun peso al criterio dell'anzianità se non come parametro «residuale» a parità di tutti gli altri.

 

Sulle valutazioni dei magistrati vengono introdotte delle «pagelle» (discreto, buono, ottimo) che diano conto delle capacità organizzative del proprio lavoro. E viene introdotto nei consigli giudiziari il diritto di voto anche all'avvocatura, ma con il filtro di una delibera del Consiglio dell'ordine, per evitare possibili rivalse di un singolo legale su un magistrato che ha trattato un suo processo. Porte girevoli L'annosa questione delle «porte girevoli» tra politica e giustizia viene risolta con il divieto di tornare a svolgere funzioni giurisdizionali per tutti gli eletti in Parlamento o nei Consigli regionali o comunali, o che ricoprano cariche di governo nazionale o locali: ministri, sottosegretari, presidenti di Regione, sindaci, assessori. Il posto di lavoro sarà conservato presso il ministero della Giustizia o altre amministrazioni.

marta cartabia

 

L'equiparazione tra cariche elettive e su chiamata ha fatto rientrare le tensioni delle ultime ore, anche se non si applicherà (com' era previsto già dalla riforma Bonafede sulla quale questa va a inserirsi) a chi attualmente ricopre quei ruoli. Limiti anche al momento dell'entrata in politica: i magistrati non potranno più correre nelle regioni dove hanno lavorato negli ultimi tre anni. Per i candidati non eletti, al pari di chi ricopre incarichi apicali come capo di gabinetto o segretario generale per almeno un anno, il ritorno alle funzioni giurisdizionali sarà possibile solo dopo tre anni di «limbo» in altri uffici.

 

 

MAGISTRATI toghe

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....