fontana confindustria puglia fontana

FONTANA DI POLEMICHE - A CANOSA DI PUGLIA SI E' SCATENATO UN PUTIFERIO PER IL DIPINTO DEDICATO AL PATRONO SAN SABINO NEL QUALE L'ARTISTA HA RAFFIGURATO ANCHE IL VOLTO DI SERGIO FONTANA, PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA PUGLIA - L'OPERA E' STATA PAGATA DALLA FONDAZIONE ARCHEOLOGICA CANOSINA, CON FONDI DEL COMUNE, E QUESTO HA IRRITATO MOLTO IL SINDACO - L'AUTORE DELLA TELA: "TENGO A PRECISARE CHE LA SCELTA DI TUTTI I SOGGETTI E' FRUTTO DI LIBERA INTERPRETAZIONE..."

Da corriere.it

 

Il dipinto dedicato a San Sabino

È polemica sul dipinto dedicato a San Sabino, patrono di Canosa di Puglia, donato alla cattedrale dalla Fondazione Archeologica canosina, l’ente presieduto da Sergio Fontana, che è anche presidente di Confindustria Puglia. Nel dipinto «Savinus vir Dei», realizzato dall’artista Giuseppe Antonio Lomuscio, è raffigurato anche il volto di Sergio Fontana, il presidente della Fondazione, con tanto di mascherina. Un omaggio, come avveniva nei secoli scorsi, al finanziatore dell’opera.

 

Solo che in questo caso Fontana non ha pagato di tasca propria il quadro. E questo ha scatenato una vera e propria bufera, con polemiche a tutto tondo e le dimissioni dei rappresentanti del Comune all’interno della Fondazione. Ne fanno parte, come soci di diritto, il sindaco di Canosa con altri due rappresentanti indicati da Comune, Regione Puglia e della Banca di Credito Cooperativo di Canosa.

 

Sergio Fontana

L’irritazione del sindaco

Molto irritato Roberto Morra, primo cittadino di Canosa: «Forse, non tutti sanno - spiega - che l’opera è costata alla Fondazione Archeologica Canosina 20mila euro e che la Fondazione vive grazie ai finanziamenti del Comune di Canosa di Puglia pari a 70mila euro, di cui 15mila per la partecipazione alla Fondazione e 55mila per la gestione dei siti archeologici di proprietà comunale. Inoltre, nel 2021, la Fondazione ha ottenuto contributi per 50mila euro dalla Regione Puglia e per 5.000 euro dalla Bcc di Canosa».

 

Cattedrale di San Sabino

Il sindaco rivela anche un altro particolare: «Della scelta e dei costi del quadro si è occupato il consiglio di amministrazione della Fondazione ai cui componenti, al fine di decidere se realizzarlo o meno, è stata presentata una bozza del dipinto che si discosta dall’opera realizzata. A seguito di questa discrepanza i tre rappresentanti del Comune di Canosa di Puglia si sono già dimessi, perché è venuto meno il rapporto di fiducia con il direttivo». Il sindaco si dice «molto rammaricato per l’accaduto, perché il denaro di provenienza pubblica deve essere utilizzato per il perseguimento dei fini statutari della Fondazione, evitando le autocelebrazioni».

 

Roberto Morra

L’artista si difende

Dopo la celebrazione nella cattedrale, alla presenza dello stesso presidente di Confindustria Puglia, Fontana, sui social e sulla stampa locale si è scatenata una ondata di ironia con fotomontaggi di altri volti noti inseriti sulla tela e qualche polemica sulla opportunità della scelta.

 

Ma l’autore della tela, il pittore Lomuscio non appare pentito. Anzi: «Rivendico - spiega - la piena autonomia nelle mie scelte. Tengo a precisare che la scelta di tutti i soggetti rappresentati nella composizione, è frutto di una libera interpretazione artistica dettata dall’esigenza di raccontare la storia della devozione verso i santi, Sabino e Benedetto. Alcuni soggetti, non necessariamente santi, rappresentano il mondo laico e quello religioso, del passato e del presente. Tra questi ho scelto di ritrarre due autorevoli rappresentanti della comunità canosina di oggi: il presidente della Fondazione Archeologica canosina e l’attuale parroco della Cattedrale, nonostante gli stessi, nel corso della lavorazione, mi avessero espressamente chiesto di non essere ritratti». Sulla tela il presidente Fontana, che non rilascia dichiarazioni, appare in basso mentre indossa la mascherina chirurgica.

 

Canosa, rimosso il quadro con il presidente di Confindustria

Il pittore Antonio Lomuscio

Il quadro ieri è stato rimosso e riconsegnato all’artista. Lo fanno sapere lo stesso Fontana e il parroco. «In relazione alla vicenda relativa al quadro “Savinus Vir Dei” che riproduce l’incontro tra San Sabino e San Benedetto, collocato in Cattedrale - spiegano -, in seguito al risalto mediatico di alcune polemiche, desideriamo comunicare che l’autore, superando le comprensibili resistenze legate alle sue personali esigenze artistiche, ha manifestato la disponibilità a rivedere l’opera».

 

L’artista ha spiegato nei giorni scorsi che la raffigurazione era stata una scelta autonoma. «Pertanto - aggiungono - già da venerdì 11 febbraio il quadro è stato riconsegnato all’artista Antonio Lomuscio le cui opere di fama internazionale sono esposte in Vaticano e in molteplici luoghi sacri del Paese. Ringraziamo l’artista - concludono - per la pazienza e la comprensione e tutti coloro che, attraverso messaggi privati e sui social, ci hanno espresso la loro solidarietà e condivisione rispetto ad alcune esternazioni che hanno travalicato i limiti della legittima critica».

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?