
LA PRIGIONE DORATA DEL “PRINCIPE” NERO - DOPO UNA CONDANNA IN APPELLO A 18 ANNI DI CARCERE (RIDOTTA A 14) PER UN TENTATO OMICIDIO, IL “PRINCIPE” MATTEO COSTACURTA STA SCONTANDO LA PENA A ROMA, IN UNA CLINICA VIP SULLA NOMENTANA CON PISCINA - FIGLIO DELLA “ROMA BENE”, SECONDO I MAGISTRATI “NON HA BISOGNO DI DELINQUERE PER MOTIVI ECONOMICI. POTREBBE FARE UNA BELLA VITA E INVECE DELINQUE PER PIACERE, PER GUSTO PERSONALE. "È INVASATO DALLE SUE IDEE ANTIDEMOCRATICHE E SI DEFINISCE ORGOGLIOSAMENTE FASCISTA” – I CONTATTI CON L'EX NAR LUIGI CIAVARDINI E CON IL "CECATO" MASSIMO CARMINATI E L’ALLEANZA CON DIABOLIK E I CLAN ALBANESI...
Irene Famà per “la Stampa” - Estratti
Senso di impunità, bramosia di potere, piacere nell'uccidere. Matteo Costacurta, il «Principe», è uno di quelli fortunati. Soldi, bell'aspetto, casa nell'elegante quartiere Parioli e ville in ogni dove, una rubrica con i contatti della Roma che conta, le partite di Polo, le cene nei posti più glamour della Capitale, la gestione di alcuni bed&breakfast dietro al Vaticano che gli sono valsi pure l'appellativo di «San Pietro». Il suo animo, però, è oscuro, freddo, spietato e si presenta come chi non ha remore a fare fuoco.
Per nascita appartiene alla Roma bene, ma lui vuole affermarsi anche e soprattutto in quella criminale. È convinto di essere un intoccabile, consapevole di essere tra i fortunati. Lo sa e la realtà sembra dargli pure ragione.
Così, dopo una condanna in appello a diciotto anni di carcere (ridotta a quattordici) per un tentato omicidio nell'ambito di una guerra di droga e denaro per prendersi lo scettro di Roma, da circa un anno e mezzo sta scontando la pena al Nomentana Hospital.
Un posto paradisiaco racconta chi lì è stato ospite, con un grande prato curato all'inglese, panchine e ogni tipo di comfort. Compresa la piscina, quella che a Costacurta serve per la riabilitazione.
Come anticipato ieri da La Stampa, il Principe, sulla quarantina, è ricoverato in quell'oasi da maggio 2024.
Una prima operazione all'anca, poi una seconda. I medici gli hanno prescritto come necessarie diverse sedute di fisioterapia e soprattutto il nuoto e i giudici hanno accolto le richieste dei difensori di permettergli un periodo di lungodegenza al Nomentana Hospital. Sino a quando ancora non si sa. Certo, in carcere a Regina Coeli avrebbe potuto tornare e fare avanti e indietro dalla clinica, scortato dagli agenti della polizia penitenziaria.
Anche se chi gli sta accanto ipotizza che sarebbe stato non poco dispendioso per la comunità mobilitare mezzi e personale almeno tre volte a settimana. «La stanza è a sue spese», sottolineano i bene informati.
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Ovvio, fuori dalla sua camera c'è un piantone che monitora ogni spostamento, ma la clinica è qualcosa ben di ben diverso da una cella, ad iniziare dalle visite. Durante gli incontri in carcere viene sorvegliato ogni sussurro e limitato ogni abbraccio, inevitabilmente diverso lo scenario del grazioso cortile di una clinica privata.
Il Principe «non ha bisogno di delinquere per motivi economici. Potrebbe fare una bella vita e invece delinque per piacere, per gusto personale. Indossa il maglioncino e spara». Il ritratto fornito dai magistrati è inquietante: «È invasato dalle sue idee antidemocratiche e si definisce orgogliosamente fascista».
Nel 2004 viene arrestato per detenzione d'arma da fuoco e nel 2007 viene coinvolto nei violentissimi scontri successivi alla morte di Gabriele Sandri, «Gabbo», disc jockey e tifoso bianco-celeste ucciso da un colpo sparato da un poliziotto della stradale in autogrill sull'A1 prima di Inter-Lazio.
Costacurta non è un ultras, ma nella Capitale gli affari dell'eversione nera, della criminalità, dei gruppi del tifo organizzato sono intrecciati. Lui lo sa e in quel mondo cerca amici. Nel 2009 il Nucleo Investigativo dei carabinieri documenta diversi incontri: il Principe frequenta l'ex Nar Luigi Ciavardini, l'ex di Terza Posizione Carlo Gentile e qualche contatto lo ottiene anche con Massimo Carminati. Appuntamenti così frequenti che i militari dell'Arma, ad un certo punto, non escludono che i tre vogliano costituire una banda armata.
Il Principe nero cerca il suo ruolo nella criminalità e diventa alleato fraterno di Fabrizio Piscitelli, neofascista, capo ultrà della Lazio, ammazzato mentre cercava di diventare il «re» delle piazze di spaccio della Capitale.
E, secondo un'ipotesi investigativa, Costacurta avrebbe anche cercato di vendicare l'amico tentando di uccidere Giuseppe Molisso e Leandro Bennato (considerati i mandanti dell'agguato a Diabolik, il 7 agosto 2019, quando gli assetti della mala vennero stravolti).
Nel 2020, il Principe nero, cresciuto con i precetti di donna Maria Luisa Ortega, aristocratica di origine spagnole, viene assoldato dai clan albanesi per ammazzare un piccolo pregiudicato, Alessio Marzani. Lo contatta Elvis Demce, tra i trafficanti più noti. Gli chiede di uccidere quel cinquantenne utilizzato per il recupero crediti, un po' gradasso, che, si legge negli atti, alza troppo la testa e pretende denaro in continuazione. «È un lavoro fantastico, stai tranquillo che questo dura poco e non vedo l'ora», risponde Costacurta.