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ITALIA A MANO ARMATA - LA PROCURA NON INDAGA IL GIOIELLIERE CHE HA UCCISO UNO DEI TRE LADRI ENTRATI IN CASA SUA: PER I PM È “LEGITTIMA DIFESA” - I LADRI ERANO ARMATI E QUELLO CHE E’ STATO UCCISO ERA STATO CATTURATO DUE VOLTE E DUE VOLTE E’ EVASO DAL CARCERE

rodolfo corazzo il gioielliere che ha ucciso il ladro in casa rodolfo corazzo il gioielliere che ha ucciso il ladro in casa

Da www.corriere.it

 

«Legittima difesa», è l’ambito in cui si sarebbe svolta la sparatoria che martedì sera, a Rodano, nel Milanese, ha causato la morte del rapinatore Valentin Frrokaj, 37 anni di nazionalità albanese. Ad affermarlo il procuratore aggiunto di Milano, Alberto Nobili, durante un incontro in Procura con i carabinieri di fronte alle prime risultanze investigative.

 

LA TESTIMONIANZA DEL GIOIELLIERE

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Il pm di Milano Grazia Colacicco ha aperto un fascicolo d’inchiesta, al momento a carico di ignoti. Il padrone di casa, Rodolfo Corazzo, che ha ucciso il ladro entrato nella sua abitazione sparandogli un proiettile al cuore, allo stato non è indagato. Il commerciante di gioielli è stato ascoltato dagli inquirenti fino alle tre di notte. Per il momento, la Procura di Milano non ha ancora formalizzato l’apertura di una inchiesta. Stando al suo racconto, è rientrato a casa in scooter, ha aperto il cancello, dopo aver parcheggiato il motorino, ha varcato la porta e si è accorto di avere alle spalle delle persone.

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Nell’abitazione, una grande villa nel nella frazione di Lucino, a Rodano, c’erano la moglie e la figlia di 10 anni. Un bandito avrebbe puntato un’arma contro la bimba e ordinato a Corazzo di consegnargli l’oro in suo possesso. Il commerciante avrebbe «obbedito» ma uno dei malviventi si sarebbe accorto della presenza di altri gioielli e arrabbiato contro Corazzo, picchiandolo con dei pugni in viso e accusandolo di avere voluto celare parte del «tesoro».

 

Allora, dopo aver sparato un colpo in aria, il commerciante avrebbe reagito dal momento che i banditi avrebbero impugnato le loro pistole. «Grazie a Dio avevo un’arma addosso, se non ero armato ci avrebbero uccisi, ne sono certo»: ha continuato a ripetere Corazzo visibilmente provato da quanto successo.

 

LE PROVE

Le prove finora acquisite, infatti, dimostrano che i tre ladri che volevano svaligiare la villa dell’imprenditore 60enne hanno agito armati, ipotesi confermata dal fatto che sulla scena del crimine i carabinieri hanno rinvenuto e posto sotto sequestro una pistola semiautomatica Beretta calibro 9 short con matricola abrasa.

 

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COMPLICI ARMATI

Secondo quanto si è appreso i carabinieri i due complici di Valentin Frrokaj, potrebbero essere armati. Dall’abitazione dell’ imprenditore manca una delle armi che lui deteneva regolarmente, una Smith&Wesson calibro 357 Magnum. È molto probabile che i banditi l’abbiano portata via e che quindi siano armati e pericolosi, vista la caratura del loro complice rimasto ucciso.

 

DIECI COLPI

valentin frrokajvalentin frrokaj

Durante la sparatoria sono stati esplosi 10 colpi, 3 dal gioielliere e 7 dai malviventi. I carabinieri hanno sequestrato una beretta calibro 9 short con matricola abrasa, trovata vicino al cadavere, ma sono state usate altre armi durante lo scontro: il gioielliere ha sparato con una semiautomatica che aveva con sé, regolarmente detenuta con un porto d’armi per difesa personale. I banditi hanno sparato con dei revolver, 7 colpi in totale, in risposta al gioielliere. I bossoli finora rinvenuti sono tre.

 

LA DINAMICA E LA COCAINA

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Come ricostruito dai carabinieri, i tre malviventi si sono presentati presso la villetta del gioielliere attorno alle 19.45 aggredendolo mentre rincasava. Sotto minaccia l’uomo li ha fatti entrare in casa e i tre hanno svuotato prima una cassaforte con gioielli e un’arma, poi una seconda cassaforte con altri gioielli tuttora in possesso dei complici della vittima e di valore non quantificato.

 

Dopo la seconda cassaforte aperta, il gioielliere ha estratto la semiautomatica che aveva con sé all’insaputa dei ladri sparando un colpo in aria per spaventarli. Si è aperto lo scontro a fuoco che è proseguito con altri due spari da parte del proprietario di casa e 7 dei malviventi. Poi i tre si sono diretti nel garage e sono saliti a bordo della 500 della famiglia, cercando di sfondare la saracinesca e fuggire.

 

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Dopo pochi tentativi la vittima si è accasciata a terra, senza vita, i suoi due complici sono fuggiti a piedi da una fessura della saracinesca solo parzialmente scardinata. Addosso al cadavere è stata rinvenuta della cocaina, nei pressi della villetta una Golf rubata il 9 ottobre 2015 a Dello (Brescia) e presumibilmente usata dagli aggressori per raggiungere Rodano. Si tratta al momento di una ipotesi su cui sono tuttora in corso accertamenti.

 

Sul posto, come armi, oltre alla beretta è stata rinvenuta una 44 magnum mentre una 356 magnum sarebbe ancora nelle mani dei complici fuggiti. La moglie e la figlia del gioielliere risulterebbero illese.

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