
IL DILEMMA DEL GOVERNO: COME SALVARE GIUSI BARTOLOZZI? – LA CAPO DI GABINETTO DI NORDIO E’ L’ANELLO DEBOLE SUL CASO ALMASRI: POTREBBE ESSERE INDAGATA PER AVER MENTITO AL TRIBUNALE DEI MINISTRI SULL’ESTRADIZIONE DEL TORTURATORE LIBICO – SE NORDIO, PIANTEDOSI E MANTOVANO SI SALVERANNO CON IL NO DEL PARLAMENTO ALL’AUTORIZZAZIONE A PROCEDERE , PER LA “ZARINA” DI VIA ARENULA LA SITUAZIONE E’ DIVERSA: LA PROCURA DI ROMA POTREBBE INDAGARLA PER FALSA TESTIMONIANZA - A PALAZZO CHIGI PENSANO DI COPRIRLA CON L'ESTENSIONE DELLO "SCUDO" PARLAMENTARE DI NORDIO. MA QUELLA MOSSA VALE PER I REATI CONCORRENTI, NON PER QUELLI CONNESSI – CHE FARE SE BARTOLOZZI FOSSE INDAGATA DOPO CHE NORDIO, PIANTEDOSI E MANTOVANO SARANNO SALVATI DAL PARLAMENTO? SI POTRÀ OPPORRE LO "SCUDO" PER LEI A PRATICA CHIUSA?
Estratto dell’articolo di Conchita Sannino per “la Repubblica”
“Responsabilità nazionale». O, per tradurla con parole che non sono ufficiali, ma continuano a volteggiare come unica via d'uscita: segreto di Stato. Anche per salvare la pedina più forte di via Arenula, rivelatasi d'un tratto la più esposta: Giusi Bartolozzi, la capo di gabinetto del ministro Nordio. Che, sul caso Almasri, potrebbe essere indagata per aver mentito (da persona informata sui fatti, quindi ancora del tutto estranea all'inchiesta) al Tribunale dei ministri.
È intorno a lei che la maggioranza è obbligata a fare quadrato, mentre si riaccende il dibattito sulla indimenticata cara immunità per i parlamentari, dopo le falle imbarazzanti messe nero su bianco dai giudici per la vicenda del torturatore libico restituito a Tripoli.
GIORGIA MELONI - CARLO NORDIO - MATTEO PIANTEDOSI - ALFREDO MANTOVANO
Da un lato, Salvini. «L'immunità per Bartolozzi? È un dibattito giusto, interessante. Io non lascerei mai soli i miei funzionari, se uno di loro avesse un problema», avverte il vicepremier leghista, mentre torna a «sospettare il disegno politico» dei pm […] Dall'altro lato, perfino Forza Italia, con il riottoso Mulé che solo qualche giorno fa sembrava prendere le distanze («Se Nordio ha un problema nell'ufficio, deve prendere delle decisioni»), deve correggere il tiro: «La gestione di situazioni come questa richiede responsabilità, pragmatismo e attenzione alla vita dei nostri concittadini. Il caso Almasri è questione non di slogan, ma di responsabilità nazionale».
CARLO NORDIO MATTEO PIANTEDOSI ALLA CAMERA - FOTO LAPRESSE
Sicurezza di Stato, dunque. Parola d'ordine che servirà per bocciare agevolmente in aula la richiesta di autorizzazione a procedere per Nordio, Piantedosi, Mantovano. La destra confida nella sordina mediatica di mezzo agosto, mentre lavora per "schermare" Bartolozzi.
Il rischio – non infondato – è che la sua posizione di testimone ritenuta «inattendibile e anzi mendace» dal Tribunale dei ministri induca la Procura di Roma a indagarla per falsa testimonianza. Un fronte su cui Palazzo Chigi ha già la sua carta da giocare: coprirla con l'estensione dello "scudo" parlamentare di Nordio. Ma quella mossa, si interroga qualche giurista, vale per i reati concorrenti, non per quelli connessi.
Non solo: e se i pm romani agissero in un secondo tempo? Se ministri e sottosegretario Mantovano (accusati a vario titolo di favoreggiamento personale, rifiuto di atti d'ufficio e peculato), se la caveranno entro i primi di ottobre con voto finale, si potrà opporre quel trascinamento di "scudo", a favore di Bartolozzi, a pratica chiusa?
Le opposizioni intanto non cedono. Da Conte riparte il pressing per le dimissioni del Guardasigilli. «Nordio ha mentito al Parlamento. Non è polemica politica. È documentato: con date, orari, nomi, mail, riunioni» […]