
PUTIN, VIENI PURE IN ITALIA: PER TE E’ UN PAESE SICURO! – NONOSTANTE PENDA SULLA SUA TESTA UN MANDATO DI ARRESTO PER CRIMINI CONTRO L’UMANITÀ, EMESSO DALLA CORTE PENALE INTERNAZIONALE, “MAD VLAD” POTREBBE NON ESSERE ARRESTATO SE ARRIVASSE SUL SUOLO ITALIANO (CREANDO UN NUOVO INCIDENTE CON LA CORTE DOPO IL CASO ALMASRI) – IL MOTIVO? IN ITALIA LA NORMA PREVEDE CHE IL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA INVII ALLA CORTE DI APPELLO IL MANDATO DELLA CPI PERCHÉ SI POSSA PROCEDERE ALL’ARRESTO, QUALORA IL RICERCATO ARRIVASSE SUL TERRITORIO NAZIONALE. PECCATO CHE NORDIO NON HA MAI TRASMESSO QUEL DOCUMENTO – QUANDO “REPUBBLICA” SVELO’ IL CASO, NORDIO MINIMIZZO’ MA…
Estratto dell’articolo di Giuliano Foschini per “la Repubblica”
Per Vladimir Putin l’Italia potrebbe essere un paese sicuro. Nonostante consideri il governo Meloni «troppo amico degli ucraini», se arrivasse sul suolo italiano potrebbe non essere arrestato. Creando un nuovo incidente con la Corte penale internazionale. Sul presidente russo e su altri quattro suoi connazionali, da marzo 2023, pende infatti un mandato di arresto per crimini contro l’umanità e crimini di guerra commessi dai russi in Ucraina. Per questo, da allora, il leader della Federazione russa non lascia Mosca.
Come il caso Almasri insegna, in Italia la norma prevede che il ministero della Giustizia invii alla corte di appello il mandato della Cpi perché si possa procedere all’arresto qualora il ricercato arrivasse sul territorio nazionale. Come Repubblica aveva raccontato ad aprile, però, l’Italia non ha mai trasmesso quel documento.
Così come non l’ha fatto per gli altri russi sui quali pende un mandato della Cpi: la commissaria per i diritti dei bambini Maria Lvova-Belova; il tenente generale Sergei Ivanovich Kobylash, già comandante dell’aviazione delle Forze aeree, e l’ammiraglio della Marina Viktor Sokolov; l’ex ministro della Difesa Sergei Shoigu e il viceministro della Difesa nonché capo di stato maggiore delle forze armate Valery Gerasimov, ufficialmente «ricercati» da giugno 2024. Che significa? Che se arrivassero in Italia, non sarebbero arrestati in automatico.
Quando fu sollevato il caso […] il ministro Nordio minimizzò la questione spiegando che gli atti non erano stati inviati perché Putin «non è mai transitato in territorio italiano né mai si è avuta notizia che fosse in procinto di farvi ingresso. La presenza della persona o il suo imminente ingresso nel territorio dello Stato sono condizioni essenziali per i provvedimenti conseguenti». Sosteneva Nordio, quindi, che informati dell’arrivo le procedure sarebbero state avviate. Un’interpretazione che, però, non coinvolgeva tutti i tecnici di via Arenula. Anzi. In un appunto inviato al gabinetto del ministro, i dirigenti scrivevano che «è necessario procedere alla trasmissione alla procura generale di Roma della documentazione ricevuta dall’Aia».
La vicenda era stata oggetto di una lunga discussione. In diverse lettere i tecnici spiegavano […] che gli atti dall’Aia dovessero essere subito trasmessi alla procura generale per evitare di aprire una procedure di infrazione con il tribunale internazionale, la stessa avviata per la vicenda del criminale libico Almasri, rispedito a casa nonostante l’ordine di cattura all’Aia[…]