michel claise eva kaili maria arena

IL QATARGATE FINISCE IN FARSA – LE DIMISSIONI DEL GIUDICE MICHEL CLAISE, CELEBRATO COME INTEGERRIMO PALADINO DELL’ANTICORRUZIONE, FANNO SALTARE IL TAPPO ALL’INCHIESTA CHE HA TERREMOTATO IL PARLAMENTO EUROPEO: I RAPPORTI COMMERCIALI DEL FIGLIO DELLA DEPUTATA CON QUELLO DEL PROCURATORE, PER GLI AVVOCATI DI EVA KAILI, SONO LA PROVA CHE CLAISE NON POTEVA INDAGARE SULLA LORO ASSISTITA. E INTANTO L’ITALIANO ANDREA COZZOLINO È STATO RILASCIATO…

Michel Claise.

1. QATARGATE: COZZOLINO È STATO RILASCIATO

(ANSA) - L'eurodeputato Andrea Cozzolino, indagato nell'inchiesta sul cosiddetto Qatargate, è stato rilasciato. Accompagnato dai suoi legali, il politico ha lasciato la sede della procura federale a Bruxelles dopo un interrogatorio di cinque ore con il nuovo giudice istruttore Aurélie Dejaiffe.

 

"Ha risposto a tutte le domande, negando ogni addebito", ha spiegato il suo difensore, Federico Conte, precisando che l'eurodeputato, al pari di altri indagati rilasciati nelle settimane scorse, dovrà rispettare alcune prescrizioni, tra cui l'obbligo di restare a disposizione delle autorità e di comunicare l'eventuale intenzione di lasciare il Belgio.

 

cozzolino

Cozzolino era stato raggiunto lo scorso 10 febbraio, mentre si trovava a Napoli, da un mandato d'arresto europeo spiccato dal giudice istruttore Michel Claise. Da quel momento l'eurodeputato, sospeso dal Pd, ha trascorso oltre quattro mesi in detenzione preventiva nella sua abitazione campana.

 

Lunedì, dopo la revoca dei domiciliari, si era recato a Bruxelles per essere ascoltato dagli inquirenti, che lo avevano posto in stato di fermo. Al termine dell'ultimo interrogatorio, il nuovo giudice istruttore Aurélie Dejaiffe - subentrata ieri a Claise alla guida delle indagini - ne ha disposto il rilascio. All'uscita dai locali della procura federale belga, l'eurodeputato, visibilmente commosso, ha preferito non rilasciare dichiarazioni.

andrea cozzolino

 

Cozzolino, ha evidenziato il legale che lo accompagnava, "si è difeso da tutti addebiti, contestandoli puntualmente punto per punto, negando di aver ricevuto soldi e di aver mai fatto parte di un'associazione criminale". Tra le altre prescrizioni previste nel provvedimento di rilascio, vi è anche l'obbligo di non avere contatti con le altre persone indagate.

Michel Claise

 

2. LA CADUTA DEL «DURO» CLAISE IL PROCURATORE E IL LEGAME CON L’EURODEPUTATA ARENA

Estratto dell’articolo di Giuseppe Guastella per il “Corriere della Sera”

 

Il nome «Arena Maria» è stampato, ben chiaro ed in evidenza, sulla prima pagina della relazione consegnata il 15 luglio 2022 dalla polizia giudiziaria alla magistratura belga che lo inserisce tra i personaggi che avrebbero tramato per condizionare a suon di mazzette l’attività del Parlamento europeo a favore di Marocco e Qatar.

maria arena 1

 

[…] il coriaceo giudice Michel Claise, celebrato in patria come integerrimo paladino dell’anticorruzione, non si è sentito in dovere di astenersi immediatamente dall’inchiesta visto che il figlio della Arena è socio di suo figlio in un’azienda che commercializza derivati dalla cannabis di libera vendita.

 

Lo ha fatto solo lunedì, quando il bubbone è scoppiato ed ormai era troppo tardi per evitare un colpo durissimo alla già compromessa credibilità dell’inchiesta. Convinti che Arena sia stata fino ad ora risparmiata dalle indagini, gli avvocati di Eva Kaili chiedono ora che la Procura accerti «se ci sono state omissioni deliberate in relazione» e sollevano dubbi sulla imparzialità di Claise.

 

La lettera

EVA KAILI CON LA FIGLIA

Ci ha pensato Maxim Toeller, difensore dell’eurodeputato italo-belga Marc Tarabella, a «ricordare» al giudice che lo ha tenuto mesi in galera il suo rapporto di sponda filiale con la Arena. Lunedì pomeriggio gli ha fatto recapitare una lettera in cui evidenziava il conflitto di interessi dopo che aveva scoperto che Nicolas Claise, figlio trentaduenne del giudice, è socio del coetaneo Ugo Lemaire, che è figlio di Maria Arena.

 

Qualche ora dopo, la Procura ha comunicato che Claise aveva lasciato l’inchiesta […]. Da ieri il nuovo giudice istruttore è Aurélie Dejaiffe. Nata per volontà dei servizi segreti, concentratasi su personaggi italiani o collegati all’Italia, dopo sette mesi l’indagine ancora non va oltre i contanti trovati (1,6 milioni) senza essere in grado di dire quali siano le esatte responsabilità delle persone finite in carcere ma limitandosi ad accuse generiche di corruzione, associazione a delinquere e riciclaggio.

 

maria arena 5

[…] Nonostante la polizia scriva che non «è possibile dire» che Kaili facesse parte della rete criminale di Panzeri, la ex giornalista si è fatta sei mesi tra carcere e domiciliari. Battono su questa differenza di trattamento con Arena i suoi legali, gli avvocati Sven Mary e Michalis Dimitrakopoulos.

 

«Ci siamo chiesti perché Maria Arena non sia stata mai interrogata da Claise», dicono, e ora che arriva la «sorpresa sconcertante» vogliono sapere perché le indagini su Arena «non sono mai cominciate», cosa che solleva dubbi «enormi ed ovvie domande sull’imparzialità» degli atti che hanno portato all’arresto di Kaili, e concludono invitando Claise a chiarire i legali tra suo figlio e quello della Arena, chiedendo addirittura una indagine della Procura.

 

antonio panzeri

«Insabbiamento» C’era qualcuno che sapeva del conflitto di interessi di Claise tra chi lavora al Qatargate. A dirlo è Toeller che punta il dito contro «un poliziotto» che lavora alle indagini e che avrebbe «insabbiato» l’informazione evitando di girarla alla Procura. «Chiederemo il suo allontanamento», annuncia l’avvocato che ora ha gioco facile ad attaccare l’intera indagine sollevando interrogativi «sulla sua attendibilità», a partire dalle rivelazioni fatte da Antonio Panzeri dopo che si è pentito in cambio di un solo anno di carcere di cui più della metà già scontato ai domiciliari. Per il legale non sono assolutamente credibili perché sono «la parola corrotta di un uomo corrotto».

incontro all hotel di bruxelles michael claiseantonio panzeri con una valigia all hotel steigenberger wiltcher di bruxelles ANDREA COZZOLINO - BRANDO BENIFEI - ALESSANDRA MORETTI - MARIA ARENAmaria arenaEVA KAILI CON LA FIGLIAEVA KAILI LASCIA IL CARCERE maria arena 2

Ultimi Dagoreport

giovambattista giovanbattista fazzolari vitti

FLASH – ROMA VINCE SEMPRE: IL SOTTOSEGRETARIO FAZZOLARI, DA SEMPRE RISERVATISSIMO E RESTÌO A FREQUENTARE I SALOTTI, ORA VIENE PIZZICATO DA DAGOSPIA NEL “SALOTTO” DI PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA, SPAPARANZATO AI TAVOLI DI “VITTI”, DOVE POLITICI, GIORNALISTI E POTENTONI AMANO ATTOVAGLIARSI (DENIS VERDINI FACEVA LE RIUNIONI LI' E CLAUDIO LOTITO AMA GOZZOVIGLIARE DA QUELLE PARTI, SPILUCCANDO NEI PIATTI ALTRUI) – ANCHE “FAZZO” È ENTRATO NELLA ROMANELLA POLITICA DE “FAMOSE DU’ SPAGHI”: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO CHIACCHIERA CON UN CANUTO SIGNORE DI CUI VORREMMO TANTO CONOSCERE L’IDENTITÀ. I DAGO-LETTORI POSSONO SBIZZARIRSI: HANNO QUALCHE SUGGERIMENTO PER NOI?

giampaolo rossi rai report sigfrido ranucci giovanbattista fazzolari francesco lollobrigida filini

DAGOREPORT – RAI DELLE MIE BRAME: CHIAMATO A RAPPORTO L'AD GIAMPAOLO ROSSI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI DOVE SI E' TROVATO DAVANTI, COL DITO ACCUSATORIO, I PLENIPOTENZIARI RAI DEI TRE PARTITI DI MAGGIORANZA: GASPARRI (FI), MORELLI (LEGA) E FILINI (FDI) CHE, IN CORO, GLI HANNO COMANDATO DI TELE-RAFFORZARE LA LINEA DEL GOVERNO - IL PIÙ DURO È STATO IL SOTTOPANZA DI FAZZOLARI. FILINI SPRIZZAVA FIELE PER L’INCHIESTA DI “REPORT” SUI FINANZIAMENTI DI LOLLOBRIGIDA ALLA SAGRA DEL FUNGO PORCINO - ROSSI, DELLE LORO LAMENTELE, SE NE FOTTE: QUANDO VUOLE, IL FILOSOFO CHE SPIEGAVA TOLKIEN A GIORGIA NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO, PRENDE IL TELEFONINO E PARLA DIRETTAMENTE CON LA PREMIER MELONI... - VIDEO

giorgia meloni daria perrotta giancarlo giorgetti

FLASH – GIORGIA MELONI HA DETTO A BRUTTO MUSO AL RAGIONERE GENERALE DELLO STATO, DARIA PERROTTA: “QUESTO È UN ESECUTIVO POLITICO E NON TECNICO”. IL CENTRODESTRA HA GIÀ SILURATO IL DG DEL TESORO, ALESSANDRO RIVERA, HA LIQUIDATO L’EX RAGIONIERE BIAGIO MAZZOTTA E HA ACCOMPAGNATO ALL’USCITA IL DIRETTORE DELLE PARTECIPATE, MARCELLO SALA. ORA SE LA PRENDE ANCHE CON LA FEDELISSIMA DI GIANCARLO GIORGETTI, CHE NON È CERTO UNA PERICOLOSA COMUNISTA, NÉ UNA OSTILE “MANDARINA” IN QUOTA “DEEP STATE”. A DESTRA COSA PRETENDONO DA MEF E RAGIONERIA? CHE SIANO USI A OBBEDIR TACENDO? DAVANTI AI TRISTI NUMERI, NON CI SONO IDEOLOGIE O OPINIONI…

donald trump volodymyr zelensky donald trump nobel pace

DAGOREPORT – DONALD TRUMP È OSSESSIONATO DAL NOBEL PER LA PACE: LE BOMBE DI NETANYAHU SU GAZA E I MISSILI DI PUTIN SULL’UCRAINA SONO GLI UNICI OSTACOLI CHE HA DI FRONTE – CON “BIBI” È STATO CHIARO: LA PAZIENZA STA FINENDO, LA TREGUA NON SI PUÒ ROMPERE E NON CI SONO PIANI B, COME HA RICORDATO AL PREMIER ISRAELIANO MARCO RUBIO (IN GRANDE ASCESA ALLA CASA BIANCA A DANNO DI VANCE) – DOMANI L’ACCORDO CON XI JINPING SU DAZI, TIKTOK, SOIA E NVIDIA (E STI CAZZI DI TAIWAN). IL PRESIDENTE CINESE SI CONVINCERÀ ANCHE A FARE PRESSIONE SUL SUO BURATTINO PUTIN? SE NON LO FARÀ LUI, CI PENSERÀ L’ECONOMIA RUSSA AL COLLASSO…

sangiuliano gasdia venezi giuli

SULLA SPOLITICA CULTURALE DELLA “DESTRA MALDESTRA” – ALBERTO MATTIOLI: “CI RENDEMMO SUBITO CONTO CHE DA SANGIULIANO C’ERA NULLA DA ASPETTARSI, A PARTE QUALCHE RISATA: E COSÌ È STATO. GIULI AVEVA COMINCIATO BENE, MOSTRANDO UNA CERTA APERTURA E RIVENDICANDO UN PO’ DI AUTONOMIA, MA MI SEMBRA SIA STATO RAPIDAMENTE RICHIAMATO ALL’ORDINE - CHE LA DESTRA ABBIA PIÙ POLTRONE DA DISTRIBUIRE CHE SEDERI PRESENTABILI DA METTERCI SOPRA, È PERÒ UN FATTO, E PER LA VERITÀ NON LIMITATO AL MONDO CULTURALE - IL PROBLEMA NON È TANTO DI DESTRA O SINISTRA, MA DI COMPETENZA. CHE BEATRICE VENEZI NON ABBIA IL CURRICULUM PER POTER FARE IL DIRETTORE MUSICALE DELLA FENICE È PALESE A CHIUNQUE SIA ENTRATO IN QUALSIASI TEATRO D’OPERA - (PERCHE' SULL’ARENA DI VERONA SOVRINTENDE - BENISSIMO - CECILIA GASDIA, DONNA E DI DESTRA, SENZA CHE NESSUNO FACCIA UN PLISSÉ?)’’

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA")