inquinamento

QUANTO PUZZA ‘STA PADANIA - LO SMOG FERMA IL NORD: DA TORINO A VENEZIA È ALLARME INQUINAMENTO - REGIONI E COMUNI FERMANO LE AUTO AD ALTE EMISSIONI, IMPONGONO DI ABBASSARE LA TEMPERATURA NEGLI EDIFICI PUBBLICI, VIETANO I ROGHI - IL MINISTRO COSTA: "PRONTO UN PIANO DA 850 MILIONI PER L'EMERGENZA"

Andrea Rossi per “la Stampa”

 

inquinamento

Viste da un' altura, in questi giorni le città della Pianura padana sono avvolte da un cappa che quasi oscura il cielo. Dalla fine del 2019 il Nord Italia è avvolto da una coltre di smog, le concentrazioni di sostanze inquinanti hanno sfondato i limiti; Regioni e comuni fermano le auto ad alte emissioni, impongono di abbassare la temperatura negli edifici pubblici, vietano i roghi. E il governo, per arginare un' emergenza che ogni anno porta con sé un pesante carico di vite, sta per concretizzare un piano da 850 milioni.

 

INQUINAMENTO

Il Nord Ovest, da tradizione - è circondato dalle montagne su quasi tre lati - vive la situazione più critica. A Torino le polveri sottili dal 27 dicembre superano regolarmente i 50 microgrammi al metro cubo: da oggi i blocchi stradali coinvolgono anche i diesel Euro 5 (se immatricolati prima del 2013) e i benzina Euro 1 in città e in altri undici comuni della cintura. Blocchi pure ad Alessandria e Novi Ligure.

 

Anche in Lombardia la situazione è delicata: nelle province di Milano, Monza, Cremona, Pavia, Bergamo e Como e nei comuni con più di 30 mila abitanti dal 3 gennaio sono fermi i veicoli a gasolio fino all' Euro 4. Ieri sono stati revocati i provvedimenti a Monza, Bergamo e Pavia e, nel pomeriggio, anche le misure nelle altre aree, ma solo perché oggi sciopera Trenord. Da domani ripartiranno i blocchi.

 

Mezzi fermi a Firenze e dintorni, a Pistoia il sindaco si è curiosamente limitato a vietare solo l' utilizzo dei camini aperti e delle stufe. In Emilia Romagna, dopo quattro giorni di divieti nelle province di Modena, Ferrara e Ravenna da oggi la situazione torna alla normalità.

 

SCARICO DELLE AUTO

E poi c' è il Veneto, un caso a sé. In tutte le province - a parte Belluno e Verona - sono bloccati i diesel fino all' Euro 4. Colpa dei cinque giorni consecutivi di Pm10 oltre i limiti, ma in questo caso la responsabilità non è solo del clima. I dati misurati a Padova, Venezia, Vicenza e Treviso negli ultimi due giorni sono tremendamente al di sopra della media - concentrazioni tra 80 e 130 microgrammi al metro cubo - per via dei Panevin, i roghi della Befana, in difesa delle quale interviene addirittura il governatore Luca Zaia: «Siamo d' accordo che respirare il fumo non faccia bene ma da qui a dire che la tradizione è responsabile di tutti i mali ce ne passa».

 

Proprio dalle Regioni del Nord amministrate dal centrodestra - Veneto, Lombardia e Piemonte - parte l' ennesima sfida al governo: rivedere il protocollo anti smog della Pianura padana, varato nel 2017, eliminando i blocchi alle auto considerati inutili e vessatori.

inquinamento delle acque

 

Una richiesta che il ministro dell' Ambiente Sergio Costa si dice pronto a discutere ma solo in un quadro più ampio: «Non ho preclusioni, purché non si parli solo di auto», spiega. «Molte parti dell' accordo del 2017 non sono ancora state attuate dalle Regioni. Bisogna prima analizzare gli effetti dei provvedimenti e poi valutare eventuali. Abbiamo un gran bisogno di cambiare paradigma: il numero da cui non possiamo prescindere, sono gli 80 mila morti l' anno per cause legate all' inquinamento. Questa è la vera emergenza: se per contrastarla dovremo essere più severi, lo saremo. Mi auguro che le Regioni lavorino con noi a questo obiettivo».

 

milano smog

Il piano che Costa ha in mente è corposo. A fine 2019 è stato approvato il «decreto clima», un pacchetto di misure per 450 milioni in tre anni, alcune delle quali pensate per contrastare lo smog: 255 milioni per bonus (tra 500 e 1.500 euro) a chi risiede nei comuni con Pm10 fuorilegge e decide di rottamare un' auto o un motociclo fino all' Euro 3; un fondo da 40 milioni per le corsie preferenziali riservate ai bus nelle grandi città; 20 milioni per il trasporto scolastico su mezzi ibridi o elettrici; 30 per la riforestazione delle città.

 

milano smog

In parallelo c' è un altro piano da 400 milioni dedicato a quattro ambiti: agricoltura, mobilità, riscaldamento e uscita dal carbone. Il progetto, lanciato da Costa e dal premier Conte lo scorso giugno a Torino, si è arenato con la caduta del governo Lega-Cinquestelle, è stato ripreso e partirà entro poche settimane. Prevede di mettere al bando le caldaie a gasolio entro il 2024, tassare le auto che inquinano di più, garantisce fondi per raggiungere alcuni obiettivi: niente carbone per la produzione energetica entro il 2025, incentivi ai mezzi di trasporto a propulsione ibrida, omologazione nel codice della strada per la micromobilità elettrica (segway, monopattini, hoverboard), incentivi per la sostituzione delle vecchie caldaie da riscaldamento e per la riduzione dell' ammoniaca emessa dagli allevamenti.

Ultimi Dagoreport

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”

romana liuzzo

DAGOREPORT! UN MOTO DI COMPRENSIONE PER I TELESPETTATORI DI CANALE5 CHE HANNO AVUTO LA SFORTUNA DI INTERCETTARE LA MESSA IN ONDA DELLO SPOT AUTO-CELEBRATIVO (EUFEMISMO) DEL PREMIO “GUIDO CARLI” - CONFUSI, SPIAZZATI, INCREDULI SI SARANNO CHIESTI: MA CHE CAZZO È ‘STA ROBA? - AGGHINDATA CON UN PEPLO IN STILE “VESTALE, OGNI SCHERZO VALE”, PIAZZATA IN UN REGNO BOTANICO DI CARTONE PRESSATO, IL “COMMENDATORE”  ROMANA LIUZZO REGALA 20 SECONDI DI SURREAL-KITSCH MAI VISTO DALL'OCCHIO UMANO: “LA FONDAZIONE GUIDO CARLI VI SARÀ SEMPRE ACCANTO PER COSTRUIRE INSIEME UN MONDO MIGLIORE”. MA CHI È, LA CARITAS? EMERGENCY? L'ESERCITO DELLA SALVEZZA? - VIDEO!

friedrich merz - elezioni in germania- foto lapresse -

DAGOREPORT – LA BOCCIATURA AL PRIMO VOTO DI FIDUCIA PER FRIEDRICH MERZ È UN SEGNALE CHE ARRIVA DAI SUOI "COLLEGHI" DI PARTITO: I 18 VOTI CHE SONO MANCATI ERANO DI UN GRUPPETTO DI PARLAMENTARI DELLA CDU. HANNO VOLUTO MANDARE UN “MESSAGGIO” AL CANCELLIERE DECISIONISTA, CHE HA STILATO UNA LISTA DI MINISTRI SENZA CONCORDARLA CON NESSUNO. ERA UN MODO PER RIDIMENSIONARE L’AMBIZIOSO LEADER. COME A DIRE: SENZA DI NOI NON VAI DA NESSUNA PARTE – DOMANI MERZ VOLA A PARIGI PER RIDARE SLANCIO ALL’ALLEANZA CON MACRON – IL POSSIBILE ANNUNCIO DI TRUMP SULLA CRISI RUSSO-UCRAINA