peste atene 4

“NON SI RICORDAVA CHE CI FOSSE STATA DA NESSUNA PARTE UNA MALATTIA TALMENTE ESTESA NÉ UNA TALE STRAGE DI UOMINI” – IL RACCONTO DELLA PESTE AD ATENE BY TUCIDIDE DI 27 SECOLI FA: SEMBRA DI LEGGERE I GIORNALI DI OGGI SUL COVID - MEDICI IN PRIMA LINEA CHE SONO I PRIMI A MORIRE, MALE IGNOTO, ALITO FETIDO, DIARREA LIQUIDA - A QUEL TEMPO NON SI PARLAVA DI MASCHERINE NÉ DI SOCIAL DISTANCING. MA LE REGOLE SONO SEMPRE QUELLE…

Sergio Carli per https://www.blitzquotidiano.it/

 

PESTE ATENE 1

Peste ad Atene, 430 a.C. , 27 secoli fa. Leggendo la descrizione dello storico Tucidide sembra di leggere i giornali di questi giorni.

 

Peste o forse tifo petecchiale (epidemia originata dal morso di un pidocchio). Fu una strage che durò alcuni anni ad Atene. Intere famiglie furono distrutte. Ne morì anche Pericle, uno dei più grandi statisti di tutti i tempi. Tucidide, politico e generale ateniese e poi storico fra i più antichi, descrive cosa accadde ad Atene in quei mesi. Siamo nel libro 2, capitolo 47, delle sue Storie. I medici erano impreparati, perché era la prima volta che il male si manifestava.

 

PESTE ATENE

In prima linea nella lotta alla peste, allora, come oggi col covid, erano i primi a morire. Lo stesso Tucidide se la cavò. Così fu in grado di descrivere i sintomi in dettagli che ancora oggi fanno accaponare la pelle.

 

“Non si ricordava che ci fosse stata da nessuna parte una peste talmente estesa né una tale strage di uomini”.

 

I medici non l’avevano mai vista

I medici non erano di nessun aiuto, a causa della loro ignoranza, poiché curavano la malattia per la prima volta. Ma anzi loro stessi morivano più di tutti, in quanto più di tutti si avvicinavano ai malati; né serviva nessun’altra arte umana”.

 

Oggi nemmeno il Papa attribuisce il covid a qualche punizione divina. Si limita a pregare e a fare il sociologo. A quei tempi la religione era vita quotidiana per tutti, ma con risultati anche allora modesti.

 

“Tutte le suppliche che facevano nei templi o l’uso che facevano di oracoli e cose simili, tutto ciò era inutile; e alla fine essi se ne astennero, sgominati dal male”.

 

Il morbo arrivò dal mare, ora con l’aereo

PESTE ATENE 3

Probabilmente la peste arrivò dal mare, come nel ‘300 la peste portata dalle navi genovesi dal Mar Nero. Oggi si è diffuso con gli aerei. Secondo lo storico, l’epidemia scoppiò in Etiopia, “nella parte al di là dell’Egitto. Poi scese anche nell’Egitto, nella Libia. Nella città di Atene piombò improvvisamente, e i primi abitanti che attaccò furono quelli del Pireo”. Il porto di Atene, appunto. Poi arrivò anche nella città alta, e da allora i morti aumentarono di molto.

 

Come un buon giornalista, sempre, anche Tucidide obbedisce a un obbligo professionale:

 

“Dirò in che modo si è manifestata e mostrerò i sintomi. Osservando i quali, caso mai scoppiasse un’altra volta, si sarebbe maggiormente in grado di riconoscerla, sapendone in precedenza qualche cosa”.

 

Testimonianza diretta di un cronista:

tucidide

 

“Io stesso ho avuto la malattia e io stesso ho visto altri che ne soffrivano”.

 

Il morbo arrivò senza preavviso

“Quell’anno, come era riconosciuto da tutti, era stato, in misura eccezionale, immune da altre malattie”.

 

Poi però accadde che sempre più numerosi gli ateniesi, “senza nessuna causa apparente, mentre erano sani improvvisamente venivano presi da violente vampate di calore alla testa. E da arrossamenti e infiammazioni agli occhi.  E tra le parti interne la faringe e la lingua erano subito sanguinolente ed emettevano un alito insolito e fetido.

 

“Poi, dopo questi sintomi, sopravveniva lo starnuto e la raucedine, e dopo non molto tempo il male scendeva nel petto, ed era accompagnato da una forte tosse. E quando si fissava nello stomaco lo sconvolgeva. E ne risultavano vomiti di bile di tutti i generi nominati dai medici. E questi erano accompagnati da una grande sofferenza.

covid lazio

 

“Alla maggior parte dei malati vennero conati di vomito che non avevano esito. Ma producevano violente convulsioni. Per alcuni ciò si verificò dopo che i sintomi precedenti erano diminuiti, per altri invece dopo che era trascorso molto tempo.

 

Pustole e ulcere

“Esternamente il corpo non era troppo caldo a toccarlo, né era pallido, ma rossastro, livido e con eruzioni di piccole pustole e di ulcere. L’interno invece bruciava in modo tale che i malati non sopportavano di esser coperti da vesti o tele di lino leggerissime. Né sopportavano altro che esser nudi. E ciò che avrebbero fatto con il più gran piacere sarebbe stato gettarsi nell’acqua fredda. Questo in realtà lo fecero molti dei malati trascurati, che si precipitavano alle cisterne in preda a una sete inestinguibile. Eppure il bere di più o di meno non faceva differenza”.

 

Non riuscivano a riposare. Soffrivano di insonnia. “Il corpo per tutto il tempo in cui la malattia era acuta non deperiva. Ma resisteva inaspettatamente alla sofferenza. Così la maggior parte dei malati moriva il nono o il settimo giorno a causa del calore interno, ma aveva ancora un po’ di forza”.

 

COVID 11

Diarrea liquida

“Se si salvavano, la malattia scendeva ancora nell’intestino, si produceva in esso una ulcerazione violenta. Insieme sopraggiungeva un attacco di diarrea completamente liquida. E a causa della debolezza che essa provocava i più in seguito decedevano”.

 

“Il male colpiva anche gli organi sessuali e le punte delle mani e dei piedi. Molti scampavano con la perdita di queste parti, alcuni anche perdendo gli occhi. Altri, quando si ristabilivano, sul momento furono anche colti da amnesia. Che riguardava tutto, senza distinzioni, e perdettero la conoscenza di sé stessi e dei loro familiari”.

 

covid monza

“Alcuni morivano per mancanza di cure. Altri anche curati con molta attenzione. Non si affermò nemmeno un solo rimedio, per così dire, che si dovesse applicare per portare a un miglioramento. Infatti proprio quello che giovava a uno era dannoso a un altro”.

 

“Nessun corpo si dimostrò sufficientemente forte per resistere al male, fosse robusto o debole, ma esso li portava via tutti, anche quelli che erano curati con ogni genere di dieta”.

 

“Ma la cosa più terribile di tutte nella malattia era lo scoraggiamento quando uno si accorgeva di essere ammalato. I malati si davano subito alla disperazione, si abbattevano molto di più e non resistevano). E il fatto che per aver preso la malattia uno dall’altro mentre si curavano, morivano come le pecore. Questo provocava il maggior numero di morti”.

covid cure

 

Social distancing non prescritto ma decisivo

“A quel tempo non si parlava di mascherine né di social distancing. Ma le regole sono sempre quelle. Così quelli che si recavano dai malati perivano, soprattutto coloro che cercavano di praticare la bontà. Grazie al loro senso dell’onore non si risparmiavano nell’entrare nelle case degli amici. Dato che alla fine addirittura i familiari interrompevano per la stanchezza anche i lamenti per quelli che morivano, vinti come erano dall’immensità del male”.

 

“Tuttavia, più degli altri coloro che erano scampati avevano compassione per chi stava morendo o era malato. Perché avevano già avuto l’esperienza della malattia. E perché loro ormai erano in uno stato d’animo tranquillo”.

 

PESTE ATENE 4

Immunità di gregge. “Il morbo infatti non coglieva due volte la stessa persona in modo da ucciderla. E gli altri si congratulavano con loro. Ed essi stessi, nella gran gioia del momento, avevano un po’ di vana speranza che anche in futuro nessuna malattia li avrebbe mai più potuti uccidere”.

Ultimi Dagoreport

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA? 

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...