seddique padre di omar mateen

VEDI OMAR QUANTO E' GAY (REPRESSO) - MOLTI LO AVEVANO GIÀ INTRAVISTO AL “PULSE”: “ERA UNO CHE VOLEVA RIMORCHIARE” - L’EX MOGLIE: “ERA OMOSESSUALE, NE SONO CERTA. E ALMENO UNA VOLTA SUO PADRE LO CHIAMÒ ‘FROCIO’ DAVANTI A ME”

omar mateen documentiomar mateen documenti

Anna Lombardi per “la Repubblica”

 

«Lo avevamo già visto. Era venuto al Pulse decine di volte. Erano tre anni che frequentava il giro». Chris Callen conosce bene la scena omosessuale di Orlando. È una delle drag queen più celebri della città dove si esibisce con il nome d’arte Kristina McLaughlin. Chris-Kristina non ha dubbi: «Il killer e quel ragazzo taciturno e nervoso visto tante volte, sono la stessa persona».

 

Suo marito Ty Smith ricorda un altro particolare inquietante: «Beveva molto. A volte era così ubriaco da far paura. Diventava molesto, aggressivo». Sono già almeno quattro i frequentatori abituali del Pulse, il locale gay dove sabato notte Omar Mateen ha ucciso 49 persone, ad aver raccontato che il killer lo avevano già visto. Le testimonianze raccolte dall’Orlando Sentinel sono ora al vaglio della polizia.

mateen sembrava tutto per la famigliamateen sembrava tutto per la famiglia

 

Compresa quella oggi tragicamente profetica: «Avevamo smesso di parlargli dopo una lite per una battuta sulla religione». Dunque Mateen, l’islamista fanatico, aveva problemi con la propria sessualità? Lo pensa Sitora Yusufiy, brevemente sposata con lui nel 2009. All’indomani della strage lo aveva descritto come un violento: «Pronto a picchiarmi per ogni sciocchezza». Ieri ha rincarato la dose parlando con il canale televisivo brasiliano

omar mateen invito ad uscire un collega poliziottoomar mateen invito ad uscire un collega poliziotto

Sbt: «Era gay, ne sono certa. E almeno una volta suo padre lo chiamò “frocio” davanti a me. L’ho detto anche all’Fbi. Ma loro per tutta risposta mi hanno detto di non farne parola con i giornalisti ».

 

Di certo si tratta di un orientamento che Omar aveva mostrato fin da giovanissimo, racconta al Palm Beach Post un ex compagno di scuola, il cui nome non è stato rivelato: «Nel 2006 visitammo insieme alcuni locali gay. All’epoca mi mandava messaggi intensi, direi romantici. Solo che io non avevo le idee chiare, non avevo fatto coming out. E nemmeno lui. Fra noi non accadde mai niente».

omar mateen frequentava il pulseomar mateen frequentava il pulse

 

Le testimonianze, insomma, negherebbero decisamente le parole del padre di Mateen, il predicatore tv afgano con simpatie Taliban, secondo cui a scatenare la follia omicida del figlio sarebbe stato il bacio di una coppia di uomini scambiata davanti a lui. «Qui al Pulse la gente ci va pesante», dice un altro testimone, Jim Van Horn, 71 anni. «Era uno che voleva rimorchiare, come tanti. Ci parlai una volta e mi sembrò confuso. Mi parlò di sua moglie. Poi i miei amici mi dissero di lasciarlo stare, che era uno strano».

 

Alla veglia che si è tenuta lunedì notte davanti al Dr. Philip Center for Performing Art, l’intera piazza illuminata con le luci multicolore della bandiera arcobaleno, sono in molti a raccontare quanto il fatto che Mateen potesse essere stato fra loro li inquieti. «Continuo a sovrapporre il volto del killer a quella di tanta gente incontrata in passato in serate allegre. Non ci dormo la notte al pensiero che potrei averlo incontrato e scherzato con lui», racconta Eddie Bonilla, uno dei tanti che erano lì.

omar mateen con moglie e figlioomar mateen con moglie e figlio

 

Che Omar Mateen fosse già stato al Pulse, ora, lo dice anche un’altra testimonianza importante: quella della misteriosa seconda moglie Noor Zahi Salman. La donna che viveva con lui e che con lui aveva un figlio, ma che non risulta fosse legalmente sua moglie. Secondo fonti Fbi la donna avrebbe detto di aver accompagnato almeno una volta il marito al Pulse. E di averlo scongiurato di «non portare avanti nessun attacco». Una testimonianza che l’Fbi prende sul serio, tanto che ora anche lei rischia di finire sotto accusa per non aver dato l’allarme.

 

Con la stampa ha parlato anche Ed Hanson, il negoziante che ha venduto le armi usate da Mateen per compiere la strage: «Mi dispiace che abbia scelto proprio il mio negozio. Ma non faccio io le leggi e i suoi documenti erano a posto. Se non fosse venuto da me sarebbe andato da un altro».

 

sitora ha divorziato da omar mateensitora ha divorziato da omar mateen

Il controllo delle armi è infatti tornato prepotente al centro del dibattito politico americano, che dopo la strage è più infiammato che mai. Tanto che ieri Barack Obama, che si prepara a visitare Orlando giovedì per portare il cordoglio dell’America alle famiglie delle vittime e alla città, è entrato decisamente in campagna elettorale rispondendo all’attacco di Donald Trump che lo aveva accusato di non aver parlato di “Islam radicale”. «Quella di Trump è retorica pericolosa, usata per distrarre la gente dai suoi scandali e attirare voti. Così non fa altro che attizzare proprio quell’odio che vogliamo estirpare ».

 

omar mateenomar mateenomar mateen    omar mateen omar mateen omar mateen

la strage di pulsela strage di pulseingresso del pulse club di orlando ingresso del pulse club di orlando ingresso del pulse club di orlando 3ingresso del pulse club di orlando 3ingresso del pulse club di orlandoingresso del pulse club di orlandopolizia davanti al pulse club di orlandopolizia davanti al pulse club di orlandola stanza del figlio di omar mateenla stanza del figlio di omar mateenfoto in casa mateenfoto in casa mateengiocattoli del figlio di mateengiocattoli del figlio di mateenla polizia circonda casa mateenla polizia circonda casa mateenil salotto del killer mateenil salotto del killer mateeningresso appartamento di  mateeningresso appartamento di mateenla cucina di casa mateenla cucina di casa mateenla spada accanto alla tvla spada accanto alla tv

 

Ultimi Dagoreport

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…