SCRITTORI CONTRO SULL’INDIPENDENZA DELLA SCOZIA – IRVINE WELSH: “IL REGNO UNITO HA UN SISTEMA DI PARTITI MORALMENTE CORROTTO E UN ESTABLISHMENT SQUALLIDO” – MA LA MAGA ROWLING VEDE PIÙ RISCHI CHE OPPORTUNITÀ

1. “SCOZIA, LIBERATI - IL REGNO UNITO È UN FALLIMENTO”

Irvine Welsh per “la Repubblica

 

L’aspetto più interessante del referendum sull’indipendenza sta nel fatto che il fronte del “sì”, inizialmente percepito da parte della sinistra come una campagna antibritannica, è oggi visto come l’avanguardia di parte di un movimento populista più ampio, che ha come obiettivo il ritorno della democrazia attraverso queste isole.

IRVINE WELSH
IRVINE WELSH

 

Visto all’interno di un contesto più generale, questo non dovrebbe sorprendere: da molto tempo, infatti, i conservatori hanno smesso persino di fingere di rappresentare altri che non siano le élite.

 

Cioè quelle classi sociali e le loro coorti che negli ultimi trentacinque anni hanno impoverito il Paese (e chiunque nutra dubbi in proposito dovrebbe semplicemente osservare il continuo trasferimento della ricchezza dai tanti ai pochi). Un obbrobrio che si è protratto nel tempo, e al quale gli stessi laburisti hanno assistito, proponendo di quando in quando di estorcere qualche concessione a malincuore a quelle élite.

jk rowling jk rowling

 

Cosa che è accaduta di rado, o forse mai: il Regno Unito semplicemente non è fatto così. Oggi, con il suo sistema di partiti moralmente corrotto, i suoi politici di professione che non godono di alcuna stima e una pletora di insabbiamenti e complotti che arrivano fino al cuore di un establishemnt squallido, decadente e opportunista nel campo degli affari, della politica, dei media e della giustizia, il Regno Unito è considerato da molti dei suoi cittadini come uno Stato fallito. Ha posto l’attaccamento al potere e al privilegio al di sopra dell’aspirazione a qualsiasi autentica forma di democrazia.

 

Adesso però le élite delle scuole pubbliche, l’aristocrazia, i banchieri d’investimento della City di Londra, i lobbisti del mondo degli affari, i guerrafondai imperialisti e la stampa apologetica e cospiratrice non sono più considerati strumenti del buon governo e di una sana democrazia, bensì pericolosi ostacoli al loro raggiungimento.

 

GORDON BROWN ARRIVA AL FUNERALE DI MARGARET THATCHER GORDON BROWN ARRIVA AL FUNERALE DI MARGARET THATCHER

Tutto questo in Scozia verrà eliminato - o quanto meno la sua influenza verrà in gran parte ridotta dalla vittoria del sì e dall’affermarsi di una Costituzione che conferisca ai cittadini degli autentici diritti. Se la Scozia imboccherà quella strada, dubito che in Inghilterra passerà molto tempo prima che nasca un vero movimento di base a livello popolare a favore della democrazia.


La campagna per il “sì” ha dato alle persone il potere di assumere il controllo del proprio destino; ha offerto loro la speranza di un futuro per loro, le loro famiglie e le loro comunità. Il principio è semplice: significa destinare le risorse nazionali all’istruzione, alla sanità e agli alloggi - anziché dirottarle nei conti offshore dei super-ricchi o dissiparle in sordidi conflitti all’estero istigati dagli incapaci per l’arricchimento dei loro finanziatori. (Ecco che cosa intendono quando parlano di “peso sulla scena mondiale”).

ALISTAIR CAMPBELL E CHERIE BLAIR ALISTAIR CAMPBELL E CHERIE BLAIR


La campagna del “sì” merita di vincere con un voto positivo. In ogni caso, sia che vinca sia che perda, ormai il genio è uscito dalla lampada, e di certo non svaniranno né il dibattito sollevato, né la consapevolezza dei cittadini che hanno da poco scoperto il proprio potere.
Quanto a me, ho trascorso la maggior parte degli ultimi dieci anni in Irlanda e in America: due Paesi un tempo governati da Londra.

 

Non ho ancora incontrato una singola persona in quei Paesi mossa dal benché minimo desiderio di tornare indietro a quel governo. Quando anche Scozia e Inghilterra si saranno liberate del sistema corrotto, imperialista ed elitista, vi garantisco che i loro popoli la penseranno esattamente come gli irlandesi e gli americani. ( Traduzione di Marzia Porta)

 

 

2. “L’AFFONDO DELLA ROWLING: “I NAZIONALISTI SBRAITANO. SONO AGGRESSIVI COME I NEMICI DI HARRY POTTER”

Alessandra Rizzo per “La Stampa

SEAN CONNERY FOTO ARCHIVIO RIZZASEAN CONNERY FOTO ARCHIVIO RIZZA

 

Ha paragonato i nazionalisti scozzesi più aggressivi ai «mangiamorte» dei libri che l’hanno resa famosa. JK Rowling, autrice della saga di Harry Potter, è diventata la portabandiera della campagna per il «no» all’indipendenza della Scozia. Rowling è nata in Inghilterra ma ha scritto il primo Harry Potter tra i tavolini dei caffè di Edimburgo, dove vive tutt’ora. Il 18 settembre sarà tra i quattro milioni di scozzesi chiamati a votare in un referendum sull’indipendenza.


Con il voto nazionalista in grande rimonta, Rowling ha invitato ad evitare il panico e ad un dibattito sereno in vista del voto. «Le persone prima delle bandiere, risposte e non slogan, ragionare e non sbraitare», ha twittato ai suoi tre 3,6 milioni di followers.
 

Rowling si era già attirata le antipatie degli indipendentisti quando a giugno aveva donato 1 milione di sterline al comitato «Better Together» che si batte contro l’indipendenza. Il leader della campagna, Alistair Campbell, è suo amico ed ex vicino di casa. La scrittrice si era detta preoccupata per l’impatto economico che l’indipendenza potrebbe avere sugli scozzesi.

 

Bowie contrario all indipendenza scozzese Bowie contrario all indipendenza scozzese

«Più leggo notizie da fonti indipendenti e imparziali, più arrivo alla conclusione che l’indipendenza potrebbe sì offrirci delle possibilità - ogni cambiamento porta opportunità - ma porta anche gravi rischi», aveva scritto sul suo sito.
Rowling, 49 anni, di sangue scozzese da parte materna, ha sostenuto che il dibattito sulla purezza della discendenza invocato da alcuni nazionalisti le ricordava l’atteggiamento dei «mangiamorte» seguaci di Lord Voldemort, il nemico del maghetto.

 

«Ad alcuni di loro piacerebbe forse mandarmi oltre il confine dopo aver letto le mie parole, ma preferisco rimanere e contribuire a un paese che mi ha dato più di quanto possa esprimere a parole», ha spiegato. Il tema dello stato sociale, molto sentito in Scozia, è caro anche alla scrittrice.

 

Nata nel Gloucestershire, in una parte pittoresca dell’Inghilterra occidentale, ha insegnato inglese in Portogallo, si è sposata e ha avuto una figlia. Fallito il matrimonio, si è trasferita di nuovo in Gran Bretagna, scegliendo di vivere a Edimburgo. È lì che, da madre single che aveva da vivere grazie al welfare, ha completato «Harry Potter e la pietra filosofale» il primo volume della saga.

sting nudosting nudo

 

Il manoscritto, inizialmente respinto da molte case editrici, è stato pubblicato nel 1997, seguito da altri sei volumi della saga.
Il successo planetario dei libri e dei film ha portato a Rowling un patrimonio di un miliardo di sterline, secondo il «Sunday Times», rendendola probabilmente l’autrice più ricca del mondo. 


Oggi Rowling, molto attenta alla privacy, vive in una grande casa del 17° secolo a Edimburgo ed è amica personale di Sarah Brown, moglie dell’ex primo ministro britannico Gordon Brown, che è scozzese e ha fatto campagna contro la secessione.
 

La Rowling è solo una delle celebrità schierate nel dibattito. Sean Connery è da tempo un convinto indipendentista e non ha cambiato idea. L’attore Gerald Butler e Irvine Welsh, l’autore di «Trainspotting», sono a favore del sì, mentre David Bowie, Sting, Patrick Stewart sono per il no.

 

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