davigo big

"DAVIGO È DIVENTATO UNO DEI MAGISTRATI PIÙ DETESTATI, PUR VANTANDO MERITI NON COMUNI" - IL RITRATTONE DI "PIERCAVILLO", DALLA VITA IN PROVINCIA ALLO SBARCO NEL POOL DI BORRELLI - LA DIFFIDENZA NEGLI ITALIANI ("NON ESISTONO INNOCENTI MA COLPEVOLI NON ANCORA SCOPERTI"), LA DISTANZA DAL GARANTISTA FRANCESCO GRECO - "LA BATTAGLIA INFELICE PER NON LASCIARSI PENSIONARE, LA VOGLIA DI STUPIRE CHE DIVENTA SOVRAESPOSIZIONE NEI TALK, IL TRISTE EPILOGO DEL CASO AMARA, L'INCAPACITÀ DI GODERSI UNA PANCHINA…"

1 - LA PARABOLA DEL PM DAL POOL DI MANI PULITE AI CORVI DELLA GIUSTIZIA

Estratto dell'articolo di Gianluca Di Feo per "la Repubblica"

 

piercamillo davigo

Sarebbe stato formidabile assistere a un paradosso e vederlo interrogare se stesso.

Chissà come il pm Davigo, che da decenni predica una teoria molto somigliante alla presunzione di colpevolezza, avrebbe incalzato il testimone Davigo per far emergere le contraddizioni sulla storiaccia dei verbali segretissimi consegnati nelle sue mani e successivamente dossierati a giornali e giudici dalla sua ex segretaria.

 

[…] Tutto ruota intorno a Davigo, terminale di fogli coperti dal segreto istruttorio seppur in copia non firmata, cosa che offre alla sua fama di "PierCavillo" la possibilità di sottrarsi alla macchia di venire indagato, rivendicando di avere agito sempre e solo per giustizia. […]

 

DAVIGO

[…] Dagli anni Ottanta […] ha gestito istruttorie clamorose, dalle tangenti delle "Carceri d'oro" al pentimento del boss Angelo Epaminonda. L'ingresso nel pool voluto da Francesco Saverio Borrelli è una consacrazione: diversissimo da Antonio Di Pietro, insieme ne diventano il "braccio" e "la mente". Distante da Gherardo Colombo, tanto da confrontarsi poi in un dialogo intitolato "La tua giustizia non è la mia". E pure da Francesco Greco, l'attuale procuratore noto per l'indole cauta e la tradizione garantista […]

 

[…] Rispetto a quei colleghi, Davigo ha una concezione […] poco positiva nei confronti dei cittadini italiani. […] Entrato nel Csm ha cercato di imprimere una svolta all' intera magistratura. […] Crea una sua corrente […] promettendo una rifondazione dura e pura. Ma qualsiasi governo e soprattutto quello delle toghe implica […] mediazione e compromesso, mentre la forza di Davigo è tutta nel suo essere un'eccezione rigorosa […]

Piercamillo Davigo

 

Avendo contestato la norma renziana che mandava in pensione i giudici a 70 anni, allo scadere del termine ha impugnato ogni strumento legale per restare almeno al Csm. Una scelta […] in cui si è ritrovato totalmente solo, trattato alla pari del più bieco burocrate attaccato alla poltrona. Neppure la corrente che aveva fondato lo ha sostenuto; nemmeno Sebastiano Ardita che pareva l'ultimo pupillo tanto da firmare insieme proprio il libro-manifesto "Giustizialisti" e che nei verbali di Amara viene bollato come affiliato dell'incredibile loggia dei massoni in toga e cappuccio. […]

 

2 - PARABOLA DEL PM CHE NON SA STARE IN PANCHINA

Goffredo Buccini per il "Corriere della Sera"

 

piercamillo davigo contestato dagli avvocati a milano 4

Una volta confessò di non poter essere davvero certo della propria virtù, non essendo mai stato indotto in tentazione da nessuno nella sua carriera da inquisitore. Ovvio: con quella faccia un po' così, da Javert padano, quell' espressione un po' così, da trangugiatore di Maalox, solo un pazzo avrebbe potuto immaginare di corromperlo.

 

Piercamillo Davigo più che un magistrato (in pensione, senza requie) è una metafora: della giustizia periclitante, delle umane contraddizioni, delle nostre ipocrisie. E ha la dannazione di parlare per metafore e iperboli venendo preso quasi sempre alla lettera, spesso per stupidità o malafede. Il suo famoso siparietto su quanto fosse più conveniente, tra sconti e abbuoni di pena, uccidere la moglie piuttosto che divorziarne, apologo iperbolico su storture e lentezze di un sistema, venne chiosato da autorevoli garantisti come «l'uxoricidio delle garanzie» o «l' infernale paradosso».

 

piercamillo davigo

Forse più per bulimia provocatoria che per eccesso di custodia cautelare, Davigo è diventato così uno dei magistrati più detestati, pur vantando meriti non comuni. Per lungo tempo se n'è quasi dilettato: deve essere stata una seduzione irresistibile épater le bourgeois, stupire i borghesi, per un borghese piccolo piccolo venuto dalla natia Candia Lomellina, minuscola provincia Pavese, rigidità militaresca e perbenismo familiare.

 

«Non esistono innocenti ma colpevoli non ancora scoperti» può apparire l'odioso manifesto di uno sgherro dello Spielberg o l'ammissione quasi evangelica della nostra umanissima debolezza, dipende dal cuore di chi ascolta, ma in entrambi i casi scandalizza (ed è bene che gli scandali avvengano, si sa).

 

mario suriano, marco mancinetti, piercamillo davigo

«Rivolteremo l'Italia come un calzino» pare sia invece un apocrifo, oggetto di contestazioni anche nelle aule giudiziarie: perché, se il dipietrese si nutre di sbuffi e strafalcioni, il davighese è fatto di finezze giuridiche ma anche di ferocie non sempre autentiche. Poi la ruota gira e i capelli già radi e impomatati diventano zucchero filato: il resto è oggi.

Oggi, che il «Dottor Sottile» è chiamato a sedere sullo scomodo scranno del testimone, molti nei social esultano manco lo avessero colto a fare una rapina («godo», «se lo merita», «chi la fa»).

davigo

 

Lui per primo, del resto, sa benissimo quanto sia scomoda quella posizione, nella quale (a differenza dell'indagato) la persona informata sui fatti non ha facoltà di mentire, avendo fatto arrestare proprio per questo, un 4 marzo di 28 anni fa, il portavoce di Forlani, Enzo Carra, che nicchiava sulla maxitangente Enimont non volendo inguaiare il suo capo e fu poi sottoposto (non per volontà di Davigo) all'umiliazione di un passaggio in manette tra fotografi e telecamere. Mani pulite è stata un'esperienza così potente da far quasi scolorire il prima e il dopo di molti. Eppure, il prima di Davigo ne spiega l'approdo.

 

piercamillo davigo contestato dagli avvocati a milano 1

Ecco il maestro di prima elementare - giustizialista ante litteram - che mette alla gogna un lungagnone pluriripetente, ammonendo: «In Italia l'istruzione è obbligatoria per almeno otto anni, questo significa che potete fare otto volte la prima elementare: come accade a lui». Ecco gli Anni di piombo che gli portano lo stigma ingiusto del fascista, derivato dall'occuparsi di sindacato dalla parte degli imprenditori, con le scritte «Davigo fascista sei il primo della lista» per le quali lui non si scompone finché quelli cambiano scritta: «Davigo abbiamo perso la lista ma tu sei sempre il primo» («pensai che nessuno con quel senso dell'umorismo poteva davvero spararmi», ha poi raccontato lui a Silvia Truzzi del Fatto).

 

P. Davigo a Radio2 Un Giorno da Pecora

In quegli anni, da giovane magistrato, il primo incontro con Borrelli, rientrato in servizio con una gamba ingessata per condannare il terrorista Alunni mentre tanti colleghi se la squagliavano. L'inchiesta più famosa nascerà con quel procuratore («coraggioso e con il senso delle istituzioni»), ispirata dall'idea forse crudele che la corruzione sia «un reato seriale» (una volta corrotto, sempre corrotto) e che l'unico modo per spezzare il circolo sia la confessione, perché rende inaffidabili per i complici.

 

di pietro colombo davigo

Decisivo nel dissuadere Di Pietro dall'accettare il Viminale offertogli da Berlusconi neopremier (avendo a sua volta rifiutato la poltrona da Guardasigilli), Davigo è forse il più magistrato dei magistrati del vecchio pool (Tonino ha avuto mille identità, Borrelli si sognava pianista, Colombo divulgatore di cultura). Ma proprio questa immedesimazione nel ruolo è diventata il punto di frattura, ciò che spiega il dopo: quando si trattava di alzarsi dal tavolo con grazia.

 

piercamillo davigo al tg2

Di colpo, alcune ovvietà che scandalizzavano («la politica dovrebbe riformarsi prima delle sentenze per non ripetere la propria legittimazione dai magistrati») diventano bandiere del neogiustizialismo. Quando a prenderlo alla lettera sono i grillini, lui non se ne rammarica, anzi finisce per farsene acclamare padre nobile, catapultato al Csm dall'onda lunga del 2018. Seguono polemiche sempre più feroci, la battaglia infelice per non lasciarsi pensionare, la voglia di stupire che diventa sovraesposizione nei talk dove tutto è frullato e banalizzato: Davigo mette in scena Davigo.

 

piercamillo davigo ospite di dimartedi' 2

E siamo al triste epilogo, all'intruglio di liquami sgorgato da una fonte che ha il destino nel nome (Amara) e all'incapacità del nostro di tenersene lontano, di godersi una panchina, un ricordo, persino un rimpianto. In questo gracchiar di corvi, Davigo si ritrova teste su una poltrona di spine, per via del fuorisacco di un collega incontinente e di una ex segretaria sospettata di aver fatto da postina di atti secretati. L'augurio, per chi lo ha conosciuto quando il bene e il male sembravano ancora entità separate, è che gli venga risparmiato almeno il noto broccardo «non poteva non sapere»: che tanta fortuna portò alla sua indagine più famosa e tanta angoscia ai suoi più famosi indagati.

davigoDAVIGO TRAVAGLIO1

 

Ultimi Dagoreport

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…