arresto di toto riina

“RIINA NON VA LIBERATO” - ROBERTO LONGU, EX MARESCIALLO DEI CARABINIERI CHE DIEDE LA CACCIA E CATTURO’ INSIEME A “ULTIMO” IL CAPO DEI CAPI: “LA DECISIONE DI CATTURARLO E’ STATA DELLA NOSTRA SQUADRA, NON DELLA POLITICA. IL GIORNO IN CUI LO PRENDEMMO CON NOI C’ERA IL PENTITO BALDUCCIO DI MAGGIO. ECCO COME ANDO’…” - VIDEO

 

Piero Colaprico per “la Repubblica”

 

ROBERTO LONGUROBERTO LONGU

Roberto Longu ha 54 anni, portati atleticamente, e fa il security manager. Nel 1993 il suo nome di battaglia era Omar, e il suo mestiere il maresciallo dell' Arma. Era la mattina del 15 gennaio del 1993 quando a Palermo lui e Vikingo attaccano l'autista di un'utilitaria, Salvatore Biondino, mentre il capitano Ultimo e Arciere, alla fine di un'indagine durata sette mesi, mettono spalle a terra, sull'asfalto della rotonda dell'Agip, il "capo dei capi", Salvatore Riina, detto Totò: era l'"inafferrabile di Cosa Nostra", latitante da 24 anni.

 

E adesso, che la Cassazione spiega che il boss dei corleonesi può finire di scontare la pena a casa, che cosa pensa un cacciatore di latitanti?

«Una cacciatore di latitanti non odia nessuno, fa il suo lavoro contro l' avversario, chiunque sia».

 

ARRESTO DI TOTO RIINAARRESTO DI TOTO RIINA

Però…

«Però al di là di Totò Riina e di chiunque, esiste, o dovrebbe esistere, la certezza della pena. Se una persona è stata condannata a dieci anni, sconta dieci anni. Se ha più ergastoli, sconta l'ergastolo, anche se si hanno 85 anni e si è malati. Nelle condizioni più umane possibili, ma ergastolo è».

 

Tra di voi della squadra non la pensate tutti allo stesso modo, qualcuno tra voi sostiene che l’ideale sarebbe rilasciarlo e controllarlo sino all'ultimo respiro

«Dal punto di vista operativo ha ragione questo collega, sarebbe giusto anche per stabilire se Riina sia ancora il capo dei capi oppure no, e lo si capirebbe in termini oggettivi.

toto riinatoto riina

Dà ancora ordini e qualcuno li esegue? E chi? Ma se parliamo di giustizia, e non di tattiche, mi sarei aspettato dalla Cassazione un altro discorso. Magari un "costruiamo un ospedale bellissimo per gli ergastolani anziani e malati, ma le nostre sentenze, emesse in nome del popolo italiano e passate in giudicato, vanno rispettate. Sino in fondo"».

 

L'unica risposta che Repubblica ha ricevuto da Ultimo è «il perfetto silenzio della neve»: secondo lei, che vuol dire?

«Che non ci sono più parole, questo è un mondo dove i valori, compreso il rispetto della legalità, non raramente si congelano».

 

Da giornalista, ho la certezza, basata su fonti affidabili e risalenti a quell'epoca, che la cattura di Riina sia stata un' operazione pulita, ma poi è stata sporcata da più mani. Come mai, secondo lei?

RIINARIINA

«Noi eravamo un gruppo d'eccellenza, non di schiavi al comando di un capo, non esiste eccellenza tra gli schiavi, ognuno diceva e dice ancora oggi la sua. In trasparenza. E ho sempre pensato che l'arrivo improvviso del pentito Balduccio Di Maggio, quando noi eravamo già vicinissimi alla cattura, ci avrebbe in fondo danneggiato».

 

Può rispondere a una vecchia curiosità? Onestamente, da chi è stata presa la decisione di provare ad acchiappare Riina?

«Siamo stati noi e basta, ma se lo scrive la prenderanno per pazzo. C' era stato l' attentato a Giovanni Falcone e ci siamo detti: "E adesso noi che possiamo fare?". "Andiamo a catturare Riina" era l' unica risposta, sulla bara dei morti. Ci siamo fatti autorizzare e siamo scesi, ma come Crimor di Milano avevamo già studiato a memoria molte inchieste e carte giudiziarie.

 

CASA RIINACASA RIINA

Ma, ripeto, se scrive l'operazione nasce dal capitano Sergio De Caprio e da quattro straccioni di carabinieri di strada non vorranno crederci. Ma è solo per politica, per l'ambizione di alcuni magistrati che nelle loro carriere hanno combinato di concreto quasi zero contro la mafia. Falcone stesso non era amato, quando andava a Milano parlava solo con Ilda Boccassini, a Palermo non ricordiamo nemmeno quanti nemici aveva tra i suoi colleghi».

 

1992, voi del Crimor vi mettete dietro i macellai, in tutti i sensi, chiamati Ganci

capitano ultimo capitano ultimo

«Sì, eravamo così arrivati nella zona delle villette dove Riina abitava, quando compare il pentito Di Maggio e racconta che andava a prelevare il boss alla rotonda dell' Agip. Ma Riina ci arrivava per conto suo, mica era scemo. Questo Di Maggio dormiva nelle camerate dell'Arma, finché qualcuno di noi si scoccia: "Ma che cazzo fa questo qui tutto il giorno? Dorme sempre, noi sputiamo sangue da mesi, almeno facciamogli vedere i filmati che abbiamo girato". E così lui ha riconosciuto, in motorino, i figli di Riina, e la mattina dopo alle 7 piazziamo il pentito sul furgone dei controlli. Se vede Riina ce lo deve indicare».

 

Ma lui non vede arrivare Riina

capitano ultimo capitano ultimo

«No, alle 8 meno 5 arriva una Citroen, a bordo c' è Biondino, coinvolto nelle stragi Falcone e Borsellino. Di Maggio lo riconosce, il cancello si apre, si chiude, poco dopo la Citroen ricompare, stavolta con due a bordo. Ci siamo. "È uscito Sbirulino", dice la radio e noi decidiamo di attaccare alla rotonda. Quando con Arciere prendo Biondino, e lo giriamo, m'è scoppiato cuore. Non assomigliava alle foto segnaletiche. La strada sino alla caserma Carini m' è sembrata lunga 3mila chilometri, non sapevo che anche ammanettato nella macchina con Vikingo e il capitano il prigioniero aveva ammesso, "Sono Totò Riina" ».

 

La vostra si chiamava "operazione Belva" e la belva era lui, giusto?

ARRESTO DI TOTO RIINAARRESTO DI TOTO RIINA

«Esatto, era lui. Ma era ed è un essere umano, esattamente come la mafia è un fenomeno umano, e lo diceva Falcone. Perciò, non mi stupisce che un avvocato faccia il suo mestiere spiegando di guardare all'uomo Riina e non ai suoi reati, ma lo Stato deve guardare ai reati, al ravvedimento, alla collaborazione di Riina. Altrimenti di motivi per regalare la libertà alle persone che non se la sono guadagnata se possono trovare mille».

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)