viale pilsudski donna amputata

ROMA FATTA A PEZZI - SOSPETTATO IL FRATELLO DELLA VITTIMA: PER I RITROVAMENTI DI RESTI UMANI IN DEI CASSONETTI A VIA GUIDO RENI E AI PARIOLI, UN 60ENNE ITALIANO E’ IN QUESTURA SOTTO INTERROGATORIO - SAREBBE L'UOMO RIPRESO DA UNA TELECAMERA DI VIDEOSORVEGLIANZA MENTRE GETTAVA QUALCOSA ALL'INTERNO DI UN SECCHIONE TRA LA NOTTE DEL 14 E IL 15 AGOSTO

UPDATE

 

GAMBE IN UN CASSONETTO A ROMA, SOSPETTATO IL FRATELLO

Da Ansa

 

ALTRI RESTI IN VIA GUIDO RENIALTRI RESTI IN VIA GUIDO RENI

Due gambe sono state trovate ieri sera in un cassonetto a Roma, in via Maresciallo Pilsudsky nel quartiere Parioli. A scoprirle una nomade mentre rovistava all'interno del secchione. Sul posto la Polizia. Dai primissimi riscontri sembra si tratti di gambe di una donna. Secondo quanto si è appreso, il resto del corpo non c'era. A trovarle una nomade mentre rovistava nel cassonetto all'altezza del Galoppatoio, intorno alle 20 di ieri sera. Le gambe sono tagliate all'altezza dell'inguine.

 

In Questura è ascoltato il fratello della vittima, un sessantenne italiano, che sarebbe l'uomo ripreso da una telecamera di videosorveglianza mentre gettava qualcosa all'interno del secchione nella notte tra il 14 e il 15 agosto. Massimo riserbo in procura sullo sviluppo dell'indagine. Non si esclude che l'uomo possa essere affetto da problemi psichici. Sarebbero state ritrovate altre parti del corpo della donna: Polizia scientifica e agenti della squadra mobile sono in via Guido Reni, non lontano dalla zona dove sono state ritrovate le gambe, e starebbero analizzando alcuni sacchi in cui si trova presumibilmente il resto del corpo della donna.

 

 

AGGIORNAMENTO

 

Federica Angeli per Repubblica.it

 

IL CASSONETTO A VIALE PILSUDSKIIL CASSONETTO A VIALE PILSUDSKI

Tenute insieme dallo scotch da pacchi due gambe di donna sono state trovate ieri sera in un cassonetto a Roma, in viale Maresciallo Pilsudski, nel quartiere Parioli. A scoprirle, intorno alle 20, una ragazza rom mentre rovistava all'interno. La giovane ha avuto un malore, ma è riuscita a dare l'allarme. Secondo la ricostruzione della Squadra Mobile, gli arti sarebbero, però stati gettati la notte precedente, a giudicare almeno da un iniziale stato di decomposizione. Un elemento che potrebbe consentire di individuare l'autore del delitto che gli inquirenti avrebbero già capito essere un uomo.

 

IL CASSONETTO A VIALE PILSUDSKIIL CASSONETTO A VIALE PILSUDSKI

Secondo quanto si è appreso, il resto del corpo non c'era. Ma, in tarda mattinata altri resti di donna sarebbero stati trovati in un altro cassonetto, in via Guido Reni, vicino al reparto volanti della polizia. Con molta probabilità potrebbero essere della stessa donna ritrovata ai Parioli. Le gambe sono state tagliate con un'accetta: la recisione è infatti netta. Un uomo sarebbe stato visto allontanarsi dal cassonetto nella notte di lunedì, immortalato da due delle cinque telecamere posizioneate sul palazzo dove ci sono gli uffici "Gestore servizi energetici". Una parte della targa della sua auto è risultata leggibile da una prima analisi delle immagini.

IL CASSONETTO A VIALE PILSUDSKI 2IL CASSONETTO A VIALE PILSUDSKI 2

 

Sul posto la sezione omicidi della Squadra Mobile. Sono in corso indagini a tutto campo per far luce sulla vicenda. Difficile l'identificazione della vittima, visto che manca ogni elemento per associare un nome: la comparazione con le altre parti del corpo ritrovate potrebbe rivelare l'identità. La procura  procede per omicidio nell'indagine aperta dopo il ritrovamento: l'inchiesta è coordinata dal pm Marcello Cascini. Gli agenti stanno vagliando le denunce delle persone scomparse e allo stesso tempo visionano altre telecamere delle due zone che potrebbero aver inquadrato chi le ha gettate all'interno. Da una prima ricostruzione le gambe certamente di una donna sarebbero state tagliate a  colpi d'ascia. L'episodio fa tornare in mente il caso del 2011, mai risolto, del busto di donna ritrovato al Divino Amore. Un caso mai risolto.

 

Marco De Risi per www.ilmessaggero.it

 

Orrore a Roma a due passi da piazza Euclide. All’interno di un cassonetto per l’immondizia sono stati trovati i resti di un cadavere sezionato: due gambe probabilmente tagliate con una sega e poi occultate nel contenitore di metallo.

 

ROMA - GAMBE NEL CASSONETTO DELL IMMONDIZIA A PIAZZA EUCLIDEROMA - GAMBE NEL CASSONETTO DELL IMMONDIZIA A PIAZZA EUCLIDE

Il ritrovamento agghiacciante l’ha fatto una ragazza, ieri sera, su un tratto di viale Maresciallo Pilsudski, all’altezza di Villa Glori. La giovane è stata colta da malore quando ha realizzato cosa c’era nel cassonetto ed ha dato subito l’allarme. Sul posto è arrivata la polizia che sta procedendo per le indagini. Un vero ”giallo”, almeno per ora, quello del corpo sezionato che sembra, ad una prima ispezione del medico legale, non appartenere a quello di un senza fissa dimora. Da anni non si registrava un’atrocità simile nella Capitale.

 

Sono gli agenti della squadra mobile ad indagare che, però, non possono contare su tanti elementi. Essendoci solo le gambe, non è possibile dare un’identità al morto tramite impronte digitali. I due arti sembrano curati. La polizia sta verificando le denunce di scomparsa sperando di potere imboccare una pista precisa.

 

2 - IL GIALLO DELLA DONNA MUTILATA: "POTREBBE ESSERE NUOVO SERIAL KILLER"

Il corpo, senza testa né gambe, è stato ritrovato martedì scorso in un campo vicino all'Ardeatina. Uno scempio perpetrato con metodo. "Chi l´ha uccisa ha voluto farci vedere di cosa è capace, sembra un'apertura di partita, una sfida", dicono gli investigatori. I dubbi sulla pista satanica. Buio sulla identità della vittima

UOMO COLTELLOUOMO COLTELLO

 

Federica Angeli e Carlo Bonini per www.repubblica.it (11 marzo 2011)

 

Da qualche parte si nasconde un uomo malato che ha celebrato l´8 marzo offrendo lo scempio di un corpo di donna. Cui ha rubato prima la vita, poi gli organi e le viscere, quindi le gambe e la testa, perché nessuno le potesse dare un nome, una memoria, una carezza e una sepoltura da morta.

 

SERIAL KILLERSERIAL KILLER

Di lei, ritrovata tre giorni fa da un camionista di passaggio sul ciglio di via di Porta Medaglia, quartiere Ardeatino, nulla si sa. Non un testimone, non una corrispondenza negli archivi informatici delle impronte digitali e delle persone scomparse. Non una traccia forense, non un indizio che non sia una scritta sul giaccone nero che indossava sopra una maglietta grigia. Eppure, l´orrore che ha concepito il suo assassino fa cantilenare agli uomini della squadra Mobile parole che suonano come un nero presagio. «Ha voluto farci trovare il corpo. Ha voluto mostrarci quello che è stato capace di combinare. Sembra un´apertura di partita, un ingaggio. Speriamo in Dio che non sia così».

 

Il luogo del ritrovamento

COLTELLOCOLTELLO

Nella morgue dell´Istituto di medicina legale, alla donna senza nome è stata data un´età presunta, tra i 20 e i 40 anni, e un ceppo etnico, «bianca di razza caucasica». In un sacchetto di plastica sono stati infilati i suoi effetti personali: un anello a fascetta in acciaio da pochi euro, un accendino. Nelle provette dell´esame del dna, sono stati sciolti i resti di tracce organiche grattate sotto le sue unghie smaltate. L´autopsia sul suo cadavere ha raccontato che ne è stato della sua terribile fine. Il suo assassino la aggredisce con un coltello verosimilmente nei primi giorni di marzo, in un luogo diverso da quello in cui deciderà di liberarsi dei suoi resti.

 

Interno del Santuario Divino Amore Interno del Santuario Divino Amore

La finisce con almeno tre violenti fendenti, che la raggiungono alla schiena, all´emitorace sinistro (in corrispondenza del cuore), e nella zona in cui i muscoli del collo si legano al tronco. Lei, che in quel momento è nuda o comunque indossa abiti diversi da quelli con cui verrà ritrovata (non sono intrisi di sangue), forse prova a difendersi, come mostrano i tagli superficiali che la lama del coltello lascia sulla pelle. Quindi, ha inizio l´orrore. L´assassino assicura un´asola di corda all´osso pelvico di quella poveretta, per poterne sospendere il cadavere a testa in giù.

 

E comincia il suo lavoro da macellaio. Quello che si infligge ai maiali e ai cinghiali per dissanguarne le carni. Prima un profondo taglio a X per aprire torace e ventre. Poi, la completa eviscerazione e l´espianto degli organi vitali, cuore e polmoni. L´assassino afferra infine quella che appare, per i segni che lasciato, un´ascia più che una sega (come pure si era detto in un primo momento), e spicca dal tronco testa e gambe che Dio solo sa se decida o meno di conservare.

 

santuario del Divino Amoresantuario del Divino Amore

È un lavoro lungo - ipotizza chi in queste ore rilegge il referto autoptico - che richiede «una forza fisica, uno stomaco e una condizione di isolamento» che dice qualcosa sulla mente di chi lo partorisce. Che rende fragile l´ipotesi psicologicamente più rassicurante sull´assassino. Quella dell´uomo governato dalla furia di un momento. E dunque, al contrario, rafforza quella raggelante della premeditazione. «Rituale», «satanica», abbozza qualcuno nelle prime ore dopo il ritrovamento del cadavere, anche in ragione del luogo in cui è stato abbandonato (non lontano è il santuario del Divino Amore).

 

Se non fosse che a contraddirla è la scelta dell´assassino di non infierire sul solo dettaglio anatomico su cui, normalmente, gli adepti di Satana si accaniscono: le mani, usate come feticcio nei riti neri del sangue. Dunque? «Ha voluto farci trovare il corpo. Ha voluto mostrarci quello che è stato capace di combinare», ripete l´investigatore della Mobile. Forse, dunque, Satana non c´entra. E nella macelleria è solo l´impronta digitale di una sofferenza psichica che esplode per fare mostra di sé.

 

POZZA DI SANGUEPOZZA DI SANGUE

«Se fosse un omicidio d´impeto e l´assassino avesse dunque mutilato il cadavere soltanto per la paura che attraverso la vittima si potesse risalire a lui, perché allora non si è liberato di quei poveri resti in un luogo dove comunque sarebbe stata minima la possibilità di ritrovarli»? Come del resto era già successo qualche anno fa, a Milano. Quando un cadavere - questa volta di uomo - viene ritrovato scomposto in brandelli chiusi in un sacco dell´immondizia abbandonato in periferia. Le impronte digitali consentono di risalire alla sua identità (un pregiudicato), alla frequentazione di una prostituta cinese nelle sue ultime ore di vita. Alla sua morte naturale durante il rapporto sessuale. All´intervento dei protettori della prostituta che decidono di liberarsi del cadavere facendolo in pezzi.

 

OMICIDIO - POZZA DI SANGUEOMICIDIO - POZZA DI SANGUE

Dunque e di nuovo: chi è quella donna? Chi è il suo carnefice? Via di Porta Medaglia è normalmente luogo di prostituzione nera e transessuale. La vittima lavorava forse in quelle strade? E a quelle sventurate che devono «parlare» i suoi resti? È di un truculento pappone la mano dell´assassino? Dall´8 marzo, quei marciapiedi si sono fatti deserto. Non una testimonianza. Non una confidenza. L´investigatore della Mobile torna a farsi poco rassicurante. «Un pappone? Sarebbe la prima volta che i papponi uccidono così».

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