ROMA SINTI E DANNATA - SILVIO HILIC, VICINO A CLAN SINTI LEGATI AI CASAMONICA, CON UN FUCILE IN MANO MINACCIA IL SINDACO GUALTIERI: “MI HAI BUTTATO GIÙ CASA, IO BUTTERÒ GIÙ LA SUA. TEMPO AL TEMPO. LO STATO NON MI FA PAURA” - IL MESSAGGIO INTIMIDATORIO È STATO PUBBLICATO SUI SOCIAL DOPO CHE IL COMUNE HA DEMOLITO LA VILLA ABUSIVA DOVE ABITAVA A ROCCA CENCIA. IL BELLICOSO RAGAZZO GIURA VENDETTA ANCHE CONTRO LA FAMIGLIA DEL PRIMO CITTADINO: “HANNO LEVATO UN TETTO A UNA FAMIGLIA CON 8 MINORI…”
Le gravissime minacce rivolte al sindaco @gualtierieurope e alla sua famiglia dal clan Hilicic, storicamente legato ai Casamonica, sono intollerabili e devono trovare risposta in provvedimenti immediati.
— Luciano Nobili (@lucianonobili) October 31, 2025
Tutta la mia solidarietà e quella di @ItaliaViva al sindaco di Roma e tutto…
Andrea Ossino per repubblica.it - Estratti
Musica gangsta balcanica, sguardo da duro, un fucile da guerra in mano. Poi l’intimidazione: “Questo è per te, sindaco, e per la tua famiglia. Come ha buttato giù la nostra casa, io butterò la sua. Tempo al tempo. Lo Stato non mi fa paura”.
La minaccia al sindaco di Roma Roberto Gualtieri e ai suoi parenti arriva da uno dei residenti di via Arzachena, a Rocca Cencia, un fortino del clan sinti Komarov-Hilicic, uno dei più temuti secondo le indagini dei carabinieri, vicino ai Casamonica, che per un quarto di secolo ha messo radici in due villette abusive della periferia di Roma Est.
Poi la demolizione, avvenuta tre giorni fa. Quindi le intimidazioni, armi in mano, da parte di un ragazzo che tra quelle case ci è cresciuto: Silvio Hilic. Non è uno dei tanti leoni da tastiera, ma un giovane che non ha paura di farsi guardare in faccia e posta una sua foto con un fucile in mano, cristallizzando le sue minacce sul web.
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La cornice è il post pubblicato da Sonia P., un’amica di Silvio Hilic, a giudicare dalle foto presenti in rete. “Ecco cosa rimane della villa di questa mattina”, scrive la donna sopra la foto della villetta distrutta. Seguono oltre 600 commenti e altrettante risposte. Tra queste quella di “Silvio Silvietto”, all’anagrafe Silvio Hilic. Prima, avverte “chi commenta a c…o: è pregato di pensarci due volte”, poi spiega di essere cresciuto tra quelle mura, infine minaccia: “Hanno levato un tetto a una famiglia con 8 minori. Tanto chi li ha portati (alle forze dell’ordine ndr) a questo pagherà…. altro se pagherà! Dio è grande”.
L’intimidazione che diventa più netta qualche risposta dopo. Silvio Silvietto pubblica una foto scattata nel patio di una delle ville, prima che venissero abbattute. Nell’immagine c’è lui. Indossa scarpe da ginnastica scure, una tuta nera, un cappellino rosso. E in mano ha un fucile, una delle diverse armi a sua disposizione, si direbbe guardando la galleria fotografica dei suoi diversi profili. Con quell’arma da guerra Hilic ha minacciato il sindaco di Roma e la sua famiglia.
Preoccupante, specialmente per chi conosce la storia criminale che ruota intorno a quelle case ridotte a macerie dopo 24 anni di abusivismo. Il cognome Komarov nella capitale è infatti legato a un fatto di sangue grave: alcuni esponenti del clan sinti la notte tra il 12 e il 13 gennaio del 2024 hanno dato vita a un conflitto a fuoco, fuori dalla stazione della metropolitana, nella periferia di Pantano. Un ragazzino di 14 anni è morto: si chiamava Alexandu Ivan.



